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«La Severino, Falcomatà, il garantismo»

«Il sindaco di Reggio Calabria è stato assolto in Cassazione per un reato, l’abuso di ufficio, che trova una scarsa applicazione perché deve essere doloso, seppure non sia assente da taluni compor…

Pubblicato il: 26/10/2023 – 12:26
di Mario Campanella
«La Severino, Falcomatà, il garantismo»

«Il sindaco di Reggio Calabria è stato assolto in Cassazione per un reato, l’abuso di ufficio, che trova una scarsa applicazione perché deve essere doloso, seppure non sia assente da taluni comportamenti amministrativi. Falcomata, al di là dei giudizi politici che sono un’altra cosa, è stato costretto per due anni a non esercitare le sue funzioni e con lui amministratori e dirigenti. Tutto ciò per merito, si fa per dire, di una nefasta legge che porta il nome di una grande giurista, Paola Severino, partorita da un governo tecnico e da una maggioranza variopinta.
La legge Severino è una delle tante concessioni al giustizialismo fatte anche da partiti garantisti. Così com’è è una sciagura e andrebbe abrogata al più presto. Le misure cautelari amministrative preventive sono eccezionali e transitorie e servono, in ambito penale, a evitare la reiterazione del reato e il possibile inquinamento delle prove.
Sospendere un sindaco e dei dirigenti per un reato che peraltro si vorrebbe abolire è stata una grossa ferita. Ma anche per reati più gravi come la concussione una condanna parziale non può determinare effetti del genere. Si tratta di errori fatti in un periodo in cui l’assenza della politica ha fatto emergere il giacobinismo più sfrenato. E tutto questo accade perché manca la politica e si pensa che la strada giudiziaria sia quella più efficace per sostituirla.
Il PD, il partito di Falcomata, dovrebbe fare una seria autocritica sul piano del garantismo ma anche soprattutto dell’abbandono definitivo della via giudiziaria di accesso al potere. Privare una città metropolitana della guida legittima in virtù di una norma che, incredibilmente, ha resistito al giudizio della Consulta ma che lede ogni principio di civiltà, è una cosa che deve fare riflettere. È giusto perseguire i reati nella pubblica amministrazione ma è insopportabile dover fare ancora i conti con i residui di stagioni che vanno archiviate. La gente va giudicata sul piano politico, senza sconti e non bloccata da norme che offendono la grandezza di una cultura giuridica dimenticata».

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