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Debiti correnti per oltre 2 milioni di euro. A rischio più di 100 posti di lavoro in Akrea

La società si occupa a Crotone della raccolta e conferimento in discarica dei rifiuti. Si tratta di una «crisi economica-finanziaria strutturale»

Pubblicato il: 25/10/2023 – 8:37
di Gaetano Megna
Debiti correnti per oltre 2 milioni di euro. A rischio più di 100 posti di lavoro in Akrea

CROTONE Nella morsa dei debiti ed è già esplosa la crisi aziendale. Il presidente dell’Akrea, società che si occupa della raccolta e conferimento in discarica dei rifiuti nella città pitagorica, in una lettera (protocollo 5150/23 del 16 ottobre scorso) inviata al sindaco, al vice sindaco e agli assessori alle Partecipate e all’Ambiente, illustra la grave situazione economica (e non solo) in cui versa da tempo l’Azienda in house (proprietario e socio unico il Comune di Crotone). Sono a rischio più di 100 posti di lavoro. Il presidente Alberto Padula informa, i destinatari della sua missiva, di avere iniziato con tutto il Cda, al momento dell’insediamento avvenuto lo scorso 19 luglio, un’attività di ricognizione “finalizzata alla definizione della situazione finanziaria ereditata dalle precedenti gestioni”. E’ emerso che la somma relativa ai “debiti correnti” va al di là delle più funeree previsioni. Si tratta di una cifra esorbitante: ben 2.418.615,93 euro. «Questo dato – sottolinea Padula – conferma, anche dal punto di vista finanziario, lo stato di crisi aziendale già evidenziato dal collegio sindacale con nota protocollo 2023003450 del 10 luglio 2023».
Il dato sopra riportato riguarda, quindi, la situazione dei “debiti correnti”, perché “la situazione debitoria al 31 dicembre 2022” riconducibile ai due precedenti consigli di amministrazione è di 738.637 euro. Il debito complessivo ereditato dal Cda presieduto da Padula è questo, a cui vanno aggiunte, però, “le perdite previste per l’anno in corso, valutabili nell’ordine di 950.000 euro”. Alcune voci potrebbero ridurre la cifra, altre invece “potrebbero ulteriormente aggravare l’attuale situazione in seguito all’omessa corresponsione da parte del Comune delle somme relative a: mancato riconoscimento del credito derivante dal servizio di sosta regolamentata, pari a 148.801, 22 euro; mancato riconoscimento del credito derivante dal servizio di pulizia arenile pari a 31.355 euro”. Senza questi riconoscimenti economici la perdita prevista per l’anno in corso “potrebbe essere valutabile nell’ordine di oltre 1.100.000 euro”. L’impatto peggiore sul bilancio societario potrebbe, però, arrivare “dall’eventuale mancato riconoscimento delle somme derivanti dal finanziamento “Por Calabria Fesr 2014/2020 pari a 1.572.975 euro. Di cui 500.00 anticipati da Akrea”. Questi finanziamenti sono stati assegnati a Crotone per fare partire la raccolta differenziata ed è stata incassata solo la prima trance, perché il resto scatta dopo il raggiungimento degli obiettivi. Sono stati acquistati a credito anche dei mezzi. «Gli importi delle perdite del 2022 e del 2023 – scrive Padula – vanno ad intaccare il capitale sociale aziendale di oltre un terzo, con la conseguente assunzione dei relativi provvedimenti previsti dal Codice civile». I numeri dicono che siamo di fronte «ad una crisi economica-finanziaria di tipo strutturale per la quale l’ente proprietario dovrà assumere le opportune decisioni». La situazione è talmente grave che “l’Azienda, nelle attuali condizioni, non è in grado di far fronte autonomamente a tale crisi”. Ci sono,inoltre, già le azioni dei creditori che “stanno sollecitando il pagamento dei loro crediti”. «Al riguardo – scrive – è evidente la situazione di criticità ereditata dalle precedenti gestioni, con flussi di spesa superiore all’importo riconosciuto dal contratto di servizio in essere, che risulta inadeguato rispetto ai compiti che la società è chiamata a svolgere». Il servizio richiesto costerebbe più dei fondi che l’azienda incassa per contratto dal Comune.

Manca il piano degli investimenti

Ai problemi del “rosso” in bilancio e del contratto inadeguato c’è da aggiungere la questione del “piano degli investimenti necessari per il funzionamento aziendale”. Ci sarebbe da fare un intervento ritenuto indispensabile, riguardante “l’adeguamento e la ristrutturazione di un immobile di proprietà dell’Azienda”, ubicato nell’area industriale denominato “il capannone”. L’urgenza è stata certificata da relazioni tecniche, con le quali si chiede il ripristino delle condizione di sicurezza per i lavoratori che operano all’interno del “capannone”. Si tratta di un’ampia struttura considerata pericolosa per i dipendenti. C’è bisogno di un intervento strutturale “urgente ed improrogabile”. Occorrono, quindi, soldi per procedere. Le somme dovrebbe fornirle la proprietà (il Comune) al di fuori del budget concesso per le attività.

Contenziosi dei dipendenti

Sono in atto vertenze da parte dei dipendenti “definite negative per la società e senza che si sia proceduto ad una compensazione bonaria di quelle situazioni palesemente soccombenti per Akrea”. La spesa per chiudere queste vertenze è stata valutata in circa 500.000 euro. Il nuovo Cda, dal canto suo, ha avviato “un processo di riorganizzazione delle risorse umane” “eliminando, dove è possibile, compensi aggiuntivi precedentemente deliberati e storture organizzative che hanno portato nel tempo ad accumulare 5.186,36 giornate di ferie e permessi non goduti ed un elevato utilizzo di lavoro straordinario/notturno/festivo”. Il costo di queste attività, per Akrea, sarebbe di 589.799,21 euro. C’è, quindi, la necessità di risanare l’Azienda per rilanciarla e questi obiettivi potranno essere raggiunti con “l’afflusso di nuovo capitale”, da parte del Comune. Senza l’intervento economico non sarà facile mantenere in attività l’Akrea.

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