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L’attacco

Orrico contro Occhiuto: «Arpacal? Scelta autocratica, c’era graduatoria»

Affondo della deputata 5 Stelle: «C’è un distacco abissale tra le dirette social e la trasparenza amministrativa di chi governa la Calabria»

Pubblicato il: 17/10/2023 – 16:29
Orrico contro Occhiuto: «Arpacal? Scelta autocratica, c’era graduatoria»

CATANZARO «La vicenda della nomina del nuovo commissario regionale dell’Arpacal, ora agli arresti domiciliari, fa emergere, per l’ennesima volta, una problematica molto calabrese: l’abitudine di nominare persone di fiducia nei posti chiave per la gestione delle politiche pubbliche». Lo afferma in una nota la deputata del Movimento 5 stelle Anna Laura Orrico.
«Delle questioni giudiziarie – dice Orrico – che riguardano il diretto interessato non tocca a noi parlarne, se ne occuperanno giudici ed inquirenti, ma il criterio di scelta operato in questa, come in altre circostanze, dal presidente Occhiuto è una questione politica su cui riflettere. Sintomo, cioè, di una certa visione, autoreferenziale e autocratica che, invece di amministrare ambisce, forse, a regnare».
«E poco importa – continua l’esponente pentastellata – che la nomina del commissario sia stata revocata, come si sono affrettati a precisare dal governo calabrese, perché il decreto del presidente non era stato ancora firmato. Resta il fatto che c’era una graduatoria di idonei, frutto di una selezione pubblica, contenente 25 possibili candidati alla guida di Arpacal. Eppure, il presidente Occhiuto aveva preferito bypassarla per nominare un docente di una nota università telematica privata senza darne alcun conto ai calabresi».
«Come se non bastasse, inoltre – aggiunge Orrico – è di queste ultime ore, la notizia che il governatore proporrà in Giunta il nome di un nuovo commissario pro tempore. Insomma, sembrano ormai lontani i tempi in cui il ‘commissario’ Occhiuto annunciava la fine di ogni forma di commissariamento degli enti pubblici calabresi. Una prassi che pare andar bene anche ai suoi compagni di viaggio silenti sulle scelte della classe dirigente che dovrebbe occuparsi della res pubblica nostrana».
«L’impressione è che – conclude Anna Laura Orrico – vi sia un distacco abissale fra le patinate dirette social di chi ci governa e la realtà di una regione che, ora come non mai, necessita di scegliere con maggiore cura e trasparenza i dirigenti della macchina burocratico amministrativa e non solo».

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