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«Non fate morire lo Sparrow di Rende»

L’intervista del Corriere della Calabria a Federico Giordanelli dopo l’assemblea pubblica nello spazio di aggregazione sociale

Pubblicato il: 22/10/2023 – 17:01
di Francesco Veltri
«Non fate morire lo Sparrow di Rende»

COSENZA “Dieci anni di storia non si cancellano”. È questo lo slogan di presentazione dell’assemblea pubblica che si è tenuta venerdì scorso allo “Sparrow” (Spazio precario autogestito) di Rende. Un luogo di aggregazione situato all’interno dell’ex succursale del liceo “Pitagora” a Commenda di Rende che negli ultimi dieci anni, grazie a un gruppo di studenti e lavoratori precari di tutte le province calabresi che hanno occupato pacificamente una struttura destinata altrimenti all’abbandono e al degrado, si è trasformato in un luogo vitale e per certi versi poetico.
Dal 2013 in poi numerosi sono stati i dibattiti, le pubblicazioni, i laboratori teatrali, le presentazioni di libri, le cene sociali e i concerti che si sono realizzati, senza dimenticare la biblioteca, la palestra autogestita di boxe, lo sportello sindacale, una sala musicale, un bar e una cucina per provvedere all’autofinanziamento. Insomma, un luogo di socialità e condivisione che oggi, con la crisi che sta attraversando il comune di Rende, rischia di interrompersi bruscamente. Negli ultimi anni, nonostante gli interventi di riqualificazione strutturale effettuati nella struttura a proprie spese, l’Assemblea di gestione dello Sparrow è arrivata alla conclusione che l’unica strada percorribile per salvare quello spazio fosse quella di puntare a una riqualificazione complessiva dello stabile grazie all’arrivo dei fondi del Pnrr destinati alla rigenerazione urbana, così come indicato dai criteri del Regolamento dei Beni Comuni, approvato dal Comune nel 2018, che prevede la possibilità di assegnare spazi pubblici in disuso alla “comunità di riferimento” che li abbia recuperati e restituiti alla collettività. Proprio come i ragazzi dello Sparrow hanno fatto in questi ultimi dieci anni.
Purtroppo, però, nonostante le promesse e le rassicurazioni dei mesi scorsi, dopo un incontro avuto lo scorso settembre con i commissari straordinari del comune di Rende, sembra che la volontà di procedere all’assegnazione dei fondi allo Sparrow sia venuta meno, con il serio pericolo di mettere la parola fine a un’esperienza sociale e culturale che nel territorio cosentino rappresenta ormai un punto di riferimento di importanza assoluta. Ecco perché l’Assemblea di gestione dello Sparrow ha deciso di ncontrarsi per ragionare sul da farsi.

L’assemblea pubblica

All’assemblea, a cui hanno partecipato anche numerosi cittadini ed esponenti di organizzazioni politiche e sindacali di base, erano presenti realtà associative di Rende (Auser e Villaggio Europa), realtà autorganizzate dell’area urbana (Auditorium Popolare Cosenza, Aula Studio Liberata) e l’ex assessore Lisa Sorrentino. Dopo un lungo dibattito, l’Assemblea ha deciso di mantenere alta l’attenzione per tutto il periodo dei lavori di riqualificazione, che inizieranno a breve e «sui quali vigileremo», dichiara al Corriere della Calabria Federico Giordanelli, un attivista dello Sparrow. «Presenteremo la nostra proposta di collaborazione – continua Giordanelli – per l’assegnazione dello spazio secondo i criteri del Regolamento dei Beni Comuni adottato dal comune di Rende nel 2018. Porteremo avanti l’esperienza, anche in questa fase in cui lo spazio non sarà fisicamente disponibile, con una campagna di iniziative e appuntamenti itineranti, in un percorso comune con tutte le realtà sociali che hanno espresso il loro supporto per mostrare la ricchezza sociale, culturale e politica della nostra esperienza e l’importanza di tutte le forme di partecipazione dal basso, che non possono essere cinicamente cancellate per esigenze burocratiche».

«Non vogliamo che venga cancellata la nostra storia»

«Noi – evidenzia ancora Federico Giordanelli – abbiamo sempre favorito l’iter dei lavori di riqualificazione, collaborando anche alla progettazione con alcuni suggerimenti, e non abbiamo nessuna intenzione di metterci di traverso. Anzi, stiamo liberando lo spazio con le nostre forze.  Ma non vogliamo che vengano cancellati la nostra storia e il nostro impegno in uno spazio a cui abbiamo ridato vita e dignità, trasformandolo da luogo di abbandono e degrado a punto di riferimento sociale e culturale con una miriade di attività e iniziative che abbiamo svolto all’interno». (redazione@corrierecal.it)

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