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La riflessione

L’alta Velocità segna la differenza tra Nord e Sud

L’alta velocità continua a essere un sogno per la Calabria. Ciò perché il Paese fa di tutto per dimostrare che il Sud non ha nulla a che spartire con il Nord, nel tentativo di rafforzare l’idea ch…

Pubblicato il: 30/10/2023 – 9:34
di Franco Scrima*
L’alta Velocità segna la differenza tra Nord e Sud

L’alta velocità continua a essere un sogno per la Calabria. Ciò perché il Paese fa di tutto per dimostrare che il Sud non ha nulla a che spartire con il Nord, nel tentativo di rafforzare l’idea che esiste una “questione meridionale” nel significato economico e politico della parola.
Tra il Nord e il Sud del Paese è certo che vi sono differenze sensibili tali da far risaltare una profonda diversità sia nel campo delle attività umane; sia per quanto riguarda le tradizioni e il mondo intellettuale e morale.
Nella storia del nostro Paese la “questione meridionale” è stata giudicata, in modo frettoloso, come un motivo di arretratezza del processo di sviluppo, sia economico che sociale rispetto all’area centrale del Paese, ma soprattutto rispetto al Nord.
Secondo gli osservatori del Nord, il Mezzogiorno ha vissuto di una economia direttamente proporzionata al sostentamento della famiglia piuttosto che per un benessere futuro. Le aree più povere di quell’epoca (tanto per cambiare…) erano quelle della Calabria, della Lucania e della Sicilia.
Il Piemonte, grazie a Cavour che ritenne utile un confronto con le “potenze” europee, diede alla regione una indicazione tale da permettere di potersi confrontare con le maggiori potenze d’Europa. Fu istituita una banca per concedere credito alle imprese e all’industria. Anche i canoni dei dazi furono ridotti di circa il 90 per cento rispetto a quelli del Sud. Furono sistemate le linee ferroviarie e i collegamenti con la Francia.
Di contro il Regno delle due Sicilie rimase fermo, ricalcando in economia una sorta di politica paternalistica. Sarebbero state queste le cause del “problema meridionale” incapace di creare uno stato moderno che desse ricchezza se non che ai proprietari dei terreni. Nasce essenzialmente da queste diversità il dualismo tra Nord e Sud.
I proprietari dei terreni (nella maggior parte dei casi, aristocratici) trovarono disdicevole interessarsi direttamente dei loro terreni, lasciando ai contadini il tipo di coltivazione dei campi. L’industria, in quei tempi, era pressoché sconosciuta al Sud se non che per l’estrazione dello zolfo.
Bisognò attendere più di un secolo per la prima ferrovia al Sud: la Napoli – Salerno. Il resto dei trasporti nel Sud avveniva su “mulattiere”
Per la prima rete ferroviaria nel Mezzogiorno, bisognò attendere l’anno 1859 e al Sud interessò solo la zona di Napoli, a differenza del Nord che disponeva di ben 1.896 chilometri di strade ferrate anche per il trasporto delle merci, oltre che dei cittadini. Ciò segnò l’inizio del divario economico tra Nord e Sud. Una differenza rimasta anche nei tempi moderni soprattutto per quanto attiene i redditi pro-capite, stimati in circa il 20 – 25% maggiori al Nord.
*giornalista

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