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Trebisacce, Aurelio a fine corsa: sfiduciato da 8 consiglieri comunali

Presentata una mozione contro il primo cittadino eletto soltanto 16 mesi fa

Pubblicato il: 20/10/2023 – 13:50
di Marco Lefosse
Trebisacce, Aurelio a fine corsa: sfiduciato da 8 consiglieri comunali

TREBIACCE Aurelio, il sindaco americano eletto con il sogno di ribaltare la narrazione di Trebisacce, è arrivato a fine corsa dopo appena 16 mesi dalla sua elezioni allo scranno democratico più alto della città. Le lacerazioni interne alle sue stesse fila hanno avuto la meglio e stamani i 4 consiglieri comunali di Maggioranza (Carlotta Andriolo, Daniela Nigro, Salvatore Carlomagno e Claudio Roseto), ritiratisi sull’Aventino, insieme ad altrettanti rappresentanti dell’Opposizione (Domenica De Marco, Ermelinda Mazzei, Antonio Aurelio e Antonio De Santis) hanno presentato una mozione di sfiducia che ora dovrà essere ratificata entro il prossimo 30 novembre.
Insomma, è staccata la spina ad un’Amministrazione comunale giudicata troppo accentratrice del potere decisionale nella figura del sindaco. Un’eutanasia violenta partita a fine estate scorsa dopo la sfiducia di due assessori e la rottura degli equilibri.   
La mozione di sfiducia è stata presentata stamani al protocollo dell’Ente. Quattro pagine sulle quali vengono scritte in calce otto motivazioni (una per ogni consigliere sfiduciante), formali e concrete, che giustificano una scelta «sofferta ma inevitabile». E sarà questo, anche, il canovaccio della prossima campagna elettorale che a questo punto, qualora la sfiducia dovesse essere ratificata in Consiglio comunale (e avverrà a meno di sbalorditivi cataclismi), dovrebbe aprirsi in vista della prossima primavera, quando i trebisaccesi dovrebbero così tornare alle urne.
Otto motivazioni, dicevamo per dire basta ad Aurelio e che hanno ispirato l’azione del fine vita politico del governo della città. La prima: «la mancata propensione del sindaco ad aprirsi al dialogo». La seconda: «Le revoche di due assessori comunali, senza alcuna valida motivazione». La terza e forse la più dura delle motivazioni: Aurelio viene definito sic et simpliciter inidoneo «a poter perseguire obiettivi di progresso – materiale e morale – della comunità, con un giudizio totalmente negativo sulla sua azione politico-amministrativa». La quarta: «L’incapacità organizzativa nel potenziare e rimodulare la struttura burocratica dell’Ente, rimasta con un organigramma comunale inalterato, senza alcuna impronta o visione di sviluppo e potenziamento dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione di governo». La quinta: «La pregiudizievole condotta del primo cittadino per il rifiuto ad assumere responsabilità istituzionali», il riferimento chiaro ed esplicito è alla procedura di finanziamento per quasi 7 milioni di euro per la realizzazione della nuova scuola media per la quale Aurelio non ha inteso assumere i poteri di Commissario straordinario facendo perdere -ad avviso degli insorti – una grande opera pubblica alla città compromettendo anche l’istituzione di un nuovo Commissariato di Polizia. La sesta: «Il sindaco ha adottato scelte e posizioni che hanno danneggiato l’immagine della città» determinandone addirittura un «pericoloso isolamento dal resto del comprensorio»; anche qui il riferimento esplicito è alla battaglia per le opere compensative del terzo megalotto sulle quali Trebisacce ha assunto una posizione di attesa rispetto agli altri comuni. La settima: lo sperpero di risorse pubblico a discapito dell’organico dell’ente con «l’assunzione di perdonale nell’Ufficio di Staff del sindaco e superflui rapporti di collaborazione». La ottava e ultima motivazione: «La grave e pericolosa fase di stallo e di progressivo decadimento della città di Trebisacce determinata da evidenti limiti di lungimiranza, unitamente a molteplici inadempienze del sindaco».
Questo è quanto. In quattro pagine, insomma, c’è materiale per tre campagne elettorali. Nel frattempo a Trebisacce assisteranno all’ennesima “caduta di un re” e all’insediamento di una nuova fase commissariale. Una pagina triste che continua nella ridente cittadina dell’alto Jonio.

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