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la mala di Legnano-Lonate Pozzolo

Il capo del “locale” (in carcere) ordina la ricostituzione della ‘ndrina con una lettera

E’ quanto emerso nel corso dell’inchiesta “Hydra”. La missiva consegnata a Massimo Rosi. «Nessuno può decidere, solo io»

Pubblicato il: 29/10/2023 – 17:39
di Fabio Benincasa
Il capo del “locale” (in carcere) ordina la ricostituzione della ‘ndrina con una lettera

CROTONE La ricostituzione del locale Legnano-Lonate Pozzolo è al centro di uno dei capitoli dell’inchiesta “Hydra” condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri di Milano e di Varese, coordinata dalla Dda di Milano. Sono 11 le persone arrestate su ordine del gip Tommaso Perna, ben 154 gli indagati. Massimo Rosi, coinvolto nell’inchiesta, è considerato «il promotore». Del suo profilo ci siamo già occupati (leggi qui).

La (ri)costituzione del “locale”

Chi indaga sottolinea il coinvolgimento di Alfonso Rispoli detto “Alfonsino”(indagato) figura che avrebbe fatto da tramite tra il padre Vincenzo Rispoli (storico capo del locale) e Massimo Rosi. Vincenzo Rispoli, tramite il figlio, avrebbe fatto recapitare a Rosi una missiva con la quale avrebbe concesso il benestare in ordine alla ricostituzione del locale. Alla richieste pervenuta, Rosi avrebbe risposto adoperandosi per la ricostruzione della ‘ndrina partendo da una necessaria raccolta di denaro, utile all’alimentazione della cosiddetta “bacinella” (la cassa comune) per pagare quanto dovuto all’avvocato dì Vincenzo Rispoli. «In prima istanza verranno raccolte circa mille euro; somma che verrà successivamente consegnata da Giacomo Cristello a Alfonso Rispoli». Secondo l’accusa Cristello unitamente a Rosi ed un altro soggetto si sarebbero adoperati per la consegna di una seconda tranche a Alfonso Rispoli. E’ Cristello (intercettato) a dialogare con un soggetto del danaro da consegnare. «Anzi, fammi un favore vedi se c’è Massimo che l’altra volta hai visto cosa mi aveva detto…che…se chiamava Alfonso, capito, mettevamo un po’ per uno, di qua e di la. Io appunto 250 ce li ho se mi da 250 che sabato glieli mandiamo». Anche il il 29 aprile 2021, Cristello e Rosi sono impegnati in una conversazione e il tema è il medesimo: il denaro da corrispondere alla famiglia del detenuto Rispoli. «Mi ha detto…”Mi ha detto mamma, ha detto riusciamo a trovare altri 500 euro, a parte i 1000 che mi hai dati, 500 euro per lasciarglieli ai colloqui”»…

«Ogni volta che si parla di Legnano si parla di Enzo Pispol

Francesco Bellusci «è uno dei soggetti contattati da Rosi Massimo per la ricostituzione del locale di Legnano-Lonate Pozzolo». Secondo chi indaga, «la sua intraneità all’associazione mafiosa è testimoniata dalla moltitudine delle intercettazioni tra presenti registrate nel corso dell’intera indagine». Tra queste, una rivela una profonda conoscenza dell’ambiente criminale investigato, anche con riferimento all’area bustocca capeggiata dai fratelli Nicastro. E’ Rosi, intercettato, a parlare: «Ma non vogliamo questo, noi vogliamo ingrandirci ma farlo a modo nostro. Nessuno può decidere, solo io, al momento che Cenzo (Vincenzo Rispoli) non c’è». Rosi continua a parlare e Bellusci ascolta: «È quarant’anni che c’è Enzo, e sessant’anni che c’è il “Locale” a Legnano… l’ha aperta mio suocero, Rocco… e… Peppe “U speditu” poi Antonio Papalia e un altro che adesso buonanima è morto». Infine, accenna ai rapporti con i calabresi. «Ogni volta che si parla di Legnano si parla di Enzo Pispoli, assolutamente, non si parla di Cirò (…) non si è mai seduto al nostro tavolo, capisci?

«State vicino ai Nicastro»

La discussione prosegue, in altre conversazioni captate con protagonisti Rosi e Bellusci. E’ spesso il primo a parlare. E lo fa anche in una circostanza che vede chiamati in causa «i Nicastro». «Vabbè comunque mi dice “ho visto Alfonsino” così e così, cazzo mi son dimenticato a dire…dice che suo padre ha mandato a dire di stare vicino ai Nicastro. A Dario (indagato). Io perché ci credo da una parte perché quando eravamo, vabbè tu non c’eri, Alfonsino andava in Sicilia con un mi sembra…non so se andava con un Dario, giusto?». E Bellusci pare non ricordare: «Non so». (redazione@corrierecal.it)

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