TROPEA È la prima riunione del consiglio comunale di Tropea dopo la decisione della Prefettura di inviare la commissione d’accesso antimafia per verificare eventuali infiltrazioni mafiose nella compagine amministrativa. Da questo fatto si parte nella discussione, con il sindaco Giovanni Macrì che si dice «amareggiato e dispiaciuto» ma pronto ad andare avanti.
«Continuerò a non risparmiarmi – spiega –, a uscire all’alba per vedere se il territorio ha bisogno di qualche intervento. Oggi la migliore parola spesa è quella non detta, quando sarà il momento rappresenterò quello che è successo». Per Macrì la decisione è la conseguenza di una serie di “pressioni”: «Tanto tuonò che piovve – spiega ai consiglieri –, a un certo punto è giusto e opportuno, anzi forse né giusto né opportuno ma comprensibile, dopo le continue aggressioni ricevute, che si facesse una verifica. È comprensibile che si sia arrivati a questa decisione, sono dispiaciuto e amareggiato, aspettiamo fiduciosi l’esito di questa verifica».
Parole tese quando dai banchi dell’opposizione si chiede se il sindaco si aspettasse la decisione: «Non sono Nostradamus. Non mi aspettavo nulla, lavoro e continuo a lavorare con la massima serenità. Mi dispiace ma si va avanti, anche perché sono sicuro della bontà del lavoro svolto». I toni si alzano quando – ancora dall’opposizione – si fa riferimento alla scomparsa di alcuni documenti dagli uffici comunali nei giorni scorsi. «Voi state male, dite cose gravissime che vi sfido a denunciare – sbotta Macrì –. Vi pare che facciamo sparire documenti».
Macrì dice no anche quando si evocano eventuali dimissioni: «Non eviterebbero l’eventuale commissariamento del Comune, qualora venissero rilevati fatti gravi». Poi ricorda che in passato, «quando arrivò la commissione d’accesso e io ero all’opposizione mi strinsi alla maggioranza. È questo l’atteggiamento giusto, mi sono sempre speso per la città». (redazione@corrierecal.it)
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