REGGIO CALABRIA La data che tutti hanno cerchiato in rosso a Reggio Calabria è il 25 ottobre. Tutta la politica reggina e calabrese trattiene il respiro in attesa di arrivare al fatidico giorno dell’udienza in Cassazione sulla vicenda “Miramare”, la vicenda che ha portato alla sospensione del sindaco Giuseppe Falcomatà, del Pd, in forza della Legge Severino dopo la sua condanna in primo e secondo grado per abuso d’ufficio. Mercoledì prossimo è lo spartiacque in riva allo Stretto, perché dalla decisione della Cassazione discendono due scenari completamente diversi, ma che in ogni caso impegneranno gli schieramenti a determinarsi di conseguenza e ad adeguarsi alla nuova situazione.
Lo scenario che possiamo definire A è quello che si delineerebbe nel caso la Cassazione dovesse dare ragione a Falcomatà. In questo caso la sospensione cesserebbe, le sindacature facenti funzioni al Comune – con Paolo Brunetti – e alla Città Metropolitana – con Carmelo Versare – finribbero e Falcomatà rientreebbe alla guida delle due amministrazioni. Per quanto riguarda Palazzo San Giorgio, fonti accreditate riferiscono che Falcomatà potrebbe procedere a un azzeramento dell’attuale Giunta – e il possibile insediamento di una Giunta essenzialmente tecnica e di alto profilo – con l’obiettivo di portare a scadenza naturale la consiliatura. Nel campo del centrosinistra ovviamente non mancano fibrillazioni, e il rientro di Falcomatà non sarà indolore, mentre il centrodestra proseguirebbe nella sua azione di opposizione invocando comunque – come sta già facendo – le dimissioni di Falcomatà e lavorando per la costruzione di un’alternativa. La Lega peraltro ha ricordato che sul quadro politico reggino pesa anche l’incognita di un altro processo per Falcomatà, quello cosiddetto “Miramare bis” sulla mancata costituzione del Comune di Reggio Calabria come parte civile nel processo “Miramare”.
Ma c’è anche lo scenario B , quello che si delineerebbe nel caso di conferma di condanna di Falcomatà da parte della Cassazione. Scenario che cambierebbe completamente tutto il quadro politico a Reggio Calabria, perché in questo caso la città sarà chiamata alle urne nella prima finestra utile, che significa 2024, insieme alle Europee. Un’eventualità che – stando a quanto riferiscono diversi osservatori politici – al momento troverebbe sostanzialmente impreparati entrambi gli schieramenti, forse un po’ di più il centrosinistra. Perché Falcomatà comunque non sarebbe ricandidabile (è già a due mandati e poi si dice che la sua proiezione sia soprattutto la Regione) e il Pd con gli alleati sarebbe chiamato ad accelerare trattative sicuramente complicate per trovare la quadra su un nome forte da candidare a sindaco. Quanto al centrodestra, se Reggio dovesse andare al voto nel 2024 anche questa casella rientrerà nel tavolo nazionale nel quale a esempio già c’è Vibo Valentia, anche se ovviamente l’importanza della piazza reggina – che è Città Metropolitana – probabilmente richiederà un approfondimento speciale: l’obiettivo del centrodestra ovviamente è quello di evitare l’errore del passato, come la candidatura di Antonino Minicuci, della Lega, sponsorizzato da Matteo Salvini, candidatura autorevole ma elettoralmente poco attrattiva. Ovviamente, sono in tanti a essere sotto i riflettori quali papabili candidati, dall’”uomo forte” di Forza Italia Francesco Cannizzaro alla vicepresidente della Regione, Giusi Princi, molto vicina allo stesso Cannizzaro, dalla senatrice della Lega Tilde Minasi, mentre all’orizzonte non mancano suggestioni su nomi di prestigio di area, come il presidente della Camera di Commercio di Reggio Antonino Tramontana o anche il rettore della Mediterranea Giuseppe Zimbalatti. In ogni caso, sono tutti scenari subordinati al crocevia del 25 ottobre.
Al momento in campo – a quanto sembra – ci sono l’editore Eduardo Lamberti Castronuovo, che ha già aperto una sua segreteria politica, e il consigliere comunale Massimo Ripepi, che si è sganciato dal centrodestra ufficiale per avvicinarsi al sindaco di Terni Bandecchi, coordinatore nazionale di Alternativa popolare, nome emerso nei mesi scorsi nel contesto delle trattative per il “salvataggio” della Reggina. Insomma, finora tantissime incognite e certezze pari a quasi zero, e del resto è anche comprensibile visto che fino al crocevia del 25 ottobre il tema del voto a Reggio non si pone. Mentre in tanti, a Reggio, sotto sotto studiano le mosse di Peppe Scopelliti, l’ex sindaco (ed ex governatore) che ha finito di scontare la condanna e che da settimane riempie le piazze della Calabria presentando il libro nel quale ripercorre la sua esperienza da politico e da detenuto: Scopelliti ha già detto in tutte le salse che non intende ritornare in politica e chi lo conosce dice che è davvero inamovibile, ma la sua figura comunque aleggia sul cielo del centrodestra e non solo. (cant. a.)
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