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Lo studio

Modello Zes Campania per il rilancio dell’economia (anche) della Calabria – IL REPORT

Gli esiti dello studio “The European House-Ambrosetti”. Stimato un impatto potenziale pari a circa 83 miliardi per il Mezzogiorno

Pubblicato il: 09/11/2023 – 14:00
di Roberto De Santo
Modello Zes Campania per il rilancio dell’economia (anche) della Calabria – IL REPORT

GIOIA TAURO Se tutte le Zone economiche speciali avessero la stessa performance dimostrata dalla Zes Campania dalla sua istituzione sarebbero in grado di generare circa 83 miliardi di euro pari al 23% del valore aggiunto del Mezzogiorno. È quanto emerge dal primo studio realizzato ad oggi sulle esperienze italiane, nel più ampio contesto delle Zes in Europa, da The European House-Ambrosetti.
Uno studio che ha avuto come focus le esperienze di Campania e Calabria, che nel 2021 hanno raggiunto il primo posto in termini di distribuzione degli investimenti Pnrr tra le otto Zes italiane. Il report che è stato presentato oggi a Roma nel corso della Tavola Rotonda “La Zona Economica Speciale (Zes). Campania e Calabria, risultati raggiunti e sfide aperte”, che ha visto il contributo del commissario straordinario della Zes Campania e Calabria, Giosy Romano, del coordinatore della segreteria tecnica, Caie – Comitato attrazione investimenti esteri, ministero delle Imprese e del Made in Italy, Amedeo Teti, del presidente aggiunto della Corte dei Conti, Tommaso Miele, dell’Head of Corporate Italy di Unicredit, Luisella Altare, dell’Executive Director Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo, Anna Roscio, del presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale e vice presidente di Confindustria Vito Grassi, del componente di Giunta di Presidenza con delega sulle ZES di Confapi, Raffaele Marrone, della responsabile Affari Istituzionali, Baker Hughes, Barbara del Sala e del CEO & Founder Tea Tek, Felice Granisso.

Le performance della Zes Campania

Stando a questo report, dal suo avvio la Zes Campania è riuscita ad attrarre investimenti per circa 900 milioni di euro tramite l’Autorizzazione Unica e 1,1 miliardi di euro con lo strumento del credito di imposta.
«Questo risultato, che è stato perseguito dal Commissario Zes come prioritario in virtù di condizioni favorevoli di partenza di natura industriale e infrastrutturale – si legge nel report – ha beneficiato in particolare i settori dei servizi di logistica e della farmaceutica e ha generato una ricaduta positiva sull’occupazione locale stimata di oltre 8.000 persone. Ancora più rilevanti, gli effetti positivi generati dalle attività delle filiere in totale (sommando effetto diretto, indiretto e indotto)».
Secondo le stime di The European House-Ambrosetti, gli investimenti attratti dalla Zes Campania attiveranno 23 miliardi di euro in termini di Valore Aggiunto e oltre 20.000 posti di lavoro.

Il quadro calabrese

Dallo stesso studio curato da The European House-Ambrosetti, emergono le condizioni di svantaggio in cui si trova il Mezzogiorno e la Calabria in particolare. E i vantaggi che potrebbero derivare per l’economia regionale dallo sviluppo della Zes che dal 1 gennaio diventerà unica per tutto il Sud.
Passando in rassegna i dati macro-economici si delineano i contorni della fragilità che caratterizza la regione. Ad iniziare dal Pil, che vale l’8,3% appena dell’intero Prodotto interno lordo del Mezzogiorno contro ad esempio il 27,8% della Campania e il 22,4% della Sicilia. Ma quel che si evidenza è soprattutto la bassa crescita registrata negli anni. In cinque anni è l’economia calabrese che è cresciuta meno di tutte le altre regioni meridionali: 0,4% dal 2016 al 2021. Nello stesso lasso di tempo la Puglia ha registrato un incremento del 5,9% così come la Basilicata che è crescita del 5,7%.Un quadro che se era debole nella fase pre-Covid dopo la ripresa delle attività, ha dimostrato un peggioramento della situazione. Stando alle analisi riportate dal report, infatti la Calabria era ultima per Pil pro capite nel 2019 e quella posizione è rimasta invariata anche nel 2021 con una flessione ancor più marcata.

