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l’inchiesta

Presunta corruzione al Ministero del Lavoro, indagine partita da una costola di “Maestrale-Carthago”

Tutto parte da intercettazioni sviluppate e riscontrate dalla Procura di Napoli

Pubblicato il: 31/10/2023 – 19:03
Presunta corruzione al Ministero del Lavoro, indagine partita da una costola di “Maestrale-Carthago”

NAPOLI Nasce da una costola dell’inchiesta “Maestrale-Carthago” – che lo scorso maggio ha portato ad una sessantina di fermi in tutta Italia – , l’indagine partenopea, durata oltre due anni, su diversi episodi di corruzione al Ministero del Lavoro nei quali sarebbero coinvolti, tra gli altri, l’imprenditore Danilo Iervolino, ex proprietario dell’università telematica Pegaso e presidente della Salernitana, il segretario generale del sindacato Cisal Francesco Cavallaro, il segretario generale del ministero del Lavoro Concetta Ferrari e Fabia D’Andrea, all’epoca dei fatti vice capo di Gabinetto del ministro del Lavoro. Un’inchiesta, la “Maestrale-Carthago”, coordinata dal procuratore Nicola Gratteri che da qualche settimana ha assunto proprio la guida dell’ufficio inquirente partenopeo. Tutto nasce – secondo quanto appreso da Ansa – da una serie di intercettazioni che vedono protagonisti, in particolare, il segretario generale del sindacato Cisal Francesco Cavallaro, ulteriormente sviluppate e riscontrate dalla Procura di Napoli, sulla base degli elementi raccolti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf partenopea. Secondo l’ipotesi accusatoria formulata dagli inquirenti napoletani (il sostituto procuratore Henry John Woodcock e il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno) il sindacalista calabrese avrebbe chiesto e ottenuto tramite Iervolino l’assunzione alla Pegaso del figlio della Ferrari (che però non avrebbe mai lavorato all’Università) in cambio del parere favorevole del ministero del Lavoro sulla scissione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal, conservando però vantaggi economici e patrimoniali. Per questo via libera del ministero, in precedenza negato, Cavallaro avrebbe, sempre secondo la Procura di Napoli, concesso alla funzionaria e al marito una vacanza in un resort di Tropea, in Calabria, il noleggio di una barca e di un’auto, una borsa Luis Vitton del valore di 780 euro, cravatte griffate, e anche la vendita di un’Audi Q3 a prezzo fortemente ridotto a un altro figlio della funzionaria.

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