LAMEZIA TERME Le “sinergie” internazionali della ‘ndrangheta e le nuove frontiere dei riciclaggio. “Lavatrici” cinesi per i boss del narcotraffico sotto la lente di ingrandimento degli investigatori in Emilia Romagna. A descriverle è un servizio del Tg3 regionale emiliano che illustra l’esito di un’inchiesta con cui la Guardia di Finanza di Bologna ha smantellato una organizzazione di narcotrafficanti legati alla cosca Romeo di San Luca, gente da centinaia di chili di coca al mese. La ‘ndrangheta in pratica – è emerso – per muovere i soldi usava la malavita cinese nel senso che «consegnava in Italia, il bonifico arrivava ai narcos colombiani, attraverso società create ad hoc per emettere e utilizzare fatture per operazioni inesistenti che servono a giustificare i movimenti di denaro»: a dettagliare il sistema di riciclaggio il comandante della Guardia di Finanza Regione Emilia-Romagna, generale Ivo Maccani. «Vengono utilizzate – spiega poi il generale Maccani – piattaforme criptate su internet e allo stesso tempo sistemi arcaici, come il feixen (“denaro volante”) usato nei villaggi cinesi per compensare debiti e crediti. Come avviene? Ci sono due referenti, uno in una città e un secondo in un’altra città, in un altro Stato, in un altro continente: è sufficiente avere un codice segreto per potersi presentare al secondo referente per poter ritirare il denaro, denaro che in pratica non si muove». (redazione@corrierecal.it)
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