BOVALINO Due giornate all’insegna della poesia e della prevenzione nel nome di Giuseppe Amante, il 66enne di Bovalino scomparso nel dicembre del 2019 a seguito di un’ischemia. Dipendente del Museo e Parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri, Amante era un grande appassionato di poesia, per questo i familiari hanno organizzato, in occasione di quello che sarebbe stato il suo 70esimo compleanno, un evento che ha visto la partecipazione degli attori del Gruppo Spontaneo di Bovalino e al quale hanno preso parte amici e colleghi che hanno ricordato la grande passione con cui il 66enne svolgeva il proprio lavoro. Toccante il ricordo della moglie Matilde e della figlia Mariangela, che hanno ricordato inoltre l’importanza di fare prevenzione sottolineando che «un minuto può salvare la vita».
In occasione della Giornata mondiale contro l’ictus cerebrale, la famiglia Amante, grazie all’operatività dall’Associazione Alice – sezione di Condofuri, ha organizzato una giornata dedicata agli screening gratuiti: controlli della pressione arteriosa, frequenza, elettrocardiogramma, ecodoppler e della glicemia. Ogni anno nel mondo 12 milioni di persone vengono colpite da ictus, ma ben il 90% dei casi potrebbe essere evitato.
«C’è una grande necessità di fare prevenzione all’ictus e alla patologia cardiovascolare. – ha sottolineato Antonia Nucera, neurologa e fondatrice di Alice a Condofuri – Durante queste giornate di prevenzione che facciamo gratuitamente su tutto il territorio, controlliamo quelli che sono i fattori di rischio che possono determinare sia l’infarto al cuore sia l’ictus cerebrale. Fare prevenzione è importantissimo soprattutto in un territorio come il nostro, dove mancano tante cose dal punto di vista della sanità. Il nostro obiettivo in queste giornate, oltre a valutare il calcolo del rischio delle persone, è anche fare una campagna di sensibilizzazione e di informazione affinché tutti, in caso di ictus, possono giungere in ospedale in tempi utili». «Speriamo che in questo giorno, con questi screening, con questi esami che sono stati fatti, di poter aiutare e magari prevenire proprio l’ictus cerebrale. Io – afferma Mariangela Amante – faccio parte di questa associazione perché mio padre è proprio morto a causa di un ictus non riconosciuto, quindi si spera che ciò che è successo a lui non capiti a nessun altro, perché un minuto può salvare una vita». (redazione@corrierecal.it)
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