L’impoverimento del territorio, stando al rapporto, avrebbe così contribuito allo spopolamento dell’intero Mezzogiorno con punte record in Calabria. Tra il 2008 e il 2022, la regione ha perso il 6,01% dei residenti: terzo dato più pesante del Sud Italia. Un dato negativo che diviene ancor più «preoccupante» se rapportato alla fuga degli studenti universitari. In Calabria nel 2020 il rapporto tra il saldo migratorio netto degli studenti universitari ed il numero di iscritti universitari nelle regioni italiane segna un tasso negativo: -8,3 punti percentuali. A dimostrazione della scarsa attrazione esercitata dagli Atenei calabresi, ma soprattutto dalla poca convinzione dei giovani a scommettere sul proprio futuro rimanendo sul territorio.


Dal rapporto The European House-Ambrosetti, emerge inoltre anche la bassa attrazione che il territori del Sud esercitano sugli investimenti sia pubblici che privati. Preso a campione il 2020, risulta ad esempio che la Calabria in un anno abbia attratto “solo” un miliardo di investimenti fissi lordi pubblici e 4,3 miliardi dai privati. Decisamente lontano dai 5,6 miliardi di investimenti pubblici e 59,6 miliardi privati giunti in Lombardia. Ancor più preoccupante, sotto questo profilo, il dato che la massa di investimenti nel tempo siano diminuita.
In venti anni la Calabria ha perso più di tutti. Stando alle analisi del rapporto, posto un indice di investimenti pari a 100 nel 2020 quel dato è sceso a 57. A differenza ad esempio del Nord che ha registrato una flessione minore (91), ma anche del Mezzogiorno (64,9).
Inoltre dai dati, emerge che la Calabria ha rivestito i panni della Cenerentola anche in fatto di contributo offerto dalle multinazionali sul valore aggiunto regionale. Per la Calabria appena il 5,7% contro il 26,2% della Lombardia e la media nazionale del 18,1%.
Numeri e dati che confortano quanto sia importante per la Calabria riuscire ad interpretare la meglio l’opportunità offerta della Zes.
Anche come attrattore di investimenti del Pnrr. Alla Calabria dal Piano nazionale di ripresa e resilienza sono arrivati 111,7 milioni di euro, risorse che – stando ai dati del report – risultano per la metà già aggiudicate.

I risultati conseguiti in Calabria

Secondo quanto annunciato, con una nota, «la Calabria, l’attenzione e le azioni del Commissario Zes sono state indirizzate alla rapida implementazione delle opere infrastrutturali e alla messa in sicurezza delle aree industriali, con l’impiego di fondi e investimenti per 19,9 milioni di euro. In particolare, è stato perseguito l’obiettivo di rafforzare le condizioni di legalità mediante il programma operativo “Legalità” Fesr/Fse 2014/2020, con interventi di miglioramento del sistema di trasporto delle merci, l’attivazione di sistemi di videosorveglianza e controllo accessi, l’implementazione di sistemi di monitoraggio dei siti industriali, infrastrutture per monitoraggio dei dati e un centro di controllo e sala crisi».
Questo per «promuovere l’attrattività della Zes Calabria». E i primi importanti risultati ci sono stati. La multinazionale “Baker Hughes” ha annunciato l’intenzione di potenziare le sua attività produttive in Calabria. Si tratta di un investimento complessivo di 60 milioni di euro che nelle previsioni consentirà di generare 200 nuovi posti di lavoro. Si tratta del potenziamento del suo stabilimento di Vibo Valentia e la creazione di un nuovo sito produttivo nel porto di Corigliano Calabro.

Romano: «Abbiamo accompagnato gli imprenditori negli investimenti»

Giosy Romano, commissario straordinario, Zes Campania e Calabria

«I dati che emergono dallo studio di The European House – Ambrosetti sono straordinariamente significativi e fonte di grande soddisfazione: 2 miliardi di euro e 73 autorizzazioni uniche in poco più di un anno in Campania, con una previsione di circa 20 mila nuovi posti di lavoro, sono numeri da record». Così Giosy Romano, commissario straordinario, Zes Campania e Calabria ha commentato il rapporto ed ha aggiunto: «Se si aggiunge la Calabria, le autorizzazioni uniche salgono a 84. Scegliere di fungere direttamente, nel rispetto della previsione normativa, da stazione appaltante ha consentito di aggiudicare tutte le gare affidateci quale soggetto attuatore».
Secondo Romano, «accompagnare gli imprenditori nell’utilizzo dello sportello digitale e assumersi la responsabilità di garantire l’effettivo snellimento delle procedure ha permesso di raggiungere risultati indelebili negli investimenti». (r.desanto@corrierecal.it)

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