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Mario Occhiuto: «Ecco la mia idea di rigenerazione urbana»

Il senatore di Forza Italia illustra il suo disegno di legge in materia: «Distingue chi rigenera da chi specula»

Pubblicato il: 10/11/2023 – 19:17
Mario Occhiuto: «Ecco la mia idea di rigenerazione urbana»

ROMA «La discussione in atto dipende dall’interesse diffuso che esiste sul tema della rigenerazione urbana, ma purtroppo c’è anche molta confusione». Così il senatore di Forza Italia, Mario Occhiuto, spiega le ragioni del numero elevato di proposte di legge in Parlamento in materia di Rigenerazione urbana. Una materia sulla quale lo stesso esponente forzista – nonché membro della commissione Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica a Palazzo Madama – ha presentato un suo disegno di legge.
Rispondendo ad un’intervista pubblicata sul sito dell’Audis, Associazione indipendente pubblico-privata con l’obiettivo di offrire un efficace supporto agli operatori pubblici e privati impegnati in processi di rigenerazione urbana, il senatore ha sottolineato che «la rigenerazione urbana è un nuovo processo, multidimensionale e integrato di intervento progettuale, correlato alla necessità di contenimento del consumo del suolo, che non deve essere confuso con la riqualificazione e il recupero edilizio, già disciplinati da tempo. Né può essere soltanto l’occasione per ottenere premialità di volumetria sul costruito senza che si ottengano concretamente i benefici di innovazione e sostenibilità per la città insiti nei processi di rigenerazione urbana».
Secondo Occhiuto, non ci sarebbero «contrasti politici» né «differenze di visione concettuale sul tema» ma il rischio di «di mettere insieme contenuti innovativi – e che quindi sono auspicabili riguardo alla esigenza di nuova produzione legislativa- con altri che nulla hanno a che vedere con i processi di rinnovamento urbano».
«Ci troveremmo davanti, in questo caso – dice – ad un’accozzaglia di norme che porterebbe solo al risultato di generare confusione, complicare le procedure già esistenti, consentire aumenti di volumetria tentando nella sostanza di strumentalizzare i termini e i concetti per violentare ulteriormente la città così come avvenuto negli ultimi cinquant’anni».
Ricordando la sua esperienza di sindaco di Cosenza, poi Occhiuto ha precisato: «ci siamo seriamente impegnati a ricercare la bellezza in ogni angolo, anche in quello più sperduto e abbandonato; abbiamo lavorato per realizzare progetti che potessero far ritrovare quella dimensione umana che era andata perduta, quella dimensione umana che negli anni addietro, specialmente i giovani, andavano a ricercare nei borghi limitrofi dove si conservava ad esempio l’idea della piazza come forma pura di aggregazione».
Da quella esperienza, Occhiuto ha detto di essere stata utile per «capire che quel che è veramente importante per una città è la valorizzazione di quelle funzioni che non sono solo utilitaristiche per i cittadini ma che rispondono alle aspirazioni intrinseche del nostro essere uomini».
Secondo il senatore, «oggi è più che mai necessario che le città del Sud possano acquistare un protagonismo attivo nel processo di ripresa del Paese immaginando e progettando un nuovo modello di area urbana che possa contemplare luoghi aperti e piazze e scuole e quartieri più vivibili e funzionali, con maggiori spazi verdi».
Per Occhiuto dunque, «è necessario quindi avviare un concreto processo di “rigenerazione urbana”, intesa nella sua accezione più piena, destinata ad incidere profondamente nel tessuto delle città del Sud».
«Inoltre se le città del Sud saranno realmente rigenerate – ha sottolineato il senatore nella lunga intervista – e quindi rese più vivibili accresceranno la loro competitività influenzando anche, a cascata, la competitività del Paese che potrà essere realmente proiettato verso una ripresa foriera di occasioni di crescita e sviluppo con la conseguente capacità di generare nuova occupazione».
«La classe dirigente è tale – ha aggiunto – se guida i processi e mai se li subisce o se si fa condizionare, se riesce a far comprendere ai cittadini che sono necessari nuovi modelli di sviluppo, soprattutto nel Sud e nelle regioni sottosviluppate, in direzione di una crescita anzitutto culturale e legata all’esigenza di seguire principi di sostenibilità e buone pratiche improntate alle migliori aspettative dell’uomo».

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