LAMEZIA TERME Il suo nome è Marta Bonafoni, un nome che ai più potrebbe dire poco. In realtà sul piano politico è un nome che dice tanto, soprattutto nel Pd, perché Bonafoni è la coordinatrice della segreteria nazionale democrat: per essere più chiari, è una delle più strette collaboratrici di Elly Schlein. C’era anche lei, Marta Bonafoni, ieri, al Villaggio Globale di Riace che ha riabbracciato l’ex sindaco Mimmo Lucano, il simbolo delle politiche di accoglienza e di integrazione di recente riabilitato dalla Corte d’appello di Reggio Calabria che ha di fatto rilanciato il “Modello Riace” che altri (anche dalle parti dei dem) avevano criminalizzato. La presenza di Bonafoni non è passata inosservata a diversi analisti politici, per i quali il dato è che si conferma una sorta di corteggiamento a Lucano da parte del Pd, o quantomeno del Pd più marcatamente targato Schlein, quello movimentista e più di sinistra. Un corteggiamento che sarebbe in atto da un po’ e che avrebbe registrato il primo step con una telefonata della stessa Schlein a Lucano subito dopo la sentenza che ha scagionato l’ex sindaco di Riace.
«Un grande abbraccio a Mimmo Lucano, l’ho sentito ieri al telefono per dirglielo a voce», postò su Instagram Schlein il 12 ottobre, poche ore dopo la il verdetto pro-Lucano. Si tratta di vedere nelle prossime settimane se e come questo corteggiamento avrà sviluppi – magari anche elettorali (una candidatura di Lucano alle Europee?) – ma intanto il dato c’è. Il dato di un Pd che finora con Lucano ha legato poco e che ora con Lucano vuole legare un po’ di più. E lo fa capire la stessa Bonafoni con un post su facebook. «Non ero mai stata a Riace. Tante volte – scrive sui social Bonafoni – avevo tentato in questi anni senza riuscirci. Ieri sono stata alla festa che, dalla Calabria e da tutta Italia, ha radunato centinaia di persone attorno a Mimmo Lucano, dopo la sentenza che ha smontato il processo sul “Modello Riace” che lo aveva visto condannato a quasi 15 anni di carcere. Intervenire in quella piazza piena di emozioni è stato difficile e quindi necessario. Perché c’è un filo da riannodare fra un pezzo del centrosinistra e Riace, fra il Pd e il popolo dell’accoglienza. Perché siamo stati anche noi a scambiare la solidarietà con la sicurezza, le persone con i numeri. Siamo stati anche noi a volere gli accordi con la guardia costiera libica (oggi abbiamo votato contro) e a non cambiare la Bossi-Fini quando governavamo. Il terreno che ha reso fertili le accuse contro Lucano lo abbiamo annaffiato anche noi. Ora si tratta di sollevare Riace dalla rabbia e dal mito. E di renderlo un pezzo delle nuove politiche sull’accoglienza». Insomma, un post abbastanza eloquente. Poi ovviamente si tratta di capire cosa vorrà fare Lucano, che a sua volta con il Pd non ha mai legato e che in una recente intervista a “Vanity Fair” ha svelato una sua ambizione: «Mi affascina l’idea di tornare sindaco, ho fatto tre mandati ma l’ultimo è avvenuto in un contesto che si è interrotto prima della fine della legislatura, mi hanno sospeso da sindaco e non lo potevano fare ma lo hanno fatto con una evidente forzatura».
«Non ritengo – così Lucano a “Vanity Fair” – che sia impossibile ricandidarmi. Se c’è un sentire pubblico, collettivo, allora potrei. Tanti si sono avvicinati a Riace in questi giorni, da tutte le parti politiche». Ma intanto il corteggiamento dei democrat sembra un dato reale. (Foto tratte dalla pagina facebook di Marta Bonafoni) (a. cant.)
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