Con tristezza e preoccupazione abbiamo constatato che l’entusiasmo manifestato dall’amministrazione comunale nel comunicato stampa con il quale si è data notizia dell’approvazione da parte della Cosfel dell’ipotesi di piano di rientro, è molto discutibile, perché usa toni trionfalistici rispetto all’adozione di una procedura che, per quanto più leggera di quella di riequilibrio inizialmente perseguita, è comunque una procedura di rientro da ulteriore debito, che scaricherà sui posteri e sulle future generazioni un debito ingente, compresi 2 milioni di debiti fuori bilancio, che si aggiunge a quello monstre che nessuno finora è stato in grado, non certo di estinguere, ma neanche ancora di quantificare con esattezza.
Il formarsi di una nuova massa debitoria, in così breve tempo, ha cause ben individuate dalle relazioni dei vari collegi dei revisori che si sono succeduti che indicano come necessarie e indifferibili specifiche azioni di risanamento mai seriamente messe in campo, specie con riguardo alla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico ed alla riduzione dell’ingente evasione tributaria ed extratributaria che è il vero male endemico e quasi ontologico di questa città.
L’attività di riscossione di Municipia è ai limiti della follia, specie nel settore idrico, con richieste ingenti risalenti ad anni lontani e prive di corrispondenza nelle (poche) letture effettuate a dispetto di impegni contrattuali che porrebbero a carico del Gestore costanti attività di verifica e monitoraggio.
Eppure si continua, inspiegabilmente, ad insistere per la soluzione Project Financing di Municipia in ambito tributario e patrimoniale con forzature interpretative sulla sostenibilità di un project in ambito tributario e in presenza, inoltre, del nuovo gestore Arrical nel settore idrico.
Peraltro sulla strada di Damasco del Project, ancora oggi, a distanza di due anni, ribadisco due anni, non si ha notizia sullo stato dell’arte, nonostante sia stata posta alla base del processo di risanamento la messa a regime delle entrate tributarie e patrimoniali, il recupero del pregresso e l’abbattimento del Fondo credito di dubbia esigibilità sia a competenza che a residui che pesa per decine di milioni sul bilancio dell’Ente.
Eppure nella relazione sulla composizione del disavanzo, tra le misure del risanamento ex art. 268, decreto legislativo 267/2000 si annuncia con solennità che le procedure per il ricorso da parte dell’amministrazione all’esternalizzazione della gestione delle entrate tributarie ed extratributarie (pag. 12) sono in corso.
Tuttavia, su questo fronte si registra il vuoto decisionale ed informativo da parte dell’Ente che, peraltro sconta annosi contenziosi con il soggetto che dovrebbe implementare il project. Ed anche su questi contenziosi regna il più assoluto silenzio.
A che punto siamo con questa procedura? La Città ha diritto di sapere? Ritenete di essere nel dovere di rispondere?
Ci si attende dall’azione 3 – Gestione impianti sportivi un introito di 1.088.000,00 euro; dalla misura 4 – Diritti manutenzione caldaie ben 2.965.140,00 euro.
Un capitolo a parte merita la situazione dell’Amaco rispetto alla quale si annuncia un accantonamento di 2,900.000 euro ulteriori rispetto agli impegni di ricapitalizzazione mediante conferimento di beni già assunti a suo tempo.
Si tratta di operazione condivisibile attesa la priorità del salvataggio di Amaco, con annesso Tpl e bacino di lavoratori a partire anche dall’assunzione dei due autisti ai quali era stato negato il rinnovo contrattuale.
Sembra si tratti di accantonamento a copertura di deficit che la gestione concordataria pare non dovesse essere in grado di ripianare, con conseguente rischio di default aziendale.
Rimane, comunque, il grande dubbio sulla capacità dell’Azienda di ripristinare gli equilibri contabili della gestione ordinaria, prevenendo la formazione di ulteriori e nuove perdite e la nuova erosione patrimoniale che riporterebbe Amaco in ambito fallimentare.
La richiesta che rimane, quindi, e che poniamo all’Amministrazione è: in quali azioni si sta concretizzando il piano di rilancio dell’Amaco?
I nuovi autobus sono stati annunciati (acquistati da CoMeTra), ma non si vedono perché non sono stati ancora immatricolati. Tra questi, 2 mezzi elettrici ancora in deposito.
Da un recentissimo nostro accesso agli atti, risulta un incasso, dal 01.01.2023 al 10 ottobre scorso di circa 133.000 euro per titoli di viaggio (specie per abbonamenti, visto che le obliteratrici sui mezzi non funzionano), e di circa 278.000 euro per parcometri (dato, questo che la dice lunga sulla correttezza delle multe elevate su chi è costretto alla seconda fila, per mancanza di stalli liberi e a pagamento) per un totale di 410.000 euro ai quali vanno aggiunti i ricavi del parcheggio coperto di via Moro.
Dove vogliamo andare con questi dati e senza una seria politica di rilancio dell’azienda e del servizio?
Nessuna misura concreta per ripristinare il buco aperto dalla distrazione dei fondi vincolati sui quali dopo l’ennesimo impegno assunto in apposito consiglio comunale con relazione dell’ex assessore al Bilancio sulla necessità di assicurare copertura ai debiti di parte vincolata a tutela del patrimonio e dei creditori, nulla si è mosso in quella direzione.
