CATANZARO Un “bacino” di oltre 5.400 soggetti (per la precisione 5.419), per un costo annuale di oltre 91 milioni tra fondi regionali e fondi statali e un costo totale quantificabile finora in oltre 300 milioni. Sono questi i “numeri” del precariato della Regione Calabria: a certificarli è un dossier preparato dal Dipartimento guidato dall’assessore regionale al Lavoro Giovanni Calabrese e pubblicato oggi sul sito istituzionale dell’ente (il dossier si può scaricare alla fine di questo articolo).
«Un lavoro di ricognizione, una “radiografia” sui vari bacini di precariato, di fondamentale importanza per l’individuazione delle necessarie soluzioni che il Governo regionale dovrà avviare in linea con alcune attività già poste in essere negli ultimi tempi e che verrà illustrato, insieme al presidente Roberto Occhiuto, a breve al “Tavolo regionale per i servizi e le politiche del lavoro», si legge nella presentazione del documento, dal titolo “Dossier sul precariato in Calabria. Analisi e ricostruzione storica”. «Dal dossier – spiega l’assessorato guidato da Calabrese – emerge uno spaccato reale preoccupante, con scelte del passato che hanno determinato condizioni lavorative di incertezza con il ricorso costante a contratti atipici ed un utilizzo, a volte, improprio della formula del “tirocinio” che hanno gravato sulla pubblica amministrazione calabrese, pensando di risolvere il problema della disoccupazione con la creazione di bacini di precariato distribuiti negli enti pubblici calabresi. Ciò ha comportato aspettativa nei soggetti interessati che si sono ritrovato a fare una “vita da precario” e l’utilizzo in modo errato di una montagna di risorse economiche senza la soluzione del problema. Ad oggi la Regione utilizza circa 52 milioni di euro di risorse storicizzate nel proprio bilancio e quasi 300 milioni di euro sono stati utilizzate negli anni per il sostegno delle misure di precariato nella pubblica amministrazione senza però concretizzare lavoro stabile e dignitoso. Un lavoro importante quello del “dossier sul precariato” promosso dall’assessore Giovanni Calabrese ed elaborato dal dipartimento lavoro e welfare con il direttore generale Roberto Cosentino ed il responsabile del settore precariato Pasquale Capicotto».
L’assessore Calabrese ribadisce «la ferma volontà del governo regionale di svuotare tutti i bacini di precariato in essere e di avviare politiche attive diverse per creare lavoro vero, senza ricorrere a costosi espedienti che non solo non hanno spesso risolto il problema ma hanno privato di dignità lavorativa tante persone trasformati in ostaggi da una speranza di assunzione che per alcuni è arrivata anche fuori tempo massimo». Nel dossier poi si specifica che «il Governo regionale con il necessario e fondamentale supporto del Governo nazionale e del legislatore nazionale e regionale mira, a tal punto, ad estinguere tutti i rapporti di lavoro con la fine dei programmi e delle misure già esistenti, convogliando definitivamente con le stabilizzazioni, quindi prefiggendosi di trasformare il problema precariato in prospettive occupazionali con il tentativo di recuperare il deficit pregresso. A sostegno di tale volontà politica vanno inquadrate le norme nazionali e i provvedimenti regionali che vanno nella direzione di creare una concreta opportunità di stabilizzazione del bacino dei precari della ex mobilità in deroga. Per quanto riguarda poi la specificità dell’ente in house Azienda Calabria Lavoro, è da sottolineare che con l’attuazione della Legge Regionale 25 del 28 giugno 2023 e la sua conseguente trasformazione in Agenzia regionale per le Politiche attive del lavoro, tutti i dipendenti a tempo determinato e indeterminato per un totale di 367 unità diventeranno quindi a tutti gli effetti dipendenti pubblici e, chi è ancora “precario”, sarà inserito nel percorso di stabilizzazione seguendo le dovute procedure normative ed amministrative. Il percorso intrapreso e la linea d’intervento programmati dalla Regione Calabria delinea discreti segnali positivi e il nuovo “Tavolo regionale per i servizi e le politiche del lavoro” previsto dalla nuova legge regionale 25 del 28 giugno 2023, “Norme per il mercato del lavoro, le politiche attive e l’apprendimento permanente”, sarà lo strumento di intervento per promuovere l’occupazione e individuare, con un confronto permanente tra le parti sociali, le linee di indirizzo strategico in materia di politiche di lavoro, obiettivi e priorità per migliorare ed intervenire sull’occupazione con l’obiettivo di non creare per il futuro ambigue forme di precariato nella pubblica amministrazione». (c. a.)
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