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il processo

Rinascita-Scott, attesa per la sentenza d’appello dell’abbreviato

In serata il verdetto per i 74 indagati nei confronti dei quali l’accusa ha chiesto la condanna per oltre 650 anni di carcere

Pubblicato il: 30/10/2023 – 12:16
di Giorgio Curcio
Rinascita-Scott, attesa per la sentenza d’appello dell’abbreviato

CATANZARO È attesa per questa sera la sentenza d’appello del processo “Rinascita-Scott” celebrato con il rito abbreviato. Dopo le conclusioni delle parti di questa mattina in Corte d’Appello a Catanzaro, i giudici sono ora in camera di consiglio. In tutto sono 74 le richieste di condanna invocate dalla Dda e dalla pm Annamaria Frustaci nella requisitoria dello scorso 5 luglio, per un totale di oltre 650 anni di carcere.

La prima sentenza

Nella prima sentenza sono già stati condannati in 70 (qui la notizia) tra loro, vent’anni, anche il braccio destro del boss Luigi Mancuso, Pasquale Gallone, considerato colui che avrebbe veicolato le direttive del capo ai sodali della cosca. Erano stati inflitti, invece, 16 anni a Gregorio Gasparro, accusato di comandare, insieme a Saverio Razionale e a Rosario Fiarè (imputati nel processo con rito ordinario) la cosca di San Gregorio D’Ippona. Altro elemento di spicco della cosca di San Gregorio è considerato Gregorio Gioffrè per il quale sono stati comminati 13 anni di carcere. Gioffrè, è scritto nel capo di imputazione, aveva il compito di gestire le attività estorsive e di mantenere i contatti con le altre articolazioni dell’associazione criminale vibonese. Chiesta poi la conferma della condanna a 15 anni e 4 mesi per Domenico Camillò, considerato al vertice della cosca “Pardea-Ranisi” di Vibo Valentia e i vent’anni per Francesco Antonio Pardea, «promotore e direttore del sodalizio – è scritto nell’imputazione –, con il compito di individuare i bersagli delle attività estorsive e delle azioni ritorsive».

Le assoluzioni

La pubblica accusa ha chiesto poi la condanna a 10 anni e 10 mesi per l’avvocato e imprenditore Vincenzo Renda, assolto dal gup di Catanzaro Claudio Paris. Secondo l’accusa, infatti, Renda, direttore tecnico e comproprietario della società “Genco Carmela e Figli srl”, con sede legale a Vibo Valentia, amministratore unico delle società “Calfood srl” e “Itc srl”, entrambe con sede legale a Vibo Valentia, avrebbe devoluto alla cosca somme di denaro secondo prestabilite scadenza temporali, con vantaggio per i Mancuso di percepire risorse economiche a cadenze fisse e per Renda di sbaragliare la concorrenza e ottenere protezione. Chiesta, poi, la condanna a un anno e 10 mesi per Antonio Di Virgilio e un anno e 6 mesi per Maurizio Fiumara, entrambi assolti. (g.curcio@corrierecal.it)

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