AOSTA Il perito incaricato dalla Corte d’appello di Torino avrà 90 giorni per verificare la congruità dei redditi del ristoratore Antonio Raso rispetto agli investimenti fatti nel corso degli anni. L’incarico è stato affidato stamane al commercialista Dario Spadavecchia e la prossima udienza è fissata per l’8 febbraio 2024. L’appello-bis sulla confisca dei beni di Raso, coinvolto nel processo Geenna sulla ‘ndrangheta in Valle d’Aosta, segue l’annullamento con rinvio, deciso lo scorso aprile dalla Cassazione, della precedente sentenza di secondo grado. La confisca, che era stata disposta il 12 aprile 2021 dalla sezione misure di prevenzione del tribunale ordinario di Torino, riguardava le quote appartenenti a Raso – difeso dall’avvocato Ascanio Donadio – della società che gestisce il ristorante La Rotonda di Aosta, un appartamento, un’autorimessa, due autovetture, tre conti corrente (dei quali uno al 50%) e il saldo attivo di due carte prepagate. «L’acquisizione dei beni confiscati – aveva scritto la Suprema Corte – non risulta correlata cronologicamente al giudizio di pericolosità sociale qualificata formulato nei confronti di Raso dalla Corte di appello di Torino, occorrendo verificare se tale condizione soggettiva, che si faceva risalire al 2009, si era manifestata al momento dell’acquisto dei beni confiscati». Ad esempio le quote del ristorante La Rotonda «erano state acquistate dal ricorrente nel 2002», quindi ben prima del 2009. Nell’ambito del processo penale Geenna con rito ordinario, Antonio Raso, scarcerato il 31 marzo scorso dopo oltre quattro anni di custodia cautelare, a gennaio si era visto annullare con rinvio dalla Cassazione la condanna a dieci anni di reclusione per associazione mafiosa. E’ fissato al 15 novembre l’appello-bis per lui, Monica Carcea, Nicola Prettico e Alessandro Giachino.
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