«Le Ferrovie dello Stato dispongono di 95,5 miliardi derivanti da Pnrr e dal Piano nazionale complementare, dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027 e dal Fondo per le opere indifferibili. Risorse importanti che finanziano progetti dei quali solo quelli dei due grandi piani sono sottoposti ad analisi costi benefici, per verificarne l’utilità sociale e ambientale quando invece dovrebbe essere obbligatorio determinare, oltre all’efficacia, quanta crescita genera ogni euro investito (analisi a valore aggiunto). Assistiamo invece a una società che omette di rispettare le osservazioni del ministero dell’Ambiente per la Battipaglia/Romagnano (lotto 1a) della costosissima linea Salerno-Reggio Calabria»: lo scrivono sul Fatto Quotidiano Dario Balotta ed Erasmo Venosi, spiegando che «le norme che disciplinano i progetti Pnrr, prescrivono la Valutazione di impatto ambientale, che viene effettuata da una commissione speciale presso il ministero dell’Ambiente, dalla soprintendenza speciale presso il ministero della cultura e infine dal parere del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. La valutazione è accompagnata da “cose da fare”, per rendere l’impatto compatibile con l’ambiente e poi viene verificato dal ministero se queste sono state fatte e questa verifica si chiama “verifica di ottemperanza alle prescrizioni”, senza la quale il progetto non può andare avanti. Se tutto scorre liscio il progetto è approvato dalle amministrazioni coinvolte nella Conferenza dei Servizi. Ebbene, il lotto 1 a, di 35 Km, è stato approvato da 12 amministrazioni e 24 Enti interessati. Rfi, la società infrastrutturale di Ferrovie, ha apportato delle modifiche che il ministero valuta “sostanziali” ribadendo che è di sua competenza sottoporre a una nuova procedura la valutazione del nuovo progetto».
Le varianti – si legge nell’articolo – interessano componenti ambientali importanti: le tipologie costruttive (rilevati, trincee e viadotti), dissesti di aree instabili, sistemazioni idrauliche e aree di cantiere. La comunicazione del ministero del 23 giugno non ha impedito a Rfi di andare avanti e nessun atto amministrativo è presente sul sito del ministero che dimostri interventi atti a valutare e risolvere i gravi rilievi citati. Lo scandalo della Salerno-Reggio Calabria è rappresentato dal fatto che sulla linea attuale transitano 19 treni al giorno e 2-3 treni merci dei 220 possibili. Il Def 2020 prevedeva interventi sulla linea per velocizzarla in alcuni tratti raggiungendo le stesse economie di tempo, dichiarate per il progetto AV attuale via corridoio autostradale, più lungo di 50 Km e 6 volte più costoso (oltre 20 mld). Non solo. Il sottosegretario Ferrante ha ammesso che per il lotto n 2, che dalla costa tirrenica si immette nella Valle del Crati, ci sono “significative criticità connesse alla realizzazione di una galleria che attraversa, per circa 20 km, un massiccio carbonatico sede di un rilevante sistema di falde acquifere (…) ingenti oneri per la manutenzione e la gestione degli impianti in fase di esercizio oltre a comportare un allungamento dei tempi di costruzione”. Certificazione del fallimento di un tracciato Rfi a zig zag, ma la rinuncia di fatto al lotto 2 porta alla inevitabile cancellazione dei lotti n 2 e 3, che riportano la linea dall’interno alla costa. Meglio tardi che mai se serve a ridurre gli impatti ambientali, sociali e finanziari.
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