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La “Grande Cosenza” entra nella fase clou, per il centrodestra un serio banco di prova

Si concludono le audizioni in prima Commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale. Maggioranza pronta ad accelerare ma c’è chi frena

Pubblicato il: 05/11/2023 – 12:08
La “Grande Cosenza” entra nella fase clou, per il centrodestra un serio banco di prova

LAMEZIA TERME La conferenza stampa del sindaco di Cosenza Franz Caruso sul progetto della “Grande Cosenza”, la fusione tra il capoluogo bruzio, Rende e Castrolibero, ha di fatto anticipato  il tema che sarà la priorità dell’agenda politica nell’immediato futuro. Domani infatti è in calendario l’ultima seduta della prima Commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale dedicata alla discussione sulla proposta di legge presentata dai consiglieri regionali di centrodestra del territorio cosentino: all’ordine del giorno le audizioni dello stesso Caruso, della presidente dell’Anci Calabria Rosaria Succurro (che è anche presidente della provincia di Cosenza), e dei commissari prefettizi che guidano il Comune di Rende dopo lo scioglimento per infiltrazioni della ‘ndrangheta. Caruso ha già specificato agli organi di informazione la sua posizione, spiegando di non essere contrario alla “fusione a freddo” anche se la legge del centrodestra a suo dire è «fascista», lanciando alcune proposte, anzitutto l’opportunità di acquisire un parere della Corte dei Conti e avere uno studio di fattibilità della fusione che sia garanzia di terzietà (evidentemente lo studio di fattibilità già commissionato al docente universitario Luigino Sergio al sindaco di Cosenza non dà queste garanzie), e poi presentando alcuni emendamenti. La sortita di Caruso è parecchio significativa, perché alimenta ulteriormente un dibattito serratissimo e non privo di tensioni, soprattutto nella maggioranza di centrodestra, e proprio nel momento in cui i giochi, su questa vicenda, ora si fanno seri.  Perché la volontà politica della maggioranza – a quanto risulta da fonti del centrodestra  – è quella di bruciare il più possibile le tappe e completare le varie tappe dell’iter in tempi abbastanza veloci. Anche se il percorso è tutt’altro che agevole.

Occhiuto con Orsomarso

Le fibrillazioni politiche

E’ tutt’altro che agevole anche guardando al cronoprogramma, che prevede, una volta concluse le audizioni, un’ulteriore seduta della prima Commissione del Consiglio regionale che dovrebbe portare alla stesura della proposta di provvedimento amministrativo con la quale si chiede al presidente della Regione la convocazione del referendum dei cittadini sulla fusione per la “Grande Cosenza”. Uno snodo non da poco, perché per quanto si tratti di un referendum obbligatorio e consultivo è evidente che si tratta di uno step delicatissimo. Non mancano poi alcune incognite che gravano complessivamente sull’intera “partita” e che sono spuntate, sia pure in modo più o meno disorganico, in questi mesi di dibattito: una per tutte, il fatto che uno dei due Comuni che andrebbero a fondersi, Rende, al momento è retto non da un’amministrazione democraticamente eletta ma da una commissione prefettizia. Ma c’è poi l’incognita politica legata a diverse e anche legittime “resistenze” al progetto, resistenze indirizzate magari più verso il metodo che verso il merito della questione ma sempre resistenze. La proposta di legge di fusione per creare la “Grande Cosenza” è sottoscritta da tutte le forze della maggioranza di centrodestra, e soprattutto – fanno intendere dalla coalizione – ha l’avallo dello stesso governatore Occhiuto, ma non vede tutti compatti. Non è un mistero che ci sia un’area di Fratelli d’Italia, rappresentata dal senatore Fausto Orsomarso, che da tempo sta ponendo questioni dirimenti, ulteriormente specificate nei giorni scorsi in un’altra uscita pubblica: il ragionamento di Orsomarso, che ha recepito interrogativi espressi anche da amministratori locali e militanti del suo partito, è che in genere le fusioni nascono dal basso mentre quest’ultima nasce dall’alto, da un’iniziativa del Consiglio regionale e la cosa ci può anche stare, ma si corre il rischio di commettere un atto di arroganza e soprattutto – ha sempre specificato il senatore meloniano – è opportuno che comunque il Consiglio regionale tenga conto della volontà espressa dai cittadini nel referendum. Ovviamente, la posizione di Orsomarso non configura (almeno per ora) un caso nella maggioranza di centrodestra ma certo è un dato politico di un certo rilievo. Si tratta di vedere ora se e come la maggioranza comunque procederà dopo la giornata di domani, che è comunque una giornata spartiacque. (a. c.)

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