Storico incontro tra il Presidente dell’Albania Bajram Begai e la RAI con i rappresentanti delle strutture regionali e centrali (nella foto da sinistra il direttore generale Alfred Peza della Tv pubblica albanese, il caporedattore della TGR Calabria Riccardo Giacoia, il presidente della Repubblica di Albania Bajram Begaj, il rirettore della Sede regionale RAI Massimo Fedele, il commissario della Fondazione regionale per la Comunità Arbëreshë Ernesto Madeo, e il direttore Marco Zela delle Relazioni Internazionali della Rai). Il direttore Massimo Fedele nel suo breve intervento, salutando gli illustri ospiti, ha sottolineato l’importanza dell’inclusione e della tutela della lingua di minoranza che avviene anche attraverso la comunicazione di massa, sono stati letti i messaggi del ppresidente della RAI Marinella Soldi e dell’amministratore delegato della RAI Roberto Sergio. Il Presidente della Repubblica di Albania, Bajram Begaj, ha sorpreso tutti, citando Dante Alighieri, nel leggere la Divina Commedia si ascolta la parlata dell’epoca, esprimendo tutta la sua grande ammirazione e sentimenti sinceri rivolti alla Lingua Antica arbëreshë della Comunità Arbëreshë. E sentire la lingua antica del proprio paese emoziona, grande apprezzamento da parte del presidente della Repubblica di Albania Bajram Begai. Il presidente ha lanciato un messaggio forte e chiaro di incoraggiamento a tutti coloro, a partire dai genitori, sindaci e operatori di sportello linguistici, tutti gli operatori artistici che nelle loro azioni utilizzano la lingua Arbëreshë, mi riferisco al teatro, e poi ai curatori e compositori della musica arbëreshë, docenti di lingua Arbëreshë di farsi avanti e mantenere ALTA la Tutela della lingua Arbëreshë. Insieme all’Eparchia di Lungro che da seicento anni mantengono alta la tutela della Lingua Arbëreshë. Ruolo importantissimo nella Tutela è quello dell’insegnamento della Lingua di Minoranza l’Arbëreshë presso le scuole e la Legge Quadro 482/99 chiama in causa il Ministero della Istruzione e del Merito e anche la Regione Calabria può contribuire facendo degli accordi con l’Ufficio Scolastico Regionale, istituendo un percorso curriculare dell’ insegnamento dell’Arbëreshë e l’utilizzo continuo della Lingua di Minoranza Storica Arbëreshë e non della lingua Albanese. Occorre uscire da questa ambiguità, che nel tempo ha creato non poche incomprensioni e ritardi. La tutela deve essere rivolta alla lingua Arbëreshë non è previsto avere come lingua minoritaria la lingua Standard di un’altra Nazione, si perde lo Stato Giuridico di Lingua di Minoranza Storica. Abbiamo grande stima e ammirazione del popolo albanese e ci auguriamo presto che possa a pieno titolo rientrare tra i paesi appartenenti all’Unione Europea. Ma la tutela della Lingua di Minoranza Storica Arbërshë, rinforza i nostri rapporti secolari con l’Albania. Ma la dichiarazione di altissimo valore morale e di rispetto, al di sopra delle parti, del presidente dell’ Albania è una svolta importantissima che non lascia dubbi, il oresidente della Repubblica di Albania Bajram Begaj ha fatto i complimenti alla Comunità Arbëreshë (e in questo la comunità calabrese ha il dovere di condividere, per l’unità della lingua Arbëreshë, con tutte le altre comunità che risiedono nelle altre regioni d’Italia: Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise, Abbruzzo e perche’ no anche la numerosa comunità Arbëreshë del Piemonte, e l’Eparchia di Piana degli Albanesi che contribuisce a mantenere viva dopo accordi Interparchiali alta la tutela della Lingua Arbëreshë.). Ma tornando alla Tutela della lingua nelle scuole, facciamo riferimento a quanto la Legge Quadro 482/99 stabilisce con gli articoli 4 e 5. Nell’art. 4 viene enunciato: “ Nelle scuole materne dei comuni di cui all’articolo 3, l’educazione linguistica prevede, accanto all’uso della lingua italiana, anche l’uso della lingua della minoranza per lo svolgimento delle attività educative. Nelle scuole elementari e nelle scuole secondarie di primo grado è previsto l’uso anche della lingua della minoranza come strumento di insegnamento. … In questa prima parte dell’art. 4 della Legge Quadro sono prese in grande considerazione: i genitori, le istituzioni scolastiche e anche corsi di formazione per gli adulti, e stiamo sempre parlando della Lingua di minoranza Arbëreshë, se poi andiamo a vedere l’art.5 … “per la realizzazione dei progetti a livello nazionale è autorizzata la spesa di lire 2 miliardi annue a decorrere dall’anno 