CATANZARO La Società Italiana di Medicina Interna, Simi, mette il turbo alla ricerca italiana under40, con premi e concessione di ricerca. Nel corso del congresso nazionale che si terrà a Rimini, assegnerà tre premi a giovani ricercatori under 40. Quattro prestigiosi concessi andranno invece a co-finanziare altrettanti progetti di ricerca presentati da under 40. «La Simi – afferma il presidente Giorgio Sesti – è sempre è stata attenta a valorizzare i migliori giovani ricercatori in Medicina Interna. Già dallo scorso anno abbiamo investito 100.000 euro all’anno per co-finanziare 4 progetti di ricerca ai vincitori di bandi competitivi ai quali partecipanti numerosi giovani ricercatori con proposte di ricerca molto innovative, per valorizzare ulteriormente la ricerca, abbiamo anche istituito un premio per giovani internisti riservato a ricercatori che siano stati autori di 5 pubblicazioni scientifiche con un elevato impatto scientifico per ricerche svolte in un centro italiano e 2 premi per giovani ricercatori che siano autori di una recente pubblicazione scientifica (2021, 2022, 2023) ad elevato impatto scientifico e contenente risultati di ricerche svolte in un centro italiano».
Anche quest’anno la partecipazione ai bandi competitivi è risultata molto elevata, una testimonianza dell’elevato valore della ricerca Italiana nel campo della Medicina Interna che colloca l’Italia al 4° posto nel mondo per indici citazionali (h-index).
I premi SIMI 2023 alle ricerche di tre giovani under 40 sono andati a Teresa Vanessa Fiorentino dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro a Lorenzo Bertolino dell’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’ di Napoli ea Lucilla Crudele dell’Università di Bari.
Nel primo caso, il riconoscimento alla professore associato di Medicina Interna all’Università Magna Graecia è arrivato per gli studi sul ruolo dell’aumentato assorbimento duodenale di glucosio e fruttosio nella patogenesi di obesità, diabete di tipo 2 e fegato grasso, nel secondo caso per ricerche sull’NT-proBNP come biomarcatore di prognosi nei pazienti con endocardite infettiva, un’infezione delle valvole del cuore non frequente, ma potenzialmente fatale.
Nel terzo caso, per studi su come bassi livelli di colesterolo HDL nei pazienti con fibrosi epatica possono predire lo sviluppo di epatocarcinoma e su come questo permette di intervenire con strategie di prevenzione.
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