ROMA Il dibattito sulla manovra di bilancio per il 2024 si svolgerà in un contesto di crescente instabilità a livello internazionale. Secondo la Banca Mondiale, l’eventuale aumento d’intensità del conflitto in Medio Oriente potrebbe far ripartire la corsa verso l’alto dei prezzi dei prodotti energetici. A seguito dell’atto terroristico di Hamas, le quotazioni del petrolio sono salite del 6 per cento. Nello scenario peggiore, ha indicato la Banca Mondiale, potrebbero salire fino a superare il massimo storico di 147 dollari al barile toccato nel 2008.
Sul disegno di legge varato dal governo pesano anche le incertezze riguardanti le clausole del nuovo Patto di stabilità e crescita dell’Unione europea che entrerà in vigore, a meno di improbabili cambiamenti di rotta, il 1° gennaio 2024. Al momento, i negoziatori cercano una sintesi tra la posizione dei Paesi – Germania in testa – che sollecitano percorsi rigorosi e cifrati per la riduzione dei debiti pubblici e quella di altri Stati membri favorevoli alla definizione di margini di flessibilità, anche a supporto del ciclo economico.
L’Italia, in particolare, chiede di tenere fuori dai conteggi alcune delle spese pubbliche legate alla realizzazione dei programmi decisi in ambito europeo. Come la transizione energetica e l’economia verde che richiedono ingenti investimenti.
La posizione italiana è suffragata dai risultati ottenuti negli Stati Uniti grazie ad un consistente e finalizzato aumento della spesa pubblica. Nonostante il rialzo dei tassi d’interesse, l’economia continua a crescere e non si registrano segnali di recessione. Nel terzo trimestre di quest’anno la crescita statunitense ha sfiorato i cinque punti percentuali. Nell’Eurozona è stata pari a zero.
Nelle ultime settimane, per quanto riguarda il settore primario, il dipartimento di Stato USA all’Agricoltura (USDA) ha annunciato il varo di alcuni programmi che hanno una dotazione finanziaria complessiva di 2,6 miliardi di dollari. In dettaglio, 300 milioni sono stati destinati a supportare le iniziative delle imprese per lo stoccaggio al suolo del carbonio. Alla promozione delle esportazioni andranno 1,3 miliardi. Un altro miliardo servirà per l’acquisto di prodotti sul mercato interno, da destinare agli aiuti alimentari internazionali. La sostenibilità ambientale non è stata trascurata. Circa 1,8 miliardi di dollari sono stati liquidati a metà ottobre agli agricoltori che hanno assunto impegni pluriennali per la tutela della biodiversità e delle risorse naturali.
La situazione è del tutto diversa nella UE. Nella proposta di revisione intermedia del bilancio pluriennale dell’Unione non sono stati previsti nuovi fondi per l’agricoltura, nonostante una richiesta di risorse finanziarie aggiuntive agli Stati membri per un ammontare di 66 miliardi di euro entro il 2027.
Nel discorso sullo stato dell’Unione pronunciato lo scorso 13 settembre, la presidente della Commissione ha espresso la volontà di aprire un dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura nella UE. Per salvaguardare la competitività delle imprese e il potenziale produttivo, è urgente dare seguito alle buone intenzioni.
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