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Due anni al timone della Calabria: Occhiuto tra risultati e obiettivi per il “terzo tempo”

Il 29 ottobre 2021 l’insediamento alla guida della Regione. Il bilancio degli ultimi 12 mesi, l’agenda e le sfide a breve e medio termine

Pubblicato il: 29/10/2023 – 16:59
Due anni al timone della Calabria: Occhiuto tra risultati e obiettivi per il “terzo tempo”

CATANZARO Due anni fa si girava ancora con le mascherine… Due anni fa, il 29 ottobre 2021, a distanza di ben 25 giorni delle trionfali elezioni regionali, Roberto Occhiuto assumeva lo scettro della Calabria al decimo piano della Cittadella, il Palazzo della Regione a Germaneto di Catanzaro. Da allora una full immersion nelle emergenze vecchie e nuove della Calabria, mille dossier che Occhiuto ha affrontato in questi 24 mesi con rapidità di esecuzione, pragmatismo, decisionismo ma anche – secondo i detrattori – con un eccessivo individualismo.

Il secondo anno alla Cittadella

Un anno fa il primo bilancio, un inizio di legislatura particolarmente intenso con una serie di riforme – in tema di ambiente nei due segmenti di rifiuti e idrico, aeroporti e sanità con Azienda Zero – portate a casa: ora un secondo bilancio, al fondo di un anno un po’ meno “sprint” del precedente ma costellato comunque di tappe importanti, che hanno fortemente inciso sulla vita della Regione. Ovviamente la sanità è stata la priorità delle priorità per Occhiuto, tra la conferma di alcune linee di azione già impostate nel 2022, come il ricorso ai medici cubani, e però anche sostanziali novità: il primo accertamento del debito, rivelatosi meno monstre di quanto si temeva (ma Occhiuto non lo temeva), la nuova rete territoriale e ospedaliera, il “concorsone” per l’emergenza urgenza che per la prima volta in Calabria ha visto più partecipanti che posti messi a bando, e poi lo start dell’azienda unica Dulbecco di Catanzaro, il più grande polo ospedaliero del Mezzogiorno, atteso da decenni.

Occhiuto con Metsola

Non solo sanità, ovviamente, perché Occhiuto ha ulteriormente rilanciato la strategia della “tolleranza zero” su più fronti, creando qualche strappo istituzionale con i Comuni: tolleranza zero in tema ambientale, in particolare la depurazione, tolleranza zero contro i Comuni che non hanno edito alla nuova Authority regionale (puntualmente commissariati), tolleranza zero nella lotta agli incendi con i droni che volteggiano a caccia di piromani e che ora piacciono anche nel cuore dell’Europa – anche se probabilmente questa “campagna” è costata a Occhiuto l’incendio da parte di ignoti di parte di una sua residenza a Belvedere – tolleranza zero contro l’abusivismo edilizio (con conseguenti altri commissariamenti). Poi, la riforma forse più difficile di tutte, anche perché mai realmente tentata da nessuno prima di lui, ma anche quella più fortemente voluta: la messa in liquidazione degli 11 Consorzi di bonifica, in gran parte carrozzoni spendaccioni e spreconi, e la creazione di un Consorzio unico regionale. Per incassare questa riforma Occhiuto si è spinto – cosa mai avvenuta nel regionalismo calabrese – a porre la fiducia chiedendo un atto di fedeltà assoluta alla sua maggioranza, che l’ha puntualmente accordata inducendo Occhiuto a ritirare la fiducia. Non sono stati giorni facili per il centrodestra, in tutta franchezza, più di un consigliere di maggioranza ha tremato ma è passata anche questa. Altri risultati: i nuovi voli da e per la Calabria letteralmente “strappati” ad alcune compagnie aree nell’ambito di un piano di rilancio del sistema aeroportuale calabrese. E poi il rilancio del rapporto con l’Unione europea, con la “mission” istituzionale di un paio di mesi fa con tanto di incontro con la presidente dell’Europarlamento Metsola, anche se è difficile corsa contro il tempo per spendere le risorse comunitarie della vecchia programmazione entro fine anno. Non sono peraltro mancati momenti particolarmente difficili, come l’improvvisa scomparsa del professore Giuseppe Profiti che stava per dare gambe a una delle più care “creature” di Occhiuto, Azienda Zero, il nuovo ente regionale di governance della sanità. Né è mancato qualche “inciampo” per qualche nomina che forse andava calibrata meglio (come l’ultima, quello di Carlo Maria Medaglia all’Arpacal un paio i giorni prima che Medaglia fosse arrestato a Roma per un pasticcio alla Link University) o qualche imbarazzo, come quello probabilmente vissuto all’indomani dell’arresto dell’assessore regionale all’Ambiente Carlo Minenna, poi comunque rientrato regolarmente  alla Cittadella dopo un periodo di sospensione.

Le prossime sfide e le incognite

Per Occhiuto comunque il saldo di questo secondo anno di guida della Regione Calabria appare nel complesso positivo, anche se gli ultimi mesi sono stati contrassegnati da un ritmo più compassato rispetto al primo anno. Probabilmente l’accentramento nelle mani del governatore di tante deleghe e così impegnative ha contribuito, e del resto lo stesso Occhiuto ne è pienamente consapevole, tanto da annunciare che una volta chiusi alcuni dossier che gli stanno particolarmente a cuore si libererà di qualche fardello per distribuirlo agli alleati. L’orizzonte per il presidente comunque è particolarmente impegnativo, perché il 2024 sarà un anno di appuntamenti anche elettorali molto delicati, soprattutto per lui, che è uno dei big nazionali di Forza Italia e dunque sarà chiamato a recitare un ruolo di primo piano nello scacchiere del suo partito e del centrodestra: le Europee saranno alla fine, in qualche modo, un “tagliando” anche per Occhiuto, per la sua leadership azzurra e per la sua azione di governo in Calabria. E poi ci saranno da portare all’incasso una serie di importanti richieste avanzate al governo nazionale di Giorgia Meloni, con cui Occhiuto vanta comunque un rapporto strettissimo: se per la Statale 106 e i tre miliardi di finanziamento le cose sembrano stiano procedendo bene, si attendono invece segnali un po’ più concreti per il porto di Gioia Tauro, dal rigassificatore allo stop alla direttiva sulle emissioni. Da seguire anche l’evoluzione del progetto della macro-regione mediterranea che Occhiuto ha fortemente rilanciato con il governo nazionale anche nella sua nuova qualità di presidente della Cim. Poi c’è il “nodo” sanità: Occhiuto ha un rapporto molto stretto con il ministro Schillaci ma non altrettanto sereno con i tecnici dei ministeri affiancanti, e questo è comunque un problema. In arrivo c’è un’altra proroga del Decreto Calabria, segno che ancora c’è da sistemare qualcosa nella sanità calabrese, soprattutto sul piano della governance, che è ancora molto poco stabile, con quell’Azienda Zero che è ancora più oggetto misterioso che concreta realtà. Da domani dunque per Occhiuto parte il terzo tempo, quello forse più importante. (a. cant.)

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