COSENZA Una lotta che dura da mesi e che nelle ultime settimane ha visto in piazza XI Settembre, sotto alla Prefettura di Cosenza, i tirocinanti in presidio tutti i giorni, dalla mattina alla sera e con ogni condizione metereologica, ha finalmente dato dei risultati concreti. È stato approvato oggi l’emendamento in Commissione Bilancio che riapre la possibilità per questi lavoratori e queste lavoratrici di essere inseriti nel bando di concorso per i ministeri.
I 266 tirocinanti, non idonei nel precedente e discutibile concorso organizzato da Formez, sono solo una parte di quell’esercito di precari (più di 7 mila persone) che negli ultimi vent’anni hanno lavorato per 500 euro al mese, senza ferie né diritto alla malattia, negli enti pubblici in Calabria. I tirocini non hanno rappresentato altro che uno sfruttamento legalizzato da parte dello Stato, che ha permesso ai Comuni e alla Regione di utilizzare queste risorse umane per compensare le carenze date dalla mancanza di personale assunto. Una storia paradigmatica, che esprime in tutta la sua drammaticità, la situazione in cui chi vive al Sud è costretto a subire per restare in questa regione, accettando condizioni di lavoro che non hanno nulla a che fare con i diritti sanciti dalla nostra Costituzione. Resta, in questo momento, la consapevolezza che la vertenza è ancora lunga e che questo è un primo passo fondamentale per la conquista di diritti negati da anni. In questo percorso, USB rimarrà al fianco dei tirocinanti e delle tirocinanti calabresi, convinti che, specialmente in un territorio povero e desertificato come quello calabrese, i lavoratori e le lavoratrici debbano battersi per un riscatto collettivo. I tirocinanti calabresi oggi ci hanno offerto un esempio di determinazione e coraggio, per cui vogliamo ringraziarli.
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