LAMEZIA TERME «Le indicazioni Ministeriali, a cui hanno dato seguito Comune e Provincia, per il dimensionamento degli Istituti scolastici che prevedono i parametri per il mantenimento dell’autonomia, non sono altro che il rafforzamento dell’aziendalizzazione del sistema formativo italiano. Queste sono scelte molto delicate perché andranno ad incidere sulla formazione dei nostri ragazzi e quindi sul futuro della nostra Nazione». È quanto scritto in un comunicato a firma congiunta dei presidenti degli istituti lametini: Pasquale Maria Natrella, Presidente dell’Istituto Comprensivo “Perri-Pitagora”; Nicola Mastroianni, Presidente dell’Istituto Comprensivo “Ardito-Don Bosco”; Maria Panarello, Presidente dell’Istituto Comprensivo “Manzoni-Augruso”; Giovanna Cimino, Presidente dell’Istituto Comprensivo “Borrello-Fiorentino”; Maria Francesca De Pino, Presidente del Liceo Scientifico “Galileo Galilei”; Valerio Saladini, Presidente Istituto Polo Tecnologico “Carlo Rambaldi”; Ugo Gigliotti, Presidente dell’Istituto Comprensivo “Don Saverio Gatti”; Annita Vitale, Presidente dell’Istituto Comprensivo “Don Milani”; Massimiliano Serrao, Presidente Liceo Statale “Tommaso Campanella”; Antonio De Fazio, Presidente Liceo Classico “Francesco Fiorentino”.
«Senza entrare nel merito – si legge – delle scelte fatte dalle amministrazioni locali, come genitori e Presidenti dei Consigli d’Istituto della città di Lamezia Terme riteniamo che procedere a grandi passi verso un concetto privatistico-organizzativo del sistema formativo scolastico sia un errore che pagheremo a caro prezzo, così come stiamo pagando purtroppo a carissimo prezzo, con la perdita di vite umane, l’errore che in passato è stato commesso, e si continua a perpetrare, nell’aziendalizzare il sistema sanitario nazionale. Ma in settori strategici come scuola, sanità, giustizia che riguardano la formazione, la salute e la vita del cittadino, non si può pensare di ragionare in termini solo numerici, come se fossero delle aziende che devono produrre un introito: questi sono servizi che non possono e non devono produrre guadagni materiali, anzi ci aspettiamo che lavorino in perdita per garantire i migliori servizi possibili ai cittadini. Questi servizi sono fondamentali per la democrazia stessa di un Paese e ci aspettiamo che essi siano garantiti anche se economicamente gravosi per i bilanci dello Stato, in quanto vengono sostenute con le tasse dei contribuenti. Ci saremmo aspettati un potenziamento in questi settori strategici, fondamentali per la democrazia, la salute e la crescita di un Paese, in particolare nella scuola pubblica che è fondamentale per la formazione delle nuove generazioni che saranno chiamate a sfide sempre più importanti e che solo attraverso di esse una Nazione può sperare di migliorare e crescere anche economicamente. Invece purtroppo siamo costretti ad assistere alla perdita di servizi, di posti di lavoro e della presenza dello Stato sul territorio. Se facciamo un confronto con le altre nazioni noi ci poniamo come fanalino di coda, considerato che per la formazione e la ricerca vengono destinate pochissime risorse, mentre si può giocare la partita per il miglioramento, la crescita, lo sviluppo e il futuro di una Nazione. Il depauperamento sistematico di questi settori strategici mette in serio pericolo il nostro futuro e quello delle nuove generazioni. Questa politica dei tagli è una gestione semplicistica e ragionieristica che nulla ha a che fare con il concetto di politica volta all’interesse del cittadino e delle loro famiglie, mentre crea un vulnus su tutti i territori nazionali e in particolare su un territorio ad alta densità mafiosa come il nostro al quale vengono sottratti presidi di legalità. Inoltre c’è il fenomeno crescente della dispersione e dell’abbandono scolastico, specie nella nostra regione, fenomeno che è stato evidenziato proprio dal ministro Valditara in occasione delle sue recenti visita in Calabria. Per una fase così delicata, visto che non è stato facile decidere sulle teste dei cittadini, ci saremmo aspettati un coinvolgimento maggiore, un confronto con tutti gli attori anche solo per decidere con maggiore consapevolezza e porsi con atteggiamento meno ostile nei confronti della popolazione. Questa posizione non fa che aggravare la situazione di una gestione poco attenta e distratta sulle necessità della città di Lamezia Terme, più volte rappresentate e non ancora considerate. Come genitori – concludono – esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per gli effetti che il dimensionamento, così come concepito dal livello centrale e attuato dai livelli secondari, produrrà sul nostro Comune con la creazione di mega scuole fino a duemila alunni e la soppressione di istituti storici e importanti che rappresentavano un riferimento sul territorio per tutte le famiglie».
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