1999. Questa somma ad oggi varrebbe 1.421.599,26 di euro/anno (secondo calcolo valore attuale e conversione tramite algoritmo del Ssole24ore). Purtroppo nel tempo la somma citata non è stata mantenuta e allora la Legge Quadro 482/99 in generale prevede che possono esistere interventi migliorativi anche legislativi da parte delle Regioni tutte e provincie autonome senza alcuna distinzione tra Regioni a Statuto Speciale e Regioni a Statuto Ordinario non potrebbe essere diversamente in quanto stiamo parlando di Diritti Costituzionali. Come hanno affrontato nel tempo le altre Regioni, nel caso del Friuli Venezia Giulia quest’ultima d’accordo con l’Ufficio Scolastico Regionale di quella Regione copre i costi dei docenti per l’insegnamento della Lingua di Minoranza che è il Friulano e produce anche dei promo per far comprendere ai genitori che lo studio di una o piu’ lingue aiuta l’apprendimento dei bambini e dei giovani ma anche degli adulti. Il Friulano fa parte come l’ Arbëreshë delle 12 Lingue Minoritarie Storiche tutelate dalla Legge 482/99 che è la norma di attuazione come richiesta dall’art. 6 della Costituzione. La Regione Friuli Venezia Giulia ha anche una società accreditata presso l’Ufficio Scolastico per la formazione dei docenti. Riportiamo quanto pubblicato sul sito: Corsi di formazione per insegnanti, I corsi di formazione per insegnanti della Società Filologica Friulana sono accreditati dall’Ufficio Scolastico Regionale. La Società Filologica Friulana, al fine di promuovere la piena attuazione delle normative di tutela della lingua friulana nel mondo della scuola, organizza e promuove corsi e attività di formazione per insegnanti per il tramite del Centro di documentazione ricerca e sperimentazione didattica per la scuola friulana. Le attività di formazione promosse dal Centro di documentazione della Società Filologica Friulana sono accreditate dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia ai sensi della Direttiva Ministeriale nr. 170 del 21.03.2016 e costituiscono titolo culturale per l’ammissione alla Lista regionale degli insegnanti con competenze di lingua friulana (L.R. 29/2007). Chi sa se in Calabria esistono organizzazioni di questo tipo e mi riferisco per esempio al Centro Internazionale con annessa la Biblioteca Internazionale Arbëreshë di Frascineto oppure le Università della Calabria. Ma vediamo qual è stata la situazione nella nostra Calabria, basta vedere la storia dello Statuto della Regione Calabria, la nostra Magna Carta. I testi sono stati rilevati dal sito del Consiglio Regionale. Nel Testo cosiddetto Storico del 1971 era riportato: “LEGGE 28 LUGLIO 1971, N. 519 (Pubblicato in Gazz. Uff. del 3 agosto 1971, n. 195), Approvazione, ai sensi dell’art. 123, comma secondo, della Costituzione, dello Statuto della regione Calabria. TITOLO VI LA REGIONE E LA PROGRAMMAZIONE. Articolo 56.” In relazione alle finalità di cui all’art. 3 del presente Statuto la Regione, nell’ambito delle proprie competenze ed in concorso con lo Stato: nel rispetto delle proprie tradizioni, promuove la valorizzazione del patrimonio storico, culturale ed artistico delle popolazioni di origine albanese e greca; favorisce l’insegnamento delle due lingue nei luoghi ove esse sono parlate. E’ questo avveniva prima della Legge 482/99. Perché questo abbandono? E’ Legge dello Stato ed è passata al vaglio della Corte Costituzionale trattandosi dello Statuto della Regione Calabria, a parte il fatto che si dimenticarono della Lingua Occitana e della Comunità Occitana di Guardia Piemontese, ma fino alla nuova edizione del 2004 in cui è stato modificato lo Statuto la Regione Calabria avrebbe potuto finanziare l’insegnamento delle lingue di Minoranza, come oggi avviene in altre regioni dove la cura della Tutela della Lingua di Minoranza è alta e compresa, quanto si legge nello Statuto del 1971 fa cadere un’altra leggenda metropolitana che solo le regioni del nord quelle a Statuto Speciale “posso fare quello che vogliono”, mentre le regioni a Statuto Ordinario non possono intervenire, grande bugia!! Nel nuovo testo del 2004 sono stati inseriti i ROM che non rientrano nella Legge 482/99, ma sono tutelati da altri accordi quadro, la norma di riferimento per loro fa capo alle cosiddette Minoranze Nazionali. Nella nuova versione dello Statuto del 2004 scompaiono i termini “favorisce l’insegnamento” e viene inserito la lingua occitana. Testo previgente: TESTO PREVIGENTE, LEGGE REGIONALE 19 OTTOBRE 2004, N. 25, (Pubblicato nel