REGGIO CALABRIA È il nodo politico dell’autunno, soprattutto per la maggioranza di centrodestra. Il progetto della “Grande Cosenza”, la città unica che dovrebbe nascere – secondo quanto prevede una proposta di legge regionale – dalla fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero com’era prevedibile sarà il tema che avrà priorità nel dibattito delle prossime settimane, un dibattito che si preannuncia particolarmente serrato. Lo ha del resto fatto intendere l’ultima seduta della prima Commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale, che aveva all’ordine del giorno le audizioni del sindaco di Cosenza, Franz Caruso, della commissione straordinaria prefettizia che guida temporaneamente il Comune di Rende e del presidente della Provincia Rosaria Succurro, che è anche presidente Anci Calabria. L’ordine del giorno della fusione cosentina ha registrato quasi tre ore di dibattito, tra l’altro – a conferma della delicatezza e dell’importanza del tema – per la prima volta non dettagliato dal resoconto di seduta, stavolta laconico al massimo, ai limiti dell’omertoso. Ma qualche indiscrezione è trapelata, come quella che vuole che il progetto della “Grande Cosenza” potrebbe avere tempi più lunghi di quelli previsti dalla maggioranza di centrodestra e li avrà essenzialmente per alcune resistenze che si riscontrano nella coalizione di governo che pure ha presentato la proposta di legge, resistenze vecchie e nuove.
In linea teorica la fusione trova tutti d’accordo, anche vaste aree del centrosinistra, ma ci sono differenziazioni sull’iter e sul metodo, differenziazioni solo apparentemente marginali. Finora, l’oggetto del contendere riguarda essenzialmente il futuro referendum sulla fusione, referendum che per una vasta area della maggioranza dovrà essere solo consultivo ma per un’altra area della maggioranza dovrà essere invece vincolante: quest’ultima tesi è quella caldeggiata da un’area di Fratelli d’Italia rappresentata dal senatore Fausto Orsomarso, che anche pubblicamente si è espresso in questa direzione, ma a quanto filtra da fonti del centrodestra anche la Lega, attraverso il consigliere regionale Pietro Molinaro, l’altro giorno in prima Commissione avrebbe abbracciato l’opzione del referendum vincolante. Insomma, il fronte dei perplessi nel centrodestra sembra sia più ampi di quanto si poteva pensare fino a qualche settimana fa, nei confronti di una proposta normativa che invece a esempio piace molto a Forza Italia. È questo è un nodo di non poco conto. Nella maggioranza non c’è un caso né una spaccatura ma c’è comunque – almeno su questo tema della fusione – una diversità di vedute che è un fatto inedito e politicamente significativo. Tempo per sbrogliare il nodo comunque c’è, anche perché, anche alla luce di queste resistenze, si profilano ulteriori riunioni della prima Commissione, più di quante si pensava fossero sufficienti. Due se non tre, e in una di queste potrebbe essere audito il docente universitario Luigino Sergio a cui è stato affidato il compito di realizzare uno studio di fattibilità della fusione Cosenza-Rende-Castrolibero. L’ultima seduta di Commissione dovrebbe poi approvare la proposta di provvedimento amministrativo con cui formalizzare al presidente la Regione la richiesta di indizione del referendum, ma alla luce delle ultime dinamiche questo step ora sembra sia slittato un po’ più in avanti. (a. c.)
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