E veniamo al Bilancio: un bilancio che nessuno conosceva quando è arrivato in Giunta e che è stato approvato al buio da assessori succubi dalla minaccia di subire la stessa sorte dei precedenti. L’assessore Giordano, al quale rivolgiamo come sempre il nostro apprezzamento e il nostro attestato di stima.
Fatte passare in sordina le sue dimissioni giustificate per motivi personali che ben sappiamo non sarebbero mai avvenute con questi tempi e modi se non provocate da attacchi gratuiti ai quali non si è potuto e voluto porre un argine.
In realtà ad essere respinta è una linea fin qui seguita che è stata la linea del sindaco che aveva promosso e sponsorizzato la scelta del piano di riequilibrio.
Se c’è stato errore nella scelta dell’articolo da seguire, l’errore è stato della giunta e non del singolo assessore, guidato in questo dall’interlocuzione di luglio col Ministero.
Le modalità di rimozione, senza una parola di stima o di commiato, danno il senso di quanto poco contino le persone e la loro dignità in questa giunta. Un’avvertenza a tutti gli assessori rimasti, tranne a quelli che si ritengono a buon titolo (familiare o politico) intoccabili.
Del resto, che più d’un consigliere si senta poco considerato è arcinoto e reso evidente dal voto segreto sul presidente dei revisori, che ha difeso la dignità del Consiglio.
I numeri di questo piano di rientro dimostrano in maniera inconfutabile che ci si trova davanti a un disavanzo strutturale con il quale fare i conti e che si accumula anno dopo anno, in mancanza di azioni visibili e sostanziali su quello che è il vero nodo scoperto e tuttora irrisolto del nostro bilancio comunale: quello delle entrate.
Con questo piano di rientro si assumono nuovi impegni con il Ministero ma quali fatti possiamo vantare a supporto della nostra credibilità?
Un accordo con la Guardia di Finanza per l’emersione delle situazioni di evasione più clamorosa? Un piano di recupero dei canoni dal patrimonio immobiliare e dalle strutture sportive in concessione? Un ridisegno del sistema comunale di riscossione? Ci pare che nulla di tutto questo sia in itinere.
Non certo di buon governo sono indice, ulteriori debiti fuori bilancio da istruire e riconoscere pari a oltre 2 milioni in aggiunta ai 40 milioni già da ripianare incrementando sensibilmente, a dire dell’Amministrazione, ma solo a dire, la capacità di realizzo delle entrate tributarie ed extra tributarie, combattendo la pesante evasione Imu e riducendo la spesa corrente.
A fronte di attività da ripianare per oltre 40 milioni si prevedono rimedi poco credibili e difficili da raggiungere quali l’esternalizzazione delle entrate, che finora non ha dato risultati, l’abbattimento dei costi per l’energia elettrica che con un ipotetico ulteriore project bloccherà, per anni, i costi a bilancio su livelli molto alti (quasi 3 mln di euro) salvo poter benificiare, successivamente, di risparmi sul fronte energetico (chi vivrà vedrà), la lotta ad ulteriori debiti fuori bilancio che sono fonte di contenzioso, la ricapitalizzazione dell’Amaco, la concessione di servizi in project financing, l’aumento dei contratti di affidamento degli impianti sportivi fino a 1 miliardo, l’aumento delle entrate attuali del 40%; un recupero dall’evasione Tari di quasi 1 milione, il recupero dall’evasione Imu di oltre 14 milioni e del Servizio idrico per oltre 1 milione e mezzo, la riduzione delle spese e affidamento servizi per oltre 7 milioni e 300mila, la riduzione delle spese di affitti passivi per quasi 1 milione e mezzo…
Verranno realizzati questi obiettivi che preoccupano la cittadinanza più virtuosa che non evade i tributi? Perché il Collegio dei revisori dichiara esplicitamente parere favorevole «subordinandolo solo ed esclusivamente all’accoglimento della procedura straordinaria». Di contro, in caso di eventuale non ammissione, il parere deve intendersi sfavorevole? O si vuole andare avanti continuando nel vecchio vezzo dello struzzo di nascondere la testa e i debiti sotto la sabbia e nel fumo delle procedure, pur di arrivare alla fine della consiliatura? E che siano, poi gli altri a risolvere i problemi (gioco noto a Cosenza).
La città ha bisogno di nuove opportunità di sviluppo che non possono che passare dalla riacquisizione di stabilità e forza finanziaria che sono alla base di ogni strategia di crescita.
E’ essenziale che l’amministrazione dimostri coraggio e determinazione nell’azione di risanamento. Ad oggi, però, poco o nulla si è visto e fatto in questa direzione e questo bilancio che continua a millantare programmi e azioni è poco credibile nella misura in cui si tratta delle stesse azioni inserite nel piano di riequilibrio per il 2022 nessuna delle quali risulta avviata.
Per tutti questi motivi, non riteniamo di poter dare il nostro assenso ad un documento contabile che gli stessi revisori evitano di valutare espressamente rimettendo il proprio al giudizio ministeriale.
Serve urgentemente una linea guida amministrativo-contabile da poter seguire come obiettivo prioritario.
Ad oggi il Comune di Cosenza ne è del tutto privo e la sensazione è che si proceda a tentoni, magari esautorando chi non condivide quei tentoni…
Noi non ci renderemo complici rispetto a condotte simili a quelle di chi ci ha preceduto, che ha nascosto i debiti come la polvere sotto il tappeto, scaricandole sulle generazioni future. Siamo stati scelti per vigilare che un cambio di passo davvero si realizzi e intendiamo farlo, nell’interesse della Città, qui e ora.
*consigliere comunale
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