Supplemento n. 6 del 23/10/2004 al Boll. Uff. n. 19 del 16/10/2004). TITOLO I PRINCIPI FONDAMENTALI, Articolo 2 (Principi e finalità) la tutela e la valorizzazione delle minoranze etniche, linguistiche e religiose presenti in Calabria, con particolare riguardo alle popolazioni di origine albanese, grecanica, occitanica e rom. La bellezza dell’art. 6 della Costituzione Italiana dovrebbe essere sempre tenuta presente in ciascuna nostra azione se abbiamo a cura i diritti delle persone che costituiscono un popolo che si identifica prima di ogni cosa nell’uso della propria lingua madre degli avi. L’art. 6 fortemente voluto dai padri costituenti recita: “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche” . Ovvero deve essere chiaro che per tutela occorre intendere l’esercizio dell’utilizzo della Lingua Madre in ogni ambito della società civile a cominciare dalla scuola, dove coesistono italiani parlanti che fanno uso della lingua madre degli avi, in questo caso sono la minoranza rispetto ai parlanti la Lingua italiana, cittadini italiani per nascita dello stesso Stato e che usano la lingua italiana per comunicare, le istituzioni hanno l’obbligo di mettere a loro agio le persone che intendono esercitare il diritto all’utilizzo della lingua madre dei loro avi. E’ un Patrimonio Immateriale che va curato e tutelato. Occorre vedere anche come le indicazioni dell’ONU aiutano moltissimo i decisori pubblici quando mettono mano per esempio alla rivisitazione di una Legge anche Regionale, non possiamo sempre pensare di essere “come calabresi” al centro del mondo e fregarcene di ciò che accade nel mondo e l’apporto che la storia o le dichiarazioni Universali permettono di agire tenendo conto che facciamo parte del mondo, è il caso della lr 15 del 2003…in fase di revisione, che è e deve essere strumentale per l ‘ amministrazione dei fondi assegnati, ma deve dichiarare nelle intenzioni quali sono i punti di riferimento da cui partire e intervenire ove possibile al miglioramento della Legge 482/99 sostenendo in particolare economicamente dove la 482/99 è carente ad esempio per l’insegnamento, illuminante è l’art. 2 della Dichiarazione sui diritti delle persone appartenenti alle minoranze nazionali o etniche, religiose e linguistiche (1992), che recita: “Le persone appartenenti alle minoranze nazionali o etniche, religiose e linguistiche (d’ora in avanti chiamate persone appartenenti a minoranza) hanno il diritto di beneficiare della loro cultura, di professare e praticare la loro religione e di usare la loro lingua, in privato e in pubblico, liberamente e senza interferenza o qualsiasi altra forma di discriminazione.” La Santa Sede ha riconosciuto rispettivamente nel 1919 l’Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia Continentale e nel 1937 l’Eparchia di Piana degli Albanesi essendo cattolici cristiani il diritto di mantenere il proprio rito bizantino in pubblico e di avere rapporti ecumenici con Constantinopoli, questa è un’altra preziosità del popolo Arbërshë, segno di tolleranza e di inclusione. In fine è una bella coincidenza di numero, infatti il 6 novembre 2023 ( art. 6 della Costituzione) il Corecom Calabria ha organizzato per quella data un importante incontro con organizzazioni locali sulle Minoranze Linguistiche Storiche della Calabria che sarà anche esteso in un prossimo futuro agli operatori di radio e televisione e on line, poiché l’apprendimento e le comunicazioni di massa sono complanari, basti ricordare l’importante programma della RAI “Non è mai troppo tardi” voluto da Aldo Moro all’epoca Ministro della Pubblica Istruzione per abbattere l’analfabetismo degli italiani. Non mi dispiacerebbe pensare che i prossimi progetti della Calabria siano indirizzati a percorsi di Educazione alla lingua di Minoranza. Le funzioni delle attività che dovrebbero essere proposte, devono tenere conto dei seguenti elementi, a regime tutto deve essere realizzato in lingua Arbëreshë, in lingua Grecanica e in lingua Occitana dando un giusto equilibrio alle funzioni educative (corsi, teatro, ecc.), Informazione (News in lingua) e Intrattenimento, per esempio spettacoli in lingua) e l’accessibilità per tutti per esempio con sottotitoli, doppiaggi, e scrittura in italiano e nella lingua di Minoranza, nei comunicati stampa per cominciare) deve essere consentita l’accessibilità a tutti, anche ai parlanti lingua italiana) che sono la maggioranza, come indicato dalle norme europee.
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