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La ‘ndrangheta in Germania: cosche esportate e “clonate” legate al Crimine in Calabria

Droga, ristorazione, speculazioni finanziarie: nei “Länder” si conferma la leadership dei clan sulle altre organizzazioni mafiose

Pubblicato il: 21/10/2023 – 17:54
La ‘ndrangheta in Germania: cosche esportate e “clonate” legate al Crimine in Calabria

LAMEZIA TERME La leadership criminale della ‘ndrangheta, capace di clonare in diversi Länder le strutture operative delle cosche in Calabria, dalle quali dipendono. Sono queste le dinamiche della presenza della ‘ndrangheta in Germania secondo la Direzione investigativa antimafia. Lo “spartiacque” resta la strage di Duisburg del ferragosto del 2007, che svelò la penetrazione della ‘ndrangheta, descritta nell’ultima relazione della Dia come «la manifestazione macrocriminale che maggiormente lede le relazioni economiche, finanziarie e commerciali» in Germania. Un dato del resto confermato anche dal rapporto sulla situazione della criminalità organizzata nel Paese per il 2022, presentato di recente a Berlino dalla ministra dell’Interno tedesca, Nancy Faeser, e dal direttore dell’Ufficio federale di polizia criminale (Bka), Holger Muench: il report segnala che tra il 2021 e lo scorso anno, le bande della ‘ndrangheta hanno registrato un raddoppio da quattro a otto (l’unica organizzazione criminale con il segno più).

L’analisi del contesto generale

Per la Dia «la Germania continua a costituire un polo di attrazione – per motivi economici, oltre che per la vicinanza geografica – per le organizzazioni mafiose italiane presenti prevalentemente nell’ovest e nel sud del Paese, in particolare nelle regioni più ricche, come il Baden-Württemberg, la Renania Settentrionale-Westfalia, la Baviera e l’Assia. I sodalizi italiani, oltre alle attività illegali, in particolare traffico di stupefacenti, nel corso degli anni hanno cercato di infiltrarsi progressivamente nell’economia legale mediante l’acquisizione di esercizi di ristorazione e pizzerie, utilizzati come copertura per lo svolgimento di affari illeciti di varia natura. Infatti, le varie attività investigative svolte congiuntamente da autorità italiane e tedesche dopo la strage di Duisburg hanno dimostrato che le attività commerciali gestite da presunti appartenenti alla criminalità organizzata di matrice italiana sono diventate basi logistiche per “summit” e per la conduzione delle attività illegali. In Germania – riscontra la Direzione investigativa antimafia – le varie mafie italiane sono dedite prevalentemente a settori specifici quali il traffico di stupefacente per la ‘ndrangheta, l’edilizia per Cosa Nostra e la vendita di merci contraffate per la camorra. Tuttavia, alla luce dei riscontri investigativi di tipo giudiziario e/o preventivo, si sospetta che la manifestazione macrocriminale che maggiormente lede le relazioni economiche, finanziarie e commerciali dei diversi Länder possa essere la ‘ndrangheta».

Il modello di organizzazione

Nel dettaglio, secondo la Dia «operazioni di polizia condotte negli anni precedenti hanno permesso di attualizzare le presenze criminali calabresi in Germania, dove ormai è stato esportato il modello criminale tramite la semplice clonazione che ha consentito di replicare strutture analoghe a quelle tipiche del territorio calabrese e con evidenti stretti legami di dipendenza con il vertice – “crimine” – in Calabria, dal quale in ogni caso dipendono. Non viene sottovalutata la propensione da parte di gruppi criminali di origine calabrese verso i Land dell’ex Germania dell’Est, in particolare Turingia e Sassonia, dove le difficili condizioni socio-economiche connesse con la riunificazione nazionale hanno aperto ampi spazi criminali, nei quali, oltre alle agguerrite organizzazioni dei paesi dell’Est, si sarebbero inseriti i rappresentanti delle famiglie mafiose calabresi che avrebbero effettuato consistenti speculazioni finanziarie e immobiliari a partire dagli anni novanta».

Le risultanze investigative

La relazione della Dia ricorda che «il consolidarsi del rapporto di collaborazione con le strutture investigative tedesche ha consentito di realizzare una puntuale analisi fenomenologica delle organizzazioni delinquenziali presenti in Germania e di attuare la conseguente attività repressiva. Tale efficace collaborazione è frutto soprattutto di un rapporto privilegiato tra la Dia e il Bundeskriminalamt che si è ulteriormente consolidato con l’adesione della Germania alla Rete @ON, nell’ambito della quale sono stati supportati importanti attività operative, tra cui spicca l’operazione “Platinum Dia”, che nel 2021 aveva debellato un sodalizio di matrice ‘ndranghetistica riconducibile alla famiglia Giorgi, intesi Boviciani, di San Luca, dedito al narcotraffico internazionale e aveva disvelato l’esistenza di una struttura criminale finalizzata alla importazione e commercializzazione illegale di numerose autovetture provenienti dall’estero, in prevalenza dalla Germania. In tale contesto il 17 ottobre 2022 il Tribunale di Torino ha emesso sentenza nei confronti di 21 imputati, comminando pene detentive per complessivi 160 anni di reclusione. Il 9 novembre 2022 l’operazione “Propaggine2”, della Dia di Roma, naturale prosecuzione dell’indagine, che durante lo scorso semestre aveva rivelato la presenza di alcune famiglie ‘ndranghetiste in Germania, ha consentito l’emissione di alcuni provvedimenti restrittivi, emessi dall’Ag capitolina, a carico di alcuni appartenenti al clan Alvaro e Carzo, indiziati di far parte di un’associazione mafiosa costituente una “locale” di ‘ndrangheta presente a Roma. Anche propaggini della ‘ndrangheta crotonese operano nel territorio tedesco, come emerso da recenti risultanze investigative che aveva accertato l’infiltrazione della cosca Farao Marincola di Cirò nel commercio dei prodotti vinicoli nei Länder dell’Assia e del Baden-Wurtemberg». (redazione@corrierecal.it)

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