LOCRI Dubbi sui lavori in corso affidati alla Società cooperativa messinese Caes e sul costo dei servizi offerti. A Locri si chiedono ad esempio 7mila euro per due posti al cimitero, 60mila per una cappella. Dati snocciolati nel corso del consiglio comunale aperto richiesto dall’opposizione per chiedere chiarimenti al sindaco Giuseppe Fontana sulla convenzione sottoscritta dal Comune e dal Caes nel 2022. La richiesta di un confronto aperto è partita da cinque consiglieri comunali di opposizione e ha visto anche la partecipazione dei cittadini.
Le problematiche relative al cimitero di Locri si intrecciano con gli avvenimenti che lo hanno visto al centro degli interessi da parte della criminalità organizzata che per anni ha imposto la propria egemonia. Nell’agosto 2019 l’inchiesta “Riscatto” della Dda di Reggio Calabria ha permesso di ricostruire l’operatività di gruppi criminali riconducibili alla cosca Cordì per estorsioni e per il monopolio sul cimitero locrese. Dall’organizzazione dei funerali alla vendita dei fiori, passando per le attività edili sulle tombe fino al trasporto dei defunti: secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli indagati avrebbero gestito con modalità illecite tutte le attività legate ai servizi funebri del cimitero locrese.
«Abbiamo proposto questo consiglio comunale aperto per fare chiarezza», ha spiegato il consigliere di minoranza Raffaele Sainato, «siamo qui per portare al tavolo i nostri dubbi, ma soprattutto le nostre proposte». Sainato, che in passato ha anche ricoperto la carica di vicesindaco di Locri ha parlato della possibilità di fare un «condono tombale»: «La nostra proposta è di dividere la gestione del cimitero, far tornare la gestione al Comune utilizzando i dipendenti comunali per quanto riguarda tutte le tutte le operazioni ordinarie e straordinarie che vengono fatte all’interno del cimitero, mettere in chiaro tutte le problematiche sui proprietari di cappelle che proprietari di fatto non sono, perché il concessionario è diverso rispetto al proprietario, proporre una sanzione concordata all’interno del Consiglio comunale, utilizzare i soldi delle sanzioni, e quindi della regolarizzazione delle pratiche, per mettere a punto e liberare le strade che oggi vengono occupate da tombe a terra. Bisogna che se ne faccia carico il Comune, non si può caricare sui cittadini. Non è una cosa semplice, attuabile in un brevissimo tempo, ma in una programmazione seria e sicura per risolvere il problema del cimitero attuale e mandare avanti anche l’ampliamento attraverso il project che è stato presentato, che comunque adesso, ad oggi, continua ad avere vizi di legittimità».
«C’è perplessità sui costi – ha aggiunto Sainato – perché non c’è una regola precisa. Perché mentre all’interno dell’ampliamento del cimitero noi troviamo quanto impiega il privato e come andrà a riprendere i soldi rispetto alla gestione, rispetto alla vendita, loro hanno riversato tutto il Pef che dà copertura all’ampiamento del cimitero senza nessuna regola, l’hanno riversato sull’attuale cimitero e in questo momento l’attuale cimitero non può avere quei costi perché non deve coprire nulla. Mentre l’imprenditore copre i costi e quindi il proprio guadagno rispetto all’investimento, ad oggi all’interno dell’attuale cimitero, il gestore la Caes non ha investito un euro e non ha un euro da recuperare. Quindi mette gli stessi prezzi che sono a copertura del Pef e li mette all’interno del cimitero. E’ qua l’inghippo – dice Sainato – che stiamo cercando di spiegare».
Oltre Sainato sono intervenuti i consiglieri comunali di opposizione Ugo Passafaro ed Eliseo Sorbara che hanno rimarcato la volontà di «proporre soluzioni e non creare problemi riguardo alla risoluzione di una problematica atavica». Sui dati relativi ai costi e alla situazione delle persone indigenti ha preso la parola l’avvocato Pino Mammoliti che ha parlato di “differenziazione sociale”: «E’ impensabile pagare due posti 7mila euro e una cappella 60mila», ha detto.
Al termine degli interventi il responsabile del servizio urbanistica Nicola Tucci ha assicurato che fornirà una relazione articolata «poi da estendere a tutti», mentre Santi Calderone, presidente Consorzio Caes ha sottolineato che «il lavoro viene svolto negli interessi del territorio. Dobbiamo essere onesti – ha aggiunto – e ricordare come era messo il cimitero di Locri, che era terra di nessuno. Ci sono dei parametri – ha chiarito – che vanno a definire le tariffe».
«Per noi il cimitero è una questione primaria e fondamentale», ha spiegato il sindaco Fontana: «Ci vuole tempo ma noi vogliamo andare verso la normalità, perché non c’era una situazione di normalità. Non abbiamo nessuna intenzione di improvvisare, ma vogliamo migliorare ciò che è migliorabile», ha aggiunto il sindaco di Locri che ha assicurato: «Gli indigenti saranno seppelliti gratuitamente, dignitosamente, dal consorzio Caes su richiesta del Comune». Fontana ha risposto sui diversi punti messi sul tavolo dall’opposizione: «Le modifiche alla convenzione – ha detto – ci stanno e le stiamo attuando. Non è una situazione ingessata. La convenzione è modificabile e migliorabile, ma voi – ha aggiunto rivolgendosi ai consiglieri di minoranza – mi proponete delle soluzioni che non sono attuabili». Fontana si è detto «fiducioso sul lavoro svolto che porterà alla realizzazione di nuovi ambienti. Da investire sul cimitero c’è anche un finanziamento di 200mila euro».
Il confronto invece non ha particolarmente soddisfatto i consiglieri di minoranza. «In parte ci hanno ascoltato, in parte continuano a far finta di niente, – ha detto a margine del consiglio comunale Sainato – ma noi continueremo a dare battaglia su questa problematica e continueremo ad incontrarci con il sindaco e la sua amministrazione per portare avanti una soluzione su una problematica che è prioritaria». (redazione@corrierecal.it)
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