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«Improprio attribuire i reperti rinvenuti l’1 agosto al contesto dei Bronzi di Riace»

L’intervento della Soprintendenza di Reggio Calabria-Vibo Valentia dopo la conferenza stampa di Giuseppe Braghò

Pubblicato il: 24/10/2023 – 12:19
«Improprio attribuire i reperti rinvenuti l’1 agosto al contesto dei Bronzi di Riace»

REGGIO CALABRIA «Si ritiene improprio e prematuro attribuire uno o più dei reperti rinvenuti l’1 agosto al contesto di provenienza dei Bronzi di Riace». A dirlo in una nota è la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e Vibo Valentia. Il riferimento va alla conferenza stampa dello scrittore e appassionato di archeologia subacquea Giuseppe Braghò che sabato scorso ha parlato dell’importanza del ritrovamento avvenuto fortuitamente durante un’immersione a pochi metri da quello dei due guerrieri greci trovati nell’agosto del 1972 e oggi custoditi nel Museo Nazionale di Reggio Calabria. Reperti (il più significativo è una pupilla in bronzo completa di iride) che, secondo il diretto interessato, aprirebbero il dibattito sui Bronzi.
Ad intervenire sulla vicenda è oggi la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e Vibo Valentia che si dice «molto attiva nel campo della tutela archeologica subacquea e monitora costantemente i fondali di relativa competenza grazie al lavoro del proprio Funzionario Archeologo subacqueo. Soprattutto durante i mesi estivi – prosegue la nota – raccoglie numerose segnalazioni di appassionati e di professionisti che si immergono nei mari calabresi e notano la presenza di reperti o individuano strane anomalie. È compito della Soprintendenza, in costante collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza e del Nucleo Subacquei di Messina, riscontrare ognuna delle segnalazioni pervenute e agire di conseguenza con le attività di tutela e conservazione più idonee per la salvaguardia di contesti e reperti di interesse archeologico». «Una di queste segnalazioni – viene specificato – è pervenuta al Soprintendente Fabrizio Sudano in data 2 agosto 2023, tramite denuncia di rinvenimento fortuito di reperti archeologici avvenuto sui fondali antistanti la frazione marina di Riace (nel Reggino). La mattina del 3 agosto 2023, un Funzionario Archeologo della Soprintendenza, supportato dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, ha provveduto a recuperare i reperti dall’abitazione dello scopritore, per un totale di 9 manufatti di interesse archeologico, trasferendoli presso i depositi del Museo Archeologico di Medma Rosarno dove, successivamente, sono stati periziati dal Funzionario Archeologo responsabile per il settore subacqueo». «La Soprintendenza Abap di Reggio Calabria-Vibo Valentia – evidenzia la nota – prende atto della conferenza stampa svoltasi sabato 21 ottobre 2023 a Riace e informa che sta procedendo alle verifiche tecniche, agli approfondimenti del caso e al sopralluogo necessari a rispondere alle domande e ai dubbi sulla provenienza e sul contesto di rinvenimento dei reperti in questione. Infatti, in totale accordo con i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza e del Nucleo Subacquei di Messina, sono stati presi contatti diretti con un laboratorio universitario di primissimo livello specializzato per le analisi chimico-fisiche delle componenti materiche dei reperti ed eventuali alterazioni ed è stato programmato il sopralluogo istituzionale sui fondali di Riace. A quest’ultimo è stato invitato a partecipare lo scopritore anche al fine di indicare il punto esatto del rinvenimento, in considerazione del fatto che, nel verbale di consegna dei reperti, redatto il 3 agosto, lo stesso ha dichiarato di aver trovato il primo reperto a una distanza di circa 120-150 metri dalla battigia e gli altri manufatti alla distanza di circa 6-7 metri dal primo rinvenimento, senza ulteriori indicazioni di orientamento. A seguito della mancata disponibilità a partecipare al sopralluogo da parte dello scopritore, lo stesso ha fornito, in data 10 ottobre 2023, le coordinate del luogo di rinvenimento, che ha dichiarato di aver acquisito qualche giorno dopo, nonché la batimetria. Di conseguenza, nei prossimi giorni avrà luogo, sulle coordinate fornite dallo scopritore, il sopralluogo istituzionale condotto dal Funzionario Archeologo subacqueo della Soprintendenza Abap di Reggio Calabria-Vibo Valentia con il supporto tecnico operativo del Nucleo Carabinieri subacquei di Messina e il presenziamento dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza. Questa attività – viene sottolineato – è volta alla verifica dei fondali con prelievo di campioni dei sedimenti marini ai fini delle successive analisi comparative per cercare di chiarire, nel più breve tempo possibile, tutti gli interrogativi legati a questo rinvenimento. In attesa dell’esito del sopralluogo, dopo il quale sarà diramato un nuovo comunicato stampa, si ritiene improprio e prematuro attribuire uno o più dei reperti rinvenuti l’1 agosto al contesto di provenienza dei Bronzi di Riace. Si coglie l’occasione per sottolineare l’importanza, in caso di rinvenimento fortuito, come disposto dal Codice dei beni Culturali e del Paesaggio (art. 90 del D.lgs 42/2004), di lasciare le cose mobili e immobili nelle condizioni e nel luogo in cui sono state rinvenute dandone denuncia entro le 24 ore. In caso di cose mobili delle quali non si possa altrimenti assicurare la custodia, lo scopritore ha facoltà di rimuoverle per meglio garantirne la sicurezza e la conservazione sino alla visita dell’autorità competente. Per quanto attiene i beni culturali provenienti da ambiente marino – conclude la Soprintendenza – si esorta a dare immediata comunicazione del rinvenimento ai fini di una pronta presa in custodia degli stessi per una corretta conservazione».

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