CATANZARO Ancora giovane ma già autorevole. L’Università Magna Graecia di Catanzaro celebra il 25esimo anniversario della sua nascita con una giornata di orgoglio, emozioni e suggestioni, riannodando le fila di una sfida che guarda al futuro con rinnovate speranze poggiando su basi solide – tanti gli applausi al ricordo del professore Salvatore Venuta, il fondatore dell’Umg – e scommettendo sulle nuove generazioni. «Ci sono corsi di laurea nuovi, corsi di specializzazione, dottorati, progetti portati a casa, ma secondo me la cosa più bella che lascio sono i giovani della nostra università», dice il rettore dell’Umg Giovambattista De Sarro, che sta per consegnare il testimone al neo rettore Giovanni Cuda. Per il suggello a un evento che vuole rimarcare un segmento di storia dell’università non solo calabrese c’è un parterre de roi che va dal ministro della sanità Orazio Schillaci al presidente della Regione Roberto Occhiuto, al sottosegretario all’Interno Wanda Ferro per arrivare ai rettori del passato di Catanzaro come Aldo Quattrone, ai rettori delle consorelle Unical, Nicola Leone, e Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti, al presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, promotore della nascita del “gioiello” azienda unica Dulbecco, al sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, l’arcivescovo Claudio Maniago e tutto il management della sanità calabrese.
A moderare l’evento il direttore del Corriere della Calabria Paola Militano. « 25 anni – dice Militano – è l’inizio dell’età nella vita in cui si diventa adulti perché si è consapevoli del presente, del passato e del futuro, tra memoria, attesa e desideri. A breve, ci sarà chi – tra i già magnifici rettori della Magna Graecia – saprà guardare con lucidità indietro nel tempo, al lungo viaggio, che ha portato questo Ateneo, dal 1988 ai risultati raggiunti, a raccogliere i frutti della formazione di una infinità di laureati, a salire sul podio tra le università prestigiose. Ma nel futuro della Magna Graecia, del Rettore Giovanni Cuda e delle università tutte la ricerca è un elemento imprescindibile, altamente caratterizzante; non un accessorio accanto alla didattica, ma il lievito del percorso formativo, il tratto che lo rende competitivo. Non è un caso se i ricercatori italiani, sempre più spesso, vengono chiamati all’estero da università blasonate o che i più giovani calabresi trovino facile collocazione fuori dal Paese e sappiano farsi rapidamente strada. E siamo anche consapevoli che non è dovuto certo all’ingegno calabro e italico, ma alla qualità della formazione del nostro sistema universitario, evidentemente, assai ben spendibile! Il riferimento – spiega il direttore del Corriere della Calabria – è alla famigerata “fuga dei cervelli” che mette in evidenza i difetti, ma anche le potenzialità del sistema italiano dell’università e della ricerca. In altre parole, dimostra in modo inconfutabile, che accrescere le risorse equivale ad elevare gli standard e quindi l’attrattività delle nostre università, per i ricercatori italiani e stranieri. Significa, insomma, entrare a pieno titolo in quel “mercato intellettuale” in cui l’Italia (tutta) perde più di quello che guadagna, contribuendo allo sviluppo ed alla crescita economica di altri paesi e nazioni. C’è d’augurarsi che il Governo – al di là del Pnrr, l’effimera panacea di tutti i mali – investa nel suo capitale umano come avviene in tutti quei Paesi e in quelle Nazioni che spesso godono di un vantaggio competitivo a lungo termine. Quante volte si è parlato di accrescere i fattori di competitività, ma arrivati alla stretta finale, quando puntualmente si dovevano stabilire priorità e scelte nella spesa pubblica – in nome della crisi (e ce n’è sempre una) – nel conto delle priorità: l’università costa troppo, la ricerca di base è uno spreco di risorse, i beni culturali costano più di quello che producono, e così via. Eppure un’università come la Magna Graecia avrebbe ragione di rivendicare maggiori investimenti, un maggiore rispetto ed un maggiore impegno perché nonostante le ristrettezze economiche, è l’istituzione chiave per la formazione delle nuove generazioni in una regione ed in un Paese, che ha sempre più bisogno di laureati, dotati di competenze strutturate soprattutto nel campo della salute. E siamo al sistema sanitario in (ri)costruzione ma che tra i tanti lavori in corso, a ritmo serrato, ha visto anche (dopo 20 anni) la nascita della Dulbecco, destinato a diventare il più grande hub sanitario della Calabria e probabilmente uno dei più grandi del Sud. Sarà un’azienda da 855 posti letto, con all’interno un polo pediatrico (neuropsichiatria infantile compresa), suddiviso in reparti a direzione universitaria e ospedaliera. Una ragione in più, oggi, per festeggiare – conclude Militano – questa giovane adulta Università degli studi della Magna Graecia».
