RIACE «La giustizia è strettamente connessa con la democrazia. Non può essere solo nelle aule di un tribunale, riguarda tutti. Viene detto “in nome del popolo”, ma questo è il popolo», dice Mimmo Lucano mentre indica, intorno a sé, il “suo” popolo. Quello che è rimasto ad aspettare per ore la decisione della Corte d’Appello di Reggio Calabria e che non lo ha mai abbandonato, nonostante le accuse di aver utilizzato per fini personali i fondi destinati all’accoglienza dei migranti. Accuse mosse dalla Procura di Locri che hanno retto in primo grado con una condanna a oltre 13 anni, ma che non hanno convinto i giudici in secondo grado (per l’ex sindaco la condanna è stata decisamente ridimensionata a un anno e sei mesi, con pena sospesa, per una residua ipotesi di falso su una delibera). Il popolo di Lucano ancora una volta si è riunito nel Villaggio globale, questa volta per festeggiare nel borgo divenuto in tutto il mondo simbolo dell’accoglienza, all’iniziativa “L’Umanità non si arresta”. Insieme a Lucano, tra gli altri, padre Alex Zanotelli, Luigi De Magistris, Mario Oliverio, il suo avvocato Andrea Daqua, il giornalista Pietro Melia.
«Noi Riace, voi Cutro», c’è scritto su un enorme striscione dove viene ricordata la strage che lo scorso febbraio si consumò sulle coste crotonesi. E Lucano quando inizia a parlare parte da lontano, da quello sbarco di migranti curdi che fu l’innesco di un sistema di accoglienza destinato a fare la storia. Si dice «felice» per il risultato giudiziario, ma allo stesso tempo «dispiaciuto» per quello che sta accadendo a Gaza. «Mi dispiace – ha detto – per quello che sta accadendo al popolo palestinese. Stanno subendo una ingiustizia. Un appello che faccio da Riace è che deve finire questo massacro di innocenti. Niente può giustificare la violenza. Vogliamo veicolare da Riace un messaggio di pace». «Abbiamo il cuore in subbuglio per quello che sta avvenendo a Gaza», afferma anche il missionario comboniano padre Alex Zanotelli. Sono diverse le bandiere palestinesi sventolate in piazza. Così come quelle della pace. Tra i partecipanti alla manifestazione c’era anche Omar Sileiman, rappresentante della comunità palestinese di Napoli.
Uno dei primi a prendere la parola è stato l’avvocato Andrea Daqua, colui che in tutti questi anni lo ha difeso in tribunale. All’inizio il ricordo commosso del compianto avvocato Antonio Mazzone: «È stato lui che ha tracciato le linee maestre del percorso da seguire. Non si è sbagliato mai e non si è sbagliato nemmeno questa volta». E poi il commento alla sentenza del tribunale di Locri che vide Lucano condannato a 13 anni e due mesi di carcere. «Una condanna abnorme e aberrante» fu definita da Daqua e Giuliano Pisapia, legali di Lucano: «Non abbiamo mai avuto alcun dubbio sull’innocenza di Mimmo Lucano. – ha affermato Daqua – Abbiamo dimostrato il grossolano e gravissimo errore del tribunale di Locri. La abbiamo definita una sentenza aberrante perché abbiamo subito capito che c’era un divario tra le risultanze istruttorie e la decisione del tribunale».
«Per me Mimmo è l’antitesi del reato. – ha dichiarato De Magistris – oggi è una giornata di giustizia anche se c’è ancora da fare perché credo che Mimmo debba uscire estraneo da ogni fatto». Secondo l’ex sindaco di Napoli, Lucano è stato vittima di «una violenza istituzionale che è pesante perché vive di legge, di campagne di stampa, di calunnie e di diffamazioni».
Ed è stato lo stesso Lucano a confermare che la speranza non è mai venuta meno: «La giustizia – ha detto – è strettamente connessa con la democrazia. Non può essere solo nelle aule di un tribunale, riguarda tutti. Viene detto “in nome del popolo”, ma questo è il popolo. Ho avuto sempre la speranza che la sentenza di primo grado sarebbe stata ribaltata. Tre giorni prima della sentenza in appello avevo fatto sapere a tutti che avrei rifatto le stesse cose, non ho avuto incertezze e non potevo sapere che si sarebbe ribaltato tutto». Durante il suo intervento, l’ex sindaco ha attaccato la destra che «ha nella sua struttura molecolare – ha detto – il senso della disumanità. Questo dobbiamo ammetterlo. Come dice sempre padre Zanotelli, come può un cristiano votare per Salvini. Non è compatibile. Riace ha ribaltato il paradigma che immigrazione e invasione sono un problema di ordine pubblico».
Ha parlato di «una vittoria importante» padre Alex Zanotelli: «Finalmente abbiamo avuto giustizia. Una delle cose che sono fondamentali oggi è fare verità, fare giustizia. E’ fondamentale non solo per Mimmo Lucano ma perché questa esperienza di Riace è significativa per tutti i paesini dell’Appennino e delle Alpi. Io vengo da paesini del Trentino semivuoti. Possiamo davvero accogliere, usare i soldi per farlo, anziché usarli malamente come il governo sta facendo. I nostri piccoli villaggi, i piccoli paesini di montagna possono risorgere». (redazione@corrierecal.it)
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