RENDE «Non alziamo barricate, ma servono progetti concreti». A Rende si riuniscono associazioni, movimenti, partiti (di sinistra ma non solo) per dire – ancora una volta – no al progetto di «fusione a freddo» della “Grande Cosenza“. Il progetto di legge della Regione Calabria, di unire Rende a Cosenza e Castrolibero, continua a far discutere. Il commento dell’ex sindaco di Rende, Sandro Principe è netto: «Si può fare senza una sperimentazione senza sentire quelli che poi dovranno essere i protagonisti di questa città unica, cioè i cittadini?». Ovviamente no è la risposta per l’ex primo cittadino, riformista e progressista. «Sono convinto che sarebbe un boomerang per il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto far sorgere questo coacervo che poi finirà per non funzionare. Noi non poniamo pregiudizi, diciamo però che bisogna partire da un progetto, bisogna sperimentarlo e ci sono gli istituti adatti alla sperimentazione, poi bisogna fare un referendum perché i protagonisti devono essere i cittadini, non può essere una cosa arbitraria, forzata, una sorta di decreto catenaccio». La sala di un noto hotel di Quattromiglia è gremita, al tavolo si alternano i relatori. «Io non mi oppongo a una fusione, mi oppongo a una proposta che non è motivata e si configura come un atto di prepotenza», dice l’ex consigliere di Rende Mimmo Talarico. «Nessuno ha spiegato quali siano i vantaggi per i cittadini e soprattutto questa proposta non parte dai cittadini ma parte da un consigliere regionale, da un gruppo di consiglieri regionali, unica cosa rara in questo contesto», asserisce Talarico. Che aggiunge: «In Italia, si sono realizzate in questi anni 138 fusioni, questa è l’unica proposta di fusione che nasce dal Consiglio regionale». Sul tema interviene anche il segretario del Psi di Rende Francesco Tenuta. Che contesta «questo metodo di imposizione, di prevaricazione che ovviamente non ci appartiene. È una proposta di legge antidemocratica, illiberale, anticostituzionale e infatti ci opporremo in qualsiasi sede, se questa proposta di legge dovesse passare». Dalle parole ai fatti, Tenuta rilancia «unitamente a tutte le altre forze civiche di questa città, un’altra proposta di legge che segue dei passaggi condivisi». L’avvocato Tenuta cita la Corte dei Conti, «l’organo costituzionale ha dettato un manifesto politico inequivoco in questa materia dicendo che ci vuole uno studio di fattibilità e la proposta di legge di fusione non ha uno studio di fattibilità». E – continua – «quello che proponiamo è l’unione dei servizi. Prima sperimentiamo e poi capiamo se può o meno trasformarsi in una unione di comuni». (f.b.)
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