Particolarmente emozionato De Sarro, che osserva: «25 anni non sono tantissimi, noi siamo una università giovane, forse tra le più giovani d’Italia, ma 25 anni sono già un primo risultato e dobbiamo valutare quello che abbiamo fatto, portare avanti quello che è giusto portare avanti quello che è giusto portare avanti e mettere da parte quello che probabilmente abbiamo sbagliato. E’ un anniversario particolare perché c’è il termine del mio mandato e l’inizio del mandato del professore Cuda, ed è occasione più bella per viverla tutti insieme e in uno dei posti più belli del nostro ateneo che è l’auditorium. Quest’anno – ricorda poi il rettore dell’Università di Catanzaro – è nata l’azienda unica Dulbecco, ancora siamo in fase di rodaggio ma è uno dei più bei risultati che abbiamo ottenuto in questi 25 anni. Abbiamo forse l’azienda più grande del Mezzogiorno e dobbiamo solo coltivarcela e portare – anche se è difficile – degli operatori sanitari di rilevanza non locale ma nazionale e internazionale per far rivivere la sanità nel Sud». Per De Sarro tempo di bilanci e di qualche rimpianto che lo fa commuovere: «Forse la cosa più bella è stata quella di aver aumentato il numero delle persone di questo ateneo, perché aumentare il numero del personale amministrativo, di ricercatori, di professori ha permesso all’ateneo di crescere in maniera armonica e di poter ottenere dei risultati. Le cose che non ho potuto fare sono diverse, tra queste due cose che mi premeva di più creare ma che mancano in questa regione: la neuropsichiatria infantile e una scuola di specializzazione in ematologia. A sua volta, il neo rettore Cuda evidenzia: «Oggi è un’occasione bella, per noi e per me in particolare deve rappresentare uno starting point, un momento in cui le azioni che cercherò di attuare allo scopo di migliorare la qualità e la performance del nostro ateneo dovranno essere sempre più incisive e questo cercherò di fare durante il mio mandato».
Molto atteso l’intervento di Occhiuto. «L’Università Magna Graecia – esordisce il presidente della Regione – ha dimostrato grande capacità di seminare competenze. Se noi volessimo immaginare il sistema sanitario regionale come un paziente dobbiamo vedere che in tanti anni di commissariamento è stato condotto in una condizione di coma profondo e stiamo cercando di risvegliarlo dal coma e lo abbiamo risvegliato dal coma ma quando si risveglia dal coma c’è bisogno di un periodo di riabilitazione. Stiamo cercando di fare questo e non possiamo farlo senza il contributo sistema dell’università di Catanzaro. Ringrazio De Sarro, Quattrone, il compianto professore Venuta. Non sempre – rimarca Occhiuto – ci sono stati rapporti positivi, improntati alla crescita, da fare insieme . del sistema sanitario e della sanità calabrese con chi aveva la responsabilità del governo della Calabria, ma io sono felice del fatto che in questi due anni di governo abbiamo consolidato un rapporto con l’Università di Catanzaro che ci ha condotto tra le altre cose a realizzare, grazie anche al contributo del presidente del Consiglio regionale Mancuso, un obiettivo ambizioso, la nascita dell’azienda Dulbecco, il più grande policlinico universitario del Mezzogiorno. Una sfida ambiziosa e bisogna porsi obiettivi ambiziosi – e lo abbiamo fatto – in una visione del sistema universitario che deve svolgere le proprie attività in un rapporto di costruttiva competizione tra istituzioni universitarie, che devono lavorare insieme per la Calabria. Per questo anche a Cosenza, all’Unical, dove se ne parlava da 30 anni, abbiamo costituito con il rettore Leone una facoltà di medicina che ha una vocazione diversa rispetto a quella dell’Umg, che ormai ha consolidato la sua autorevolezza. Dobbiamo far crescere insieme questa regione e dobbiamo farlo evitando di pensare che se cresce una parte della regione cresce a danno delle altre. No: la Regione cresce tutta insieme, anche la sanità della regione. Per quanto riguarda la Dulbecco rivolgo un ringraziamento a un’altra persona che si è spesa molto per la costituzione della Dulbecco, il professore Profiti». Gli stessi Occhiuto e Mancuso sono stati poi gratificati da una pergamena per il loro impegno soprattutto per la nascita della Dulbecco da parte del rettore De Sarro.
