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Massacro nella striscia di Gaza, il grido di Ucoii: «Il governo italiano condanni questa atrocità»

La sezione calabrese dell’Unione delle comunità Islamiche d’Italia invita a fermare il «genocidio» che sta «spazzando via intere famiglie palestinesi»

Pubblicato il: 19/10/2023 – 16:03
Massacro nella striscia di Gaza, il grido di Ucoii: «Il governo italiano condanni questa atrocità»

Chiedono la «fine del genocidio contro la popolazione Palestinese nella Striscia di Gaza» ma anche «l’apertura della frontiera di Rafah per l’Invio urgente e garantito di aiuti umanitari, acqua ed energia alla popolazione».
La guerra che sta imperversando tra Israele e la Palestina non lascia indifferente la sezione calabrese dell’Unione delle comunità Islamiche d’Italia (Ucoii). Il referente Ahmed Berraou invita a non rimanere «indifferenti e inermi davanti a questo massacro nella striscia di Gaza come nella Cisgiordania occupata». Il dito è puntato contro quello che senza remore viene definito un «genocidio»: «Israele ha assassinato almeno 3500 Palestinesi a Gaza e 61 in Cisgiordania, un terzo dei quali bambini. Più di 14mila sono i feriti. 60mila le case demolite e oltre un milione i palestinesi sfollati deliberatamente. Il genocidio sta spazzando via intere famiglie, radendo al suolo interi quartieri a Gaza, distruggendo tutti le infrastrutture, reti idriche e elettriche. Dopo un embargo di 16 anni in un campo aperto di due milioni e passa di persone, la metà bambini e giovani».
Berraou indica i fatti che hanno sopraffatto i palestinesi: «Martedì 17 ottobre, bombe israeliane hanno colpito una scuola Onu e l’ospedale Al Ahli dove una parte del milione di sfollati cercava rifugio, uccidendo più di 800 palestinesi».
E chiede «l’invio di forze Onu in tutta la Palestina, per la protezione della popolazione palestinese dall’occupazione israeliana. L’attuazione delle Risoluzioni Onu e che il governo italiano condanni questa atrocità israeliana nello stesso livello quando ha reagito contro il raid di Hamas».
«Quando la storia ci giudicherà – dice Berraou –, potremo dire di non essere stati complici. La solidarietà chiama. L’indifferenza non paga. Il silenzio è complicità. Uniti nella condanna delle atrocità inflitte al popolo palestinese. L’ultimo giorno di occupazione sarà il primo giorno di pace».

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