COSENZA Un pezzo di minoranza che diserta, una lunga relazione tecnica del dirigente e un discorso dell’assessore Covelli che suona come un consuntivo dei primi due anni di amministrazione, mentre il collega Francesco De Cicco si dice «orgoglioso di poter di nuovo intervenire in aula, io non mi dimetterò mai per rispetto dei quasi 5mila cosentini che mi hanno votato».
Nella seduta pomeridiana del Consiglio comunale, tra i punti principali all’ordine del giorno c’era l’approvazione del bilancio di previsione 2023-2025, insieme al Documento unico di programmazione per lo stesso triennio.
Dopo la lunga relazione del dirigente Bruno e al netto delle schermaglie politiche, è suonato come un consuntivo del primo biennio l’intervento di Damiano Covelli: «Due anni fa come oggi – ha esordito l’assessore ai Lavori pubblici – Cosenza era chiamata al ballottaggio, oggi possiamo dire che siamo una grande squadra e abbiamo fatto uno straordinario lavoro in questi due anni, abbiamo iniziato a lavorare dal giorno successivo al nostro insediamento»
Covelli ringrazia la maggioranza per la compattezza («granitica» dirà il capogruppo dem Alimena annunciando il voto favorevole) e continua: «Il bilancio è risanato, ci sono 110/120 milioni per le opere pubbliche nel piano triennale, fondi che nessuno sposta (il riferimento è ai 400mila euro spesi per inaugurare il Ponte di Calatrava – ndr)», poi rivendica l’Unical al centro storico tra Palazzo Spadafora e Chiostro di San Domenico, i fondi Cis, Agenda Urbana e Pnrr, il teatro Rendano («Un’infiltrazione nella sala Quintieri ha reso difficile ogni attività per anni, ora c’è già la ditta che sta iniziando a cantierizzare») e il recupero di San Vito «dopo che per anni gli amministratori hanno girato le spalle». Infine il sogno di vedere Cosenza capitale della cultura 2026.
Non mancano gli attacchi alle giunte Occhiuto: «Prima di noi – Bianca Rende si ricorderà perché era consigliere con me – si faceva fatica a partecipare alle gare, poi infatti è arrivato il dissesto. Oggi ci sono gare con sette ditte, la consapevolezza e la credibilità dell’ente è cresciuto, anche grazie a questo bilancio che discutiamo oggi. Stiamo pagando i debiti del passato, salire su un treno già avviato non è stato facile, e per questo ringrazio l’architetto Bruno, che ha operato in un periodo difficile per via delle dimissioni dell’assessore Giordano. Da qui a tre anni possiamo stravolgere le difficoltà che pure ci sono, alla fine del tunnel si vede una luca accesa, non un puntino…». Ancora a Bianca Rende: «Sul Pnrr non è vero che non è stato fatto niente, RadioRai 1 è venuta a intervistarci come città virtuosa». Poi le tasse. «Siamo al 40% di raccolta tributi, il doppio di prima, ci sono 3mila persone che non versano ma abbiamo finalmente intaccato un credito di 7 milioni nelle mani di 25 possessori. Ci sono solo 220 dipendenti comunali, non tutto è aggredibile in un biennio».
Dopo un passaggio sul mancato efficientamento energetico («Ci sono pannelli obsoleti anche su Palazzo dei Bruzi, eppure mai utilizzati») un appello finale al sindaco che intanto incassa l’entusiasmo di Covelli: «In meno di due anni abbiamo fatto tanto, andiamo avanti e in tre anni finiamo il lavoro così questa amministrazione sarà premiata così come, credo, nei prossimi impegni elettorali».
«Abbiamo deciso di non partecipare alla seduta del consiglio comunale sul bilancio preventivo 2023-2025 per manifestare il nostro disappunto circa la modalità con cui si è arrivati all’approvazione del documento contabile di previsione perché è mancata un’adeguata discussione e approfondimento del documento contabile con i consiglieri comunali, che rappresentano l’intera comunità cittadina e sono responsabili delle scelte della città».
