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Caso Ionel Arsène, la Corte d’appello chiede la sospensione del mandato di arresto

«Rischio di atti autolesionistici in caso di consegna allo Stato membro di emissione»

Pubblicato il: 09/11/2023 – 19:44
Caso Ionel Arsène, la Corte d’appello chiede la sospensione del mandato di arresto

BARI La Corte di Appello di Bari (terza sezione penale), si è pronunciata in merito alla richiesta presentata nell’interesse di Ionel Arsène, diretta alla sospensione dell’esecuzione della sua consegna all’Autorità della Romania, cosi come disposto dalla Corte di Appello di Bari con sentenza del 12.10.2023 in esecuzione del mandato di arresto europeo numero di natura esecutivo, emesso dall’Autorità Giudiziaria della Romania in forza della decisione del Tribunale di Bacau, dopo la pronuncia della Corte di Appello di Brazov di condanna alla pena di anni sei e mesi otto di reclusione per corruzione. Militante del partito social democratico, leader per diverso tempo in Romaniagià deputato del parlamento rumeno e governatore della regione del Neamt, Arsène, è stato accusato di traffico d’influenza in due distinti procedimenti relativi a due atti commessi nel 2013 e nel 2015. Secondo la Dda romena, l’uomo aveva chiesto una tangente di oltre 3 milioni di “lei” a un uomo d’affari. Lo scorso 10 marzo, la Corte d’Appello di Brasov ha condannato Ionel Arsène a 5 anni di carcere per traffico d’influenza nel primo procedimento e ì ad altri 5 anni il secondo, tutto ricongiunto, poi, in una condanna definitiva a 6 anni e 8 mesi di reclusione. Dopo la condanna, per il 51enne è stato emesso un mandato di arresto europeo oltre alla confisca delle somme di 80 mila euro e 150 mila lei. L’uomo si trova al momento in Italia, in cui vive da oltre cinque anni, insieme alla moglie e al figlio, ed è in attesa dell’esecuzione della sentenza definitiva della Corte d’appello di Bari (Italia) che ha accolto la sua consegna verso la Romania, dove dovrà scontare la pena che gli è stata inflitta. 

La decisione della Corte d’Appello

Esaminato il parere del Procuratore generale che ha concluso per il rigetto della richiesta, la Corte chiede la sospensione dell’esecuzione del Mandato di arresto europeo e in «ragione delle condizioni di salute di Arsene e in particolare del rischio di atti autolesionistici (quali il suicidio) in caso di consegna allo Stato membro dì emissione, così come riportato dalle consulenze psichiatriche». Le condizioni sanitarie di Arsene sono state segnalate da due diversi professionisti in una corposa documentazione sanitaria ed a seguito di una perizia d’ufficio sollecitata dai difensori, gli avvocati Alfredo Gaito e Mario Antinucci, «inducono a differire l’esecuzione della consegna e a procedere alla nomina d’urgenza di un perito».

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