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Anche l’Antitrust a sostegno del porto di Gioia Tauro: «La direttiva Ue va riesaminata»

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sollecita le istituzioni italiane ad attenuare «la distorsione» della norma europea sulle emissioni

Pubblicato il: 27/10/2023 – 9:28
Anche l’Antitrust a sostegno del porto di Gioia Tauro: «La direttiva Ue va riesaminata»

CATANZARO «Occorre adoperarsi a livello comunitario per accelerare il riesame da parte della Commissione europea delle modalità applicative della direttiva Ets al trasporto marittimo». In “soccorso” del porto di Gioia Tauro, che rischia di essere penalizzato pesantemente dalla direttiva Ue sulle emissioni inquinati, arriva anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che in un documento espone alcune osservazioni e sollecita le istituzioni italiani ad attivarsi per bloccare o quantomeno limitare una autentica «distorsione». Per l’Antitrust – si legge le documento, anticipato dalla Gazzetta del Sud – sebbene si tratti di «una tappa importante verso il conseguimento degli sfidanti obiettivi di riduzione delle emissioni che l’Unione Europea si è posta», «l’attuale meccanismo di applicazione della direttiva al trasporto marittimo appare suscettibile di distorcere la concorrenza a svantaggio dei porti italiani e di altri Paesi Ue specializzati nel transhipment», transhipment che è in effetti l’attività principale proprio del porto di Gioia Tauro. «Attualmente – prosegue l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – se una nave proveniente da un porto entra-Ue fa scalo intermedio in un porto Ue, prima di raggiungere il proto Ue di destinazione, pagherà il 50% delle emissioni generate nella tratta extra-Ue/Ue e il 100% delle emissioni della tratta Ue/Ue. Nel Mediterraneo concorrono diversi porti europei ed extraeuropei, specializzati nel transhipment, per fornire tale scalo intermedio. Il meccanismo di calcolo dei diritti di emissioni dovuti favorisce nella concorrenza i porti extra-Ue rispetto a quelli Ue, perché effettuando lo scalo intermedio nel porto extra-Ue l’intera tratta fino al porto Ue di destinazione comporterà il pagamento del 50% degli Ets. Tale distorsione non appare giustificata dal punto di vista ambientale. Occorre dunque adoperarsi a livello comunitario per accelerare il riesame da parte della Commissione europea delle modalità applicative della direttiva Ets al trasporto marittimo, in modo da eliminare questa distorsione, a esempio considerando tutti i porti mediterranei comune se fossero porti extra-Ue (soluzione che minima le distorsioni concorrenziali e massimizza la tutela ambientale) opporre – conclude l’Antitrust – prevedendo un regime di esenzione per i porti europei maggiormente toccati da questa distorsione, come Gioia Tauro». (redazione@corierecal.it)

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