Il prossimo sei novembre si esaurirà nella Prima commissione consiliare regionale la discussione sul progetto di legge della città unica di Cosenza-Rende-Castrolibero. Un dibattito durato sei mesi a conferma che la maggioranza di centrodestra non ha avuto nessuna voglia egemonica. La Commissione, anche grazie all’equilibrio della presidente, Luciana De Francesco, ha ascoltato associazioni, gruppi, sindaci, ovviamente non evitando di contemperare il dissenso. Sarà poi l’Aula, nella sua sovranità, a decidere e chi scrive ha sempre espresso il suo parere favorevole sull’idea .L’impianto legislativo mi sembra assai conforme ai principi costituzionali ( ma nessuno toglie l’eventuale diritto a chi è legittimato di fare opposizione nelle sedi previste). L’impianto politico coglie la necessità di costruire anche formalmente una grande città, che diventerebbe la seconda della Calabria. L’opposizione ha l’occasione per fornire contributi migliorativi anche in previsione della composizione statutaria. Il referendum per noi sarà importante perché crediamo come partito nella partecipazione popolare. Non ci sarà nessuna annessione ma un arricchimento di tutta un’area che, attraverso la presenza dell’università , può ambire a tornare ad essere ciò che è stata negli anni settanta e ottanta e cioè una delle città più importanti del Mezzogiorno.
Pd e cinquestelle possono anche in Aula fare proposte migliorative senza trincerarsi dietro pregiudizi.
Anche la data prevista per le elezioni, nella primavera del 2026, coglie le necessità costituzionali e anche ciò che riguarda Rende, per il cui commissariamento attendiamo con rispetto la pronuncia del Tar del Lazio.
Essere classe politica significa rispettare il dissenso e ogni forma costituzionalmente prevista di opposizione ma essere classe politica vuol dire anche assumersi le responsabilità.
Un’unica grande città non annulla le identità ma le rafforza. Consente di poter disporre di nuove risorse, apre la porta all’obiettivo che tutti dobbiamo avere di consentire ai nostri giovani, specie a quelli più in difficoltà, di poter rimanere in loco.
La sinistra, intesa come agglomerato delle opposizioni, può e deve raccogliere la sfida ambendo legittimamente a governare la grande città: chiaramente noi siamo convinti di poter vincere le future elezioni ma la democrazia è fatta di confronto e decidono sempre gli elettori. Un po’ come accade per il premierato, bisogna dimostrare spirito riformista e non temere i processi di modernizzazione. La democrazia è tale se consente ampia partecipazione. Sarebbe bellissimo festeggiare, con le elezioni del 2026, Cosenza capitale della cultura, con le bellissime testimonianze presenti anche a Rende e a Castrolibero. Due comunità altrettanto importanti e non prive di campanilismo come Rossano e Corigliano hanno effettuato prima questo passo pur in un contesto geografico diverso da Cosenza, dove il territorio mette insieme queste città. Allora il PD disse sì, dire di no oggi sarebbe una contraddizione.
*Vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera
x
x