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il concertone

Capodanno 2024 in Calabria, attenzione ai camerini di Amadeus

La scintilla della polemica è sempre dietro l’angolo. Tra location e ipotesi sul ritorno di marketing, la festa resta per il pubblico in piazza

Pubblicato il: 17/10/2023 – 7:38
di Lucia Serino
Capodanno 2024 in Calabria, attenzione ai camerini di Amadeus

In genere gli strepiti partono dalla scelta del luogo, poi si fa polemica sui costi, infine si grida allo scandalo per i camerini degli artisti. Solitamente il concertone Rai di fine anno si fa in una piazza italiana dove si affacciano o il Comune o la sede della Provincia, per praticità gli uffici pubblici vengono a messi a disposizione di Amadeus e delle ballerine per i cambi di scena dell’“Anno che verrà”. In Rai sono preparati, il medley delle chiacchiere, ogni anno, è più o meno sempre lo stesso. L’anno scorso si aspettò in piazza a Perugia l’arrivo della mezzanotte cantando con Albano e i Ricchi e Poveri (anche la scelta degli artisti sarà motivo di polemica e anche su questo la Rai ha il format pronto della replica). Il concerto era a spese della Regione Umbria e del Comune di Perugia. L’anno prima del comune di Terni. L’opposizione, il Pd, denunciò, nell’ordine: troppi soldi, uno schiaffo alla miseria, il palco troppo grande oscura i monumenti della piazza, nelle altre città della regione non s’è fatto nulla, e infine la storia dei camerini che l’anno scorso accomunò nel mal comune il concerto Rai con quello di Canale 5 che si svolse a Genova. Qui gli assessori del palazzo della giunta regionale in piazza Ferrari furono sfrattati per far posto al necessaire di Patty Pravo e Federica Panicucci, alla Regione portarono poltrone di raso rosa, specchi ovali, altri furono messi di lato per vedere l’effetto che fa. Computer e scrivanie imballate.
A Perugia per lo show Rai dell’anno scorso idem, la sala dei Notari di palazzo dei Priori fu chiusa al pubblico per allestire i camerini degli ospiti per un mese e mezzo. Apriti cielo, tutti a fare i conti, ma quanto s’è perso per i mancati ingressi? A Terni l’anno prima furono più previdenti, il palco fu ospitato in uno spazio privato, uno dei capannoni dell’acciaieria, e gli unici screzi furono sulla gestione dei biglietti di ingresso per poter assistere all’evento. Il più grande screzio ci fu in diretta sul palco, ve lo ricordate? Amadeus interruppe l’esibizione dei Cugini di campagna che a sorpresa (a sorpresa?) eseguirono un brano dei Maneskin. «Fermi, gridò Amadeus, così disorientate il pubblico a casa».
Ecco, il grande convitato della notte catodica di San Silvestro, il pubblico a casa. E’ un pubblico in prevalenza di anziani e di profilo sociale medio basso, restano incollati alla tv quelli che non hanno la possibilità di andare a sciare o di alzare i calici in qualche resort con le palme. Sono gli italiani che la domenica pomeriggio guardano Mara Venier, quelli legati ad Albano e Umberto Tozzi, una certezza che non cambia nella mutevolezza delle loro fortune. Perciò la scaletta, salvo innesti giovanili e sanremesi, non cambia mai. Ma anche a quelli che si ritrovano per fare festa lontani dalla piazza del concerto  – e sono i più – il countdown del 31 dicembre serve spesso per sincronizzare gli abbracci allo scoccare delle mezzanotte, massimo punto dell’auditel. Figuratevi quando – era la notte tra il 2015 e il 2016 e lo show di RaiUno era in diretta da Matera con Amadeus e Rocco Papaleo sul palco – il countdown fu sbagliato e la mezzanotte arrivò con 40 secondi di anticipo insieme a delle bestemmie che scapparono in diretta tra gli oltre 150mila sms di auguri mandati dai telespettatori e trasmessi in sovrimpressione. Viale Mazzini imbarazzata, un dirigente Rai fu sospeso. Eravamo all’inizio del botto di cinque anni che la Rai aveva messo in cassa in Basilicata, cinque edizioni di spettacolo dalle piazze della regione che viveva il suo momento magico con la capitale della cultura europea nei Sassi. Questa storia sarebbe troppo lunga da raccontare ma basti ricordare che furono cinque anni in cui dal primo gennaio al 31 dicembre ciclicamente la questione del “dove lo facciamo quest’anno?” tornava centrale nel dibattito pubblico. Si scannarono, anche giudiziariamente, soprattutto tra Potenza e Matera.

Ora tocca alla Calabria. Il presidente Occhiuto, già sei mesi prima, è stato bravo a mettere le mani avanti sui soldi, («sono soldi destinati allo spettacolo, non li stiamo sottraendo ad altro». Altrove, in verità, non è stato sempre così, si sono fatte un po’ di acrobazie di bilancio). Meno verosimile che abbia spinto perché la presenza Rai fosse biennale rispetto alle intenzioni di svernare a sud del Pollino per una sola stagione. Ovunque avanza, l’esercito di Rai Uno si accampa ormai almeno per due anni. Pacchetto promozione, business is business anche per la tv di Stato. Anche sulla scelta della città dove allestire il palco il governatore si è già sbottonato bruciando i sogni di gloria di chi si era autocandidato. Avanza l’ipotesi Crotone, piazza Pitagora e lo stadio sono i due luoghi potenzialmente idonei. E anche questa polemica è morta sul nascere. 
Vediamo se resiste la discussione sulla promozione turistica dello show. Ancora non s’è alzato il dito sul ritorno di marketing per la Calabria. C’è sicuramente l’impatto visivo immediato con le cartoline dai luoghi della regione e altri collegamenti inseriti nel palinsesto Rai (eppure, onestamente, a Matera o a Perugia si va grazie al concerto Rai?) ma il vero impatto, cioè quello economico, non è mai stato calcolato da nessuna parte e neppure si può tentare di calcolarlo semplicemente perché il marketing turistico è un concorso di azioni, spesso immateriali. Ci saranno le spese di prossimità (alberghi ristoranti bar) che in ogni caso ci sarebbero con qualunque concerto di piazza di qualità. Il palco di Amadeus, la notte di Capodanno, è in realtà un non luogo, potrebbe essere montato in qualunque città d’Italia, per il pubblico da casa non cambia. Cambia, invece, per il pubblico che è dietro le transenne. Per i calabresi, cioè, “pitagorici” e gli altri che si uniranno nella piazza di Crotone, sperando che sia la piazza e non lo stadio. La festa è per loro. E questo, in fondo, è il migliore investimento che si potesse fare. (redazione@corrierecal.it)

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