COSENZA All’udienza dello scorso 10 luglio 2023, le difese degli imputati nel procedimento “Testa del Serpente” – celebrato davanti al tribunale di Cosenza in composizione collegiale e concluso con la condanna degli imputati (qui la notizia) – formulano la richiesta di escussione dell’allora collaboratore di giustizia Roberto Porcaro. La richiesta perviene quando l’ex reggente del clan degli “Italiani” non aveva ancora ritrattato la volontà di collaborare con la magistratura. La decisione giunge il 18 settembre del 2023, nel corso della prima udienza preliminare del processo “Reset” in corso nell’aula bunker di Catanzaro e rivolto agli imputati che hanno optato per il rito abbreviato (qui la notizia). La richiesta di escussione dell’ex pentito viene reiterata all’udienza del 12 luglio 2023 mentre il pm ribadisce la propria opposizione in punto.
Sulla questione ha fornito interessati spiegazioni, il Collegio giudicante nelle motivazioni della sentenza del processo “Testa del Serpente“, depositate il 13 ottobre 2023 (LEGGI PER APPROFONDIRE). «Non è emersa alcuna assoluta indispensabilità di ampliare il quadro probatorio delineatosi in dibattimento, tramite l’ingresso di nuove deposizioni, atteso che i dati fattuali e il compendio probatorio già offerto al vaglio giudiziale non necessitano di ulteriori accertamenti». Questa la motivazione addotta dai giudici, che aggiungono: «D’altro canto le stesse difese degli imputati che reiteravano la richiesta non ipotizzavano l’emersione di nuovi elementi fattuali collegati alla deposizione del neo collaboratore Porcaro, bensì paventavano una diversa qualificazione giuridica della vicenda, circostanza rimessa alla sola valutazione del Tribunale». (f.b.)
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