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la storia

Il mancato sepolcro di Leonida Repaci a Palmi nella sua Villa Pietrosa

Incagliati 100mila euro per costruire il mausoleo. Qui Repaci avrebbe voluto l’eterno riposo insieme all’amata moglie

Pubblicato il: 31/10/2023 – 9:31
di Paride Leporace
Il mancato sepolcro di Leonida Repaci a Palmi nella sua Villa Pietrosa

COSENZA La strepitosa villa Pietrosa a Palmi, buen retiro di Leonida Repaci, scrittore, pittore e giornalista di grande fama, meriterebbe di essere un Parco letterario e attrattore di turismo culturale. Un posto dell’anima tra i più belli della Calabria. Qui Leonida fece costruire “La Guardiola”, un balcone a picco sulle rocce dove l’intellettuale amico di Pasolini e Gramsci ammirava la lotta tra il pescatore e il pescespada quando si combatteva ancora con ferro degli arpioni nel mezzo dello Stretto di Messina e guardava il mare estendersi da Capo Vaticano alla Sicilia.

foto-tomba-repaci

Nelle grotte della sua casa più ambita, secondo volontà lasciata da scritto autografo, Repaci avrebbe voluto l’eterno riposo insieme all’amata moglie, Albertina Antonielli.
Oggi i resti della coppia letteraria giacciono in una cappella di famiglia in loculo unificato dove sono tracciate in epigrafe le parole dello scrittore che in memoria della sua donna scrive: “Noi siamo un cipresso con due cime mosse talvolta con impeto e dolcezza dal vento del diverso pensiero. La morte farà di noi una cima sola…” e a lato l’autobiografico epitaffio “…Le due cime del cipresso divenute una sola fanno anche una sola ombra proiettata nell’infinito”. Il caso vuole che io raggiunga Rocco Militano, palmese e parente di Repaci, un passato da dirigente regionale del Turismo ma soprattutto sacerdote di memorie, proprio mentre si trova davanti alla lapide di Leonida e della sua musa Albertina che sta mettendo in ordine per la prossima ricorrenza del 2 novembre.
Mi sono messo a pedinare le vicende della Pietrosa e soprattutto delle volontà di sepoltura lacrimata imbattendomi in un post di Militano che lamentava lo scorso 28 ottobre di voler rispettare le ultime volontà di Repaci di essere tumulato alla Pietrosa e di averne chiesto risoluzione in una lettera al sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio e al presidente del Consiglio comunale Francesco Cardone. Qualche mese fa, non ricevendone risposta.
Abbiamo verificato, in verità, che c’è stato un difetto di comunicazione, a volte nei paesi le questioni diventano complesse se non ci si parla.

Il sindaco Ranuccio dice al Corriere della Calabria che le comunicazioni sono state date in consiglio comunale (forse una mail all’Associazione Amici di Repaci si poteva pure inviare) e la storica dimora, dopo ben due manifestazioni d’interesse andate a vuoto, è stata affidata all’Associazione Prosopon, la scuola di recitazione della Calabria diretta dall’attore Natale Cordopatri in partnership con l’associazione Prometeus Odv e l’imprenditore Natale Princi manager di grandi eventi musicali. A loro sarà affidata la gestione e cura di tutti gli spazi in cui saranno ammesse attività di ristorazione, ricettività, accoglienza e servizi turistici. Non ci possono essere cambi di destinazione d’uso con un contratto decennale che prevede un canone di 4.200 euro annuale. Resta la questione della richiesta sepoltura di Repaci e signora in questo luogo.

Luogo sepoltura di Leonida Repaci

Il sindaco Ranuccio ci dice che «è complicato per la mancanza di fondi» poter allestire il mausoleo della coppia come Repaci reclamava. Nella nostra inchiesta però troviamo una novità di non poco conto. Militano, da dirigente del turismo, molto sensibile al tema aveva segnalato la questione qualche anno fa al presidente della Regione dell’epoca, Mario Oliverio. Il governatore ci conferma che aveva dato ascolto ai temi della Memoria e del turismo culturale prendendo a cuore il progetto. Si mise in campo un progetto articolato e integrato con una strada ferrata che potesse favorire la fruizione di tanta bellezza in un luogo d’incanto. Apprendiamo anche che l’opera fu finanziata per centomila euro. Purtroppo osservazioni e pareri che affliggono la burocrazia italiana arrivarono tardi, e a quanto pare i soldi del progetto rimangono attestati in una sorta di limbo e potrebbero essere spesi con quella prevista finalità.
Era il 21 aprile del 1968, quando Giacomo Mancini, ministro dei Lavori Pubblici, in occasione dei festeggiamenti dei 70 anni in onore di Leonida Repaci inaugurando la Casa delle culture di Palmi affermava: «E non sapendo fare un discorso per dire di Repaci, ho pensato che il modo migliore, per quanto mi riguarda di onorarlo e quello di utilizzare la mia funzione per dirgli che il ministero, tutto il governo, sono solidali con me, nel mettere a disposizione del sindaco di Palmi tutta la somma necessaria per costruire la Casa della Cultura, sposando l’idea di Leonida Repaci». Quel 21 aprile Repaci era nella sua Palmi e annunciando che avrebbe donato libri e quadri alla Casa della cultura non mancò di aggiungere: «Il resto servirà a costruire una replica culturale nel mio rifugio alla Pietrosa».
Per lungo tempo la prestigiosa Villa era rimasta abbandonata. Grazie all’assessore alla cultura dell’epoca Mario Sprizzi e al professore Domenico Ferraro il Comune ebbe la Pietrosa.

Da sx Albertina Antonielli Repaci e Leonida Repaci seduti sulla Guardiola

Raccontano le cronache di Militano che purtroppo la Villa fu depredata dei mobili di famiglia, degli arredi, dei caminetti, dei pavimenti in ceramica di Vietri, anche due bassorilievi furono rubati. Fu salvata la prestigiosa collezione di 303 quadri trasferiti negli scantinati del municipio, e ad ogni posto venne affisso il titolo dell’opera con il numero e Leonida disse “che presto sarebbero tornati a quel chiodo”. Invece l’abbandono continuò. Fu addirittura necessario l’intervento dei carabinieri per liberare da occupanti abusivi la villa, la casa del custode, il casello e l’uliveto. Seguirono progetti da Centro direzionale e una stagione di rinascita quando il Comune nel 2013 affidò la gestione all’Associazione Amici di Repaci e fu insieme a scuole, Unesco e altri club culturali un fiorire di iniziative. Poi le contese locali dei giorni nostri. C’è un’intervista a Leonida Repaci nelle teche Rai catalogata “Ritorno alla Pietrosa” in cui il letterato mostra al giornalista la grotta dove vuole riposare per l’eterno. Purtroppo là non sta con la sua amata Albertina. Credo che a colui che meglio ha immaginato come Dio creò la Calabria dovremmo riconoscere il suo desiderio di sepoltura lacrimata.

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