A Cosenza la periferia è una discarica. «Qui a Casali ci sentiamo abbandonati»

COSENZA È una continua scoperta di discariche abusive a cielo aperto Cosenza. Dal centro città alle zone più periferiche, meno trafficate e forse proprio per questo prese d’assalto da cittadini che pensano sia corretto non seguire le rigide regole della raccolta differenziata. In attesa di ammirare i benefici, almeno da un punto di vista estetico, dei lavori di riqualificazione (circa 90 milioni di euro di investimenti) promossi dal Ministero della Cultura, il centro storico bruzio resta abbandonato al suo destino. Nei suoi vicoli più caratteristici, si possono trovare spesso cataste di rifiuti prese d’assalto da cani, gatti e topi che, in mancanza di una pulizia costante, banchettano a più non posso. Uscendo leggermente fuori dal cuore della città vecchia e percorrendo la strada che porta verso il quartiere Casali, precisamente in contrada Serra Soprana, ci si imbatte sistematicamente in una visione di degrado: cumuli di spazzatura adagiata a terra, anche nella vegetazione, e poi ancora scarti di alimenti, bustoni di organico e plastica, elettrodomestici, pneumatici e il solito materiale da cantiere edile. Alcuni sacchi, come si può notare dalle immagini in basso, sono abbandonati sull’asfalto, come se qualcuno li avesse lanciati di corsa dal finestrino della propria automobile per paura di essere scoperto o per non fare tardi al lavoro.

«Qui ci sentiamo abbandonati»

«Qui – rivela un residente della zona che ci ha segnalato la discarica – ci sentiamo abbandonati. Questa è Cosenza ma è come se non lo fosse. I rifiuti in questa area sono una costante, è uno schifo. Molte volte finiscono pure in mezzo alla strada. Il quartiere Casali ormai da tempo è abbandonato al suo destino, nonostante potenzialmente sia in una posizione strategica visto che collega la città con la Presila e altri paesi. Cambiano le amministrazioni comunali e qui resta tutto come prima, anzi peggiora, nessuno fa niente per risolvere il problema. E la stessa cosa accade all’Ara dei Fratelli Bandiera». (3. continua)

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