Lo scrivono in una nota i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Francesco Spadafora, Ivana Lucanto e Giuseppe d’Ippolito. «Il bilancio preventivo di un comune è un momento cruciale per l’ente, poiché determina l’andamento dell’azione amministrativa e la programmazione dei servizi e degli investimenti. Tuttavia – sottolineano Spadafora, Lucanto e D’Ippolito – si è proceduto senza coinvolgere adeguatamente i consiglieri e senza il necessario confronto e approfondimento. A tal proposito, teniamo ad evidenziare che la scelta di non partecipare alla seduta dell’assemblea civica non è stata affatto semplice, perché, sin dall’inizio della consiliatura, il gruppo di FdI non si è mai sottratto al confronto. A dire il vero, ha sempre dimostrato il contrario, non facendo mancare mai la propria disponibilità anche di fronte a circostanze e argomenti in cui non c’era assoluta convergenza o unità di intenti con la controparte politica». «Abbiamo inoltre contribuito in modo significativo su questioni importanti durante la consiliatura, come il voto di astensione al Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale e l’approvazione di pratiche relative al riconoscimento di debiti fuori bilancio e regolamenti vari. Ma, rispetto al documento contabile all’attenzione dell’odierno consiglio comunale, non possiamo fare a meno di evidenziare che lo stesso non merita la nostra presenza in aula, poiché si tratta di un vero e proprio “pacchetto a scatola chiusa”, deciso da pochi e senza addirittura il coinvolgimento dell’intera giunta».
«Esprimiamo non poca preoccupazione poiché ad oggi nessuno conosce in quale direzione verranno indirizzate le risorse stabilite di questo bilancio. Non ci risultano le priorità che si è data l’amministrazione comunale in carica, che dopo due anni, non ha addirittura presentato nemmeno le linee programmatiche del sindaco. A ciò si aggiunge anche che non sono stati indicati gli interventi di manutenzione necessari nel territorio cittadino. Non vorremmo poi che tale esercizio finanziario preveda esclusivamente la distribuzione di incarichi esterni, con assunzioni tramite la procedura prevista dall’ex art. 90 del Tuel, agli amici degli amici per fini elettorali. Forse è questo il motivo per il quale l’avvocato Francesco Giovinazzo è stato rimosso dal settore Ragioneria? Perché non ha soddisfatto le richieste di qualche adepto che aveva la necessità di spazio e autonomia in questo bilancio? A pensar male si fa peccato, ma molto spesso si indovina. E, riteniamo pertanto – concludono i consiglieri – che il consiglio comunale, pur essendo l’organo di indirizzo e controllo politico dell’ente comunale, rispetto a questa importante pratica non ha svolto appieno la sua funzione, perché si limiterà soltanto a ratificare le scelte e le priorità indicate da chi evidentemente lavora unicamente per inseguire i propri fini politici ed elettorali a discapito della crescita sociale, economica e culturale della città di Cosenza».
Gianfranco Tinto (Pd) ha criticato FdI di essersi sottratta al dibattito politico in aula, «sarebbe stato bello capire le loro ragioni, il bilancio di previsione non è un pacchetto preconfezionato, così sminuiscono un lavoro fatto con grande sacrificio. Alcuni non hanno partecipato nemmeno alle Commissioni. Abbiamo e abbiamo avuto le nostre difficoltà ma non si dica che non abbiamo fatto niente e addirittura ci stiamo allineando a quello che accadeva prima. Al dirigente farei una statua, visto che ha avuto anche problemi di salute ma oggi è qui. E ringrazio Bianca Rende perché così qualcuno dell’opposizione ha acceso il dibattito politico».
Michelangelo Spataro (Misto), secondo il quale Rende appartiene invece alla maggioranza, si lamenta della troppa tecnicalità del dirigente e della «propaganda elettorale» della maggioranza quando invece «servizi come gli scuolabus non sono ancora partiti, dopo un mese. Il decennio 2000/2010 viene volutamente dimenticato quando si parla di cattiva amministrazione, e andrei anche un po’ più indietro. Lo sperpero non può essere imputato solo a una giunta. E l’Amaco è in crisi dal 2005». Infine annuncia l’abbandono dell’aula prima del voto.
Al dibattito avevano preso parte tra gli altri Giuseppe Ciacco (Franz Caruso sindaco), Concetta De Paola, Francesco Alimena e Aldo Trecroci (Pd) e Bianca Rende (Bianca Rende sindaca) che ha annunciato l’astensione del gruppo. (euf)
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