RIACE Trovati nel mare di Riace reperti che potrebbero «riaprire il dibattito sui Bronzi»: la più significativa è una pupilla in bronzo completa di iride. È la scoperta fatta dallo scrittore e appassionato di archeologia subacquea Giuseppe Braghò che questa mattina in una conferenza stampa ha parlato dell’importanza del ritrovamento avvenuto fortuitamente durante un’immersione a pochi metri da quello dei due guerrieri greci trovati nell’agosto del 1972 e oggi custoditi nel Museo Nazionale di Reggio Calabria.
Nessuna ipotesi certa è stata fornita sulla natura e l’appartenenza del reperto. Anche se – è stato sottolineato in conferenza stampa – per una serie di questioni tecniche «il candidato migliore potrebbe essere il bronzo A, oltre a una possibile terza statua», ha sottolineato l’archeologo Antonio Arcudi. Saranno però le istituzioni competenti a doverlo certificare. Oltre alla pupilla in bronzo ritrovati poi estremità di chiodi in bronzo.
«Il primo agosto scorso – ha raccontato Braghò – mi sono immerso, ho raggiunto, per una questione di affezione, il posto del rinvenimento dei Bronzi, ci ho passeggiato sopra e poi ho fatto rientro a una sessantina di metri, rientrando sono stato attratto da una pietruzza abbastanza singolare, che però pietra non era: ho subito capito che era un manufatto in bronzo e in calcite che riproduceva chiaramente una pupilla completa di iride del V secolo a. C. appartenente a una statua a grandezza naturale. Superata l’emozione sono rientrato, ho visto degli altri frammenti usciti dalla sabbia, erano delle estremità di chiodi in bronzo. Li ho recuperati secondo la legge, sono tornato a casa, ho chiamato subito chi di competenza, il nucleo dei carabinieri, il Ministero, il sovrintendente, ho consegnato tutto e oggi li offro a voi».
Una scoperta – ha aggiunto Braghò – che «sarà una porta aperta per molte discussioni accademiche e sicuramente per ricerche, ma questo non compete a me, c’è già la Sovrintendenza a cui va tutta la mia fiducia e il mio augurio di buon lavoro per il futuro».
Per il sindaco di Riace Antonio Trifoli «questa scoperta ovviamente andrà avvalorata dalle istituzioni superiori, vedremo se ci sarà il certificato di garanzia da parte della Sovrintendenza. È ovviamente una scoperta molto importante perché sta a significare che nel mare di Riace ancora ci sono dei reperti che riguardano quel magnifico rinvenimento di 50 anni fa».
Nei prossimi giorni la Sovrintendenza effettuerà un sopralluogo. «Una campagna seria di nuove ricerche – ha aggiunto il primo cittadino – a me farebbe sicuramente piacere. Credo sia una cosa che porterebbe veramente un riconoscimento grande al territorio di Riace e a tutto il circondario».
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