CATANZARO Sono un po’ misteriose, probabilmente interessano solo gli addetti ai lavori, eppure possono avere un significato politico di un certo rilievo. E’ tempo di elezioni provinciali in Calabria, con quattro enti che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi vanno al rinnovo dei relativi Consigli (solo dei Consigli): Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia. Per il rinnovo dei Consigli provinciali di Catanzaro e Cosenza i comizi elettorali sono già stati convocati per il 20 dicembre, per l’assise pitagorica e per quella di Vibo Valentia si voterà invece verosimilmente a marzo. Ovviamente, il sistema del voto resta quello di secondo grado, nel senso che possono votare – ed essere candidati al Consiglio provinciale – soltanto amministratori eletti nei rispettivi Comuni. In attesa della riforma che potrebbe riportare le Province alla vecchia (e auspicabile) configurazione con la parola ai cittadini (riforma allo studio a livello nazionale), ci si deve dunque accontentare di questo meccanismo asettico che ha parecchi limiti: anzitutto, ovviamente, la mancata partecipazione diretta delle popolazioni al voto e poi il fatto che le candidature nascono essenzialmente a freddo e a tavolino (non solo le candidature, ma anche, per certi versi, la stessa elezione).
Ciò nonostante, le Provinciali sono comunque e sempre anche un test politico, che misura lo stato di salute dei partiti e degli schieramenti e soprattutto il “peso” specifico sui territori dei vari big, che di fatto si “contano” reciprocamente. La tornata elettorale di Catanzaro e Cosenza dunque può essere letta come un primo step in vista dei più importanti appuntamenti elettorali del 2024 e un esame, parziale ovviamente ma sempre esame, sul “gradimento” sia di chi governa sia di chi è opposizione alla Regione e in altre istituzioni. Sul piano politico, a rendere queste Provinciali di metà mandato meno “impattanti” di quanto potrebbero essere è il fatto che non si vota per eleggere anche i presidenti delle amministrazioni di Catanzaro e Cosenza, che dunque resteranno in carica quale che sia l’esito del voto, ma è indubbio che per Amedeo Mormile, presidente a Catanzaro in quota Lega, e per Rosaria Succurro, presidente a Cosenza in quota Forza Italia, il voto del 20 dicembre potrebbe non essere neutro, nel senso che potrebbero trovarsi con Consigli provinciali con maggioranze non propriamente amiche sul piano politico. Sotto questo aspetto infatti si tratta di capire come si muoveranno il centrodestra, il centrosinistra e anche il centro nei due territori: le trattative entreranno nel vivo nei prossimi giorni, in vista della composizione delle liste (entro fine novembre), ma qualcosa già si va dipanando.
A Catanzaro in vista del 20 dicembre si profilano nel centrodestra liste direttamente riconducibili ai partiti maggiori e ai “colonnelli” sul territorio, magari senza simboli di partito ma con simboli civici che però hanno una chiara connotazione: a quanto risulta dovrebbero essere in lizza la Lega con l’impegno in prima persona di Filippo Mancuso (che esprime il presidente Mormile), Fratelli d’Italia con Wanda Ferro, Antonio Montuoro e Filippo Pietropolo (e meloniani potrebbero ripresentare la lista “Venti da Sud”), Forza Italia con Marco Polimeni e Sergio Costanzo, mentre il centrosinistra si potrebbe orientare per una lista unitaria a trazione Pd nella quale far confluire anche il Movimento 5 Stelle (che non ha ancora la forza di presentare una propria lista) e altri movimenti civici come “Cambiavento” del sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita. Ovviamente il Pd non esclude la presentazione di una propria lista autonoma ma al momento i dem starebbero ragionando essenzialmente in un’ottica di coalizione. Occhi puntati anche sulle mosse del consigliere regionale Antonello Talerico, che è il commissario regionale di Noi Moderati ma al Comune di Catanzaro è alleato di Fiorita: probabile che Talerico presenti una propria lista avendo la possibilità di non “schierarsi” politicamente non essendoci la necessità di collegarsi a un candidato presidente. La novità potrebbe essere l’esordio elettorale di Azione, che si è già radicato a Catanzaro e nel Catanzarese e ha già diversi propri rappresentanti nel Comune capoluogo e in altri Comuni della Provincia.
Azione potrebbe essere la novità anche alle Provinciali di Cosenza, nel contesto di una tornata che al momento tuttavia consegna pochi dati certi. Anche qui in vista del 20 dicembre è prevedibile che il centrodestra si presenti con più liste collegate ai partiti della coalizione e ai big del territorio, che sono tanti. Per il centrodestra del resto c’è da mettere in sicurezza la guida della presidente Succurro, per quanto ovviamente le Province, per come sono adesso strutturate, non vivono le “montagne russe” che si possono vivere alla Regione e nei Comuni. Quanto al centrosinistra, fonti democrat riferiscono che la base di lavoro inizialmente è quello di verificare la possibilità di presentare più liste anche se non è facile perché il Pd ovviamente ha la forza per farne una ma altri potenziali alleati come M5S no. Nelle ultime ore comunque il Pd starebbe registrando una fase di distensione e di dialogo interno dopo le divisioni dei mesi scorsi, dopo che il segretario provinciale Vittorio Pecoraro ha “aperto” a una segreteria che tenga conto anche delle posizioni di big come il capogruppo regionale Mimmo Bevacqua e il consigliere regionale Franco Iacucci. Da capire le mosse del sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi, che alle elezioni per la presidenza della Provincia di Cosenza si smarcò dalla coalizione di centrosinistra e dal Pd e questa divaricazione sicuramente agevolò il successo di Succurro. Il Pd invece potrebbe correre da solo nelle elezioni del Consiglio provinciale di Crotone, elezioni comunque ancora più in là nel tempo, verso marzo 2024: il quadro politico pitagorico al momento vede una serie di fibrillazioni interne alle coalizioni, anche al centrodestra, con la “guerra” del tesseramento in Forza Italia che avrebbe privilegiato l’area dell’ex deputato Sergio Torromino rispetto a quella del presidente della Provincia Sergio Ferrari, e la possibile discesa in campo del sindaco del capoluogo Vincenzo Voce con una propria lista. Quanto al rinnovo del Consiglio provinciale di Vibo Valentia, che anch’esso si terrà verso marzo 2024, ancora i partiti non hanno acceso realmente o motori. (cant. a.)
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