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INFORMATICA

Costruirsi il futuro su una nuvola: storia dei tre cosentini premiati da Google

Matteo Candido, Marco Marano e Paolo Napoli (laureati Unical oggi in NTT Data) riconosciuti tra i massimi esperti mondiali nel settore del cloud

Pubblicato il: 01/11/2023 – 16:02
di Eugenio Furia
Costruirsi il futuro su una nuvola: storia dei tre cosentini premiati da Google

RENDE All’università hanno studiato insieme, adesso lavorano nella stessa multinazionale e di recente hanno vinto un premio assegnato a 500 talenti in tutto il mondo, soltanto 5 dei quali italiani. Sono tre quarantenni cosentini in forza a NTT Data, la mega compagnia tech giapponese con sede alle porte dell’Unical.
Matteo Candido, Marco Marano e Paolo Napoli sono tre Google Cloud Innovators Champion: la definizione fa paura ma in realtà si tratta di un riconoscimento ufficiale delle loro capacità e competenze in fatto di archiviazione dei dati (il cloud è la nuvola, in questo caso virtuale). Un riconoscimento che arriva direttamente da uno dei colossi globali dell’informatica: Google, che riconosce in NTT Data un partner affidabile.

Un’era (informatica) fa

Marco Iusi ci aiuta a fare una premessa a questa sfida vinta che parla cosentino. Lui è alla guida del Google Cloud Competence Center di NTT Data, una squadra di 100 esperti in tutta Italia ma con management e forte connotazione calabrese (Candido, Marano e Napoli ne fanno ovviamente parte), un team che appena cinque anni fa, quando si chiamava gruppo open source, era composto da 8 elementi.
Le date e i numeri sono indicativi per descrivere una crescita esponenziale: si parte nel 2001 – una sede in via degli Stadi con appena 3 colleghi –, tempi in cui persino internet era avanguardia, per arrivare a un presente fatto di circa 400 dipendenti, una tappa intermedia (2009) in cui nasce Value Team e infine (2013) viene acquisita da un’azienda leader come NTT che in tutto il mondo impiega circa 150mila persone: il polo calabrese è il primo in Italia e tra i primi d’Europa, imponendosi da subito come assoluto centro di innovazione dell’area meridionale, non è la factory con gli addetti che “costano meno” bensì la sede che semplificando definiremmo “di eccellenza”. Con un misto di ironia e incredulità viene raccontato l’episodio di quella slide che, in una presentazione della compagnia nipponica proposta in tutto il mondo, l’hub calabrese compare tra le sedi di Palo Alto e Tokyo.  
La retorica dello scantinato da cui poi esce un gigante – cara a molte storie di Silicon Valley – nel caso di NTT Data lascia il posto, volendo fare un consuntivo del primo decennio rendese costellato di successi, al comprensibile orgoglio di tanti giovani professionisti che hanno studiato nella loro regione d’origine, hanno scelto di rimanere a Cosenza e raggiungere qui significativi traguardi di carriera. «Non è un ripiego stare qui – spiega Marco Iusi – ma una scelta, e lo dimostrano le offerte di lavoro da tutto il mondo, anche economicamente allettanti, rifiutate da chi lavora qui, non da comprimario ma da protagonista».
Parlare con Iusi e con i da poco premiati – eppure già decani riconosciuti del settore – Candido, Marano e Napoli è toccare con mano cosa significhi creare valore sul territorio affinché i talenti non lo abbandonino e anzi vi vengano trattenuti e valorizzati, facendo a loro volta da attrattori di altre professionalità.

Foto di gruppo per il team Google Cloud di NTT Data (in basso a sinistra Marco Iusi, in piedi i “campioni” Napoli, Candido e Marano sono rispettivamente il secondo, terzo e quarto da sinistra)

Lavorano tutti a due minuti d’auto dall’ateneo che li ha formati, e da dove ancora oggi arriva il grosso della forza lavoro impiegata in questo cubo colorato sulla statale che porta al mare. Ingegneri informatici ma anche laureati in matematica, fisica, ingegneria gestionale e area biomedica. «Leggiamo nei loro occhi se oltre alla capacità c’è la nostra stessa passione», racconta Iusi che per il suo ruolo di vertice ha accolto tanti neolaureati; ma anche i tre “campioni del cloud” fanno reclutamento e formazione alimentando una continua attività di aggiornamento: se 5 anni fa il settore cloud era agli albori, dopo un lustro è già acquisito mentre si affacciano nuovi scenari – su tutti l’intelligenza artificiale che proprio nella vicina Unical ospita da quest’anno uno dei luminari in materia.
Più in generale, quello dell’informatica è un mondo che va a velocità elevatissima e serve visione per intercettare le innovazioni: una dote che viene riconosciuta, non solo in azienda, a Stefano Veltri, una delle figure di vertice del brand.

I tre campioni

Sfottò a parte – in pausa caffè i colleghi li apostrofano «emmé i cambiùni» alla cosentina, formula cui solitamente si ricorre per affermare il contrario – i tre talenti del cloud hanno stessa provenienza ma storie vagamente diverse: Candido (in un certo senso atipico visti gli studi superiori classici, a Trebisacce) e Marano sono in questa squadra dal 2009/2010, da prima cioè che l’azienda fosse acquisita da NTT; Napoli è arrivato invece nel 2018, da un cubo poco lontano in questa ex area industriale mutuata sempre più in distretto di logistica e tech.  
I tre premi equivalgono ad altrettanti sotto-ambiti del mondo cloud nei quali ognuno di loro si è distinto: Candido nelle nuove filosofie di sviluppo delle architetture (modern architecture), Marano nelle soluzioni miste (hybrid cloud) e Napoli nell’affidabilità della migrazione dei dati (security & networking). Tutte soluzioni cui sempre più spesso ricorrono i clienti – NTT Data ha un portafoglio di levatura non solo nazionale tanto nel pubblico quanto nel privato, dalle telecomunicazioni ai servizi al credito alle assicurazioni – soprattutto grazie ai vantaggi offerti dal cloud: siano essi di natura economica (si pensi al risparmio dei costi fissi passando da macchine che occupano spazio e risorse a migrazioni virtuali) o ambientale (il “green cloud” punta sulla sostenibilità delle fonti rinnovabili con l’obiettivo del carbone-zero).
Per mantenere questa certificazione Google, che non è “vitalizia”, Candido, Marano e Napoli devono produrre ricerca, articoli e partecipare a conferenze, aggiornarsi di continuo un po’ come accade ai medici. Con i nuovi arrivati – «ragazzi eccezionali con idee innovative che ascoltiamo, visto che da un laboratorio di oggi può nascere un progetto di domani» – si compie un percorso che spesso li vede entrare qui da tesisti o tirocinanti e, subito dopo una gavetta accelerata, trovarsi tra i dipendenti under 30. Nella regione prima in fatto di disoccupazione giovanile e di fuga dei cervelli oltre che nel tasso di Neet (giovani che il lavoro neanche lo cercano più), colpisce una frase – disarmante nella sua semplicità – con cui al momento dei saluti Marco spiega lo spirito, la filosofia e forse la potenza stessa di NTT Data: «Sai che c’è? Facciamo quello che ci piace e lo facciamo qui. A casa».

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