La seconda Sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Catanzaro emessa nei confronti di Domenico Mancuso, 48 anni, in accoglimento del ricorso proposto dai suoi difensori, avvocati Mariangela Borgese e Sergio Rotundo, per il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e dall’agevolazione al clan Mancuso ai danni dell’imprenditore De Lorenzo, in concorso con i coimputati Pasquale Scordo e Gaetano Muscia. Nei confronti di Domenico Mancuso era stata eseguita, nel mese di gennaio scorso, una ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Olimpo” della Dda di Catanzaro, per i reati di estorsione e tentata estorsione aggravati dal metodo mafioso e dall’agevolazione alla cosa Mancuso.
Tale provvedimento era stato già parzialmente annullato dal Tribunale del Riesame di Catanzaro che, con ordinanza del 2 marzo 2023, aveva parzialmente accolto il ricorso per riesame presentato dagli avvocati Giuseppe Milicia e Mariangela Borgese – annullando la contestazione relativa all’estorsione aggravata relativa ai lavori di efficientamento energetico del presidio ospedaliero di Tropea, mossa a Mancuso, in concorso con Antonio La Rosa, 61 anni, Francesco La Rosa, 52 anni, di Tropea, alias “U Bimbu”, Domenico La Rosa, 85 anni, di Tropea, detto “Zio Mico” (padre di Antonio e Francesco), Domenico Polito, 59 anni, di Tropea, Paolino Lo Bianco, 60 anni, di Vibo, e Vincenzo Barba, 71 anni, detto “Il Musichiere”, anche lui di Vibo.
Con la sentenza emessa in data odierna la corte di Cassazione ha annullato con rinvio per un nuovo esame al Tribunale del Riesame anche per il capo che era stato confermato nell’ordinanza del 2 marzo 2023. Domenico Mancuso è il figlio del boss della ‘ndrangheta Giuseppe Mancuso (cl. ’49), detto ‘Mbrogghja, da due anni in totale libertà -dal novembre 2021 – dopo aver scontato 24 anni di ininterrotta detenzione.
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