A sua volta, Ferro sottolinea che quella di Catanzaro è «una Università di eccellenza, che ha formato e continua a formare centinaia di giovani professionisti capaci di competere con strumenti adeguati sul difficile mercato del lavoro e delle professioni. Migliaia di giovani che oggi non sono più costretti ad emigrare per realizzare le proprie scelte professionali, e che possono scegliere di investire in un futuro nella propria terra. Ciò grazie alla filosofia che ha improntato la nascita del campus, ovvero quella proficua e virtuosa integrazione tra didattica, ricerca e assistenza che consente ai giovani di formarsi ‘sul campo’ e di investire le proprie competenze nello studio di tecniche innovative, e quindi di garantire una risposta sanitaria di eccellenza ai pazienti. Oggi l’Università ‘Magna Graecia’ è un presidio culturale, formativo, assistenziale, che ha un ruolo determinante per la crescita dell’intera regione. Una struttura universitaria di eccellenza, che ha formato e continua a formare centinaia di giovani professionisti capaci di competere con strumenti adeguati sul difficile mercato del lavoro e delle professioni. Migliaia di giovani che oggi non sono più costretti ad emigrare per realizzare le proprie scelte professionali, e che possono scegliere di investire in un futuro nella propria terra. Ciò grazie alla filosofia che ha improntato la nascita del campus, ovvero quella proficua e virtuosa integrazione tra didattica, ricerca e assistenza che consente ai giovani di formarsi sul campo e di investire le proprie competenze nello studio di tecniche innovative, e quindi di garantire una risposta sanitaria di eccellenza ai pazienti. Oggi l’Università Magna Graecia è un presidio culturale, formativo, assistenziale, che ha un ruolo determinante per la crescita dell’intera regione. Ancor di più oggi con la nascita dell’Azienda Unica Renato Dulbecco con l’integrazione tra azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio e azienda universitaria Mater Domini, che abbiamo fortemente sostenuto e realizzato grazie all’impegno del governo e del ministro Schillaci. La presenza del ministro Schillaci – sostiene Ferro – è la prova tangibile dell’attenzione del governo Meloni verso questa realtà, per questo il valore dell’iniziativa di oggi non è solo quello celebrativo, pur doveroso nei confronti di chi, nei diversi ruoli, ha realizzato e fatto crescere l’Ateneo, ma vuole costruire un percorso di sostegno istituzionale ad una delle più importanti università del Sud Italia».
«E’ per me un onore rappresentare il Consiglio regionale nella prestigiosa ricorrenza dell’Università: un’eccellenza accademica e scientifica e un punto di forza cruciale per lo sviluppo della Calabria», dice poi Mancuso nel suo intervento, dopo aver rivolto «un saluto particolare al Ministro, non soltanto per l’importante ruolo che ricopre, ma anche perché siamo sicuri che continuerà a sostenere l’azione di cambiamento, sistematica e coraggiosa, che il presidente e commissario per la sanità Roberto Occhiuto sta imprimendo al Sistema sanitario». «La sfida della sanità, per garantire cure dignitose e fermare le migrazioni che acuiscono i disagi di chi soffre e delle loro famiglie, la stiamo affrontando a testa alta. La nascita della Dulbecco ha rappresentato una bella pagina di buone pratiche legislative e amministrative. Il Consiglio regionale – rileva il presidente del Consiglio regionale – ha approvato la legge 33 del 2021 e adesso, con l’armoniosa condivisione di tutti i soggetti coinvolti e ritenendo ineludibile il binomio assistenza-ricerca, dobbiamo mettere a regime il Polo sanitario più ragguardevole del Sud con 855 posti letto. La sfida riguarda tutta la classe dirigente della Calabria, politica e non, che ha l’occasione di dimostrare, portandola a compimento, di volersi allontanare dalle negatività che hanno contrassegnato il passato e affacciarsi con successo al futuro, mettendo al centro dell’impegno – conclude Mancuso – il diritto costituzionale alla salute dei cittadini sancito dall’articolo 32». (c. a.)
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