COSENZA Annullamento con rinvio per l’accusa di omicidio nei confronti di Mario Attanasio (difeso dagli avvocati Luca Acciardi e Giuseppe Bruno) e Giovanni Abbruzzese (difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Giorgia Greco) e rideterminazione della pena per il tentato omicidio, riqualificato in lesioni, per Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti (entrambi i collaboratori di giustizia sono rappresentati dall’avvocato Michele Gigliotti). Sono queste le decisioni della Corte di Cassazione nei confronti dei responsabili della morte di Francesco Marincolo alias “U Biondo”, ucciso a colpi di pistola la mattina del 28 luglio del 2004, a Cosenza. Il delitto venne firmato da Michele Bruni (deceduto) che vendicò la morte del padre ucciso anni prima davanti al carcere.
In Corte d’Appello erano state inflitte pene pesanti. Trenta anni di reclusione per Umile Miceli, Giovanni Abruzzese, Carlo Lamanna e Mario Attanasio. Otto gli anni di carcere inflitti ai collaboratori di giustizia Adolfo Foggetti e Daniele Lamanna.
Le ricostruzioni investigative e le dichiarazioni dei pentiti Adolfo Foggetti e Daniele Lamanna, hanno contribuito a ricostruire ed accertare che ad esplodere i colpi mortali nei confronti di Marincolo, al momento dell’agguato a bordo della propria auto in via Lazio a Cosenza, fu Michele Bruni in sella ad una moto (risultata rubata) e guidata da Carlo Lamanna. Sull’auto della vittima, al momento dell’omicidio, si trovava anche Adriano Moretti (cognato del boss Gianfranco Ruà) raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco. L’omicidio Marincolo, pose fine alla sanguinosa guerra di mafia combattuta a Cosenza tra il 1999 ed il 2000, fra i clan Lanzino-Cicero e il gruppo dei Bruni “Bella Bella”. All’agguato mortale, firmato con il sangue, seguì la pax mafiosa stipulata tra i gruppi della mala cosentina: una stretta di mano che favorì l’equa spartizione dei proventi delle attività illecite. (f.b.)
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