ROMA «Quello che preoccupa molto è il calo degli investimenti, nel 2021-22 avevamo dati molto superiori a quelli degli altri Paesi Europei. Rileviamo ulteriori segnali di peggioramento fino alla seconda metà del prossimo anno in materia di investimenti. Nel 2023 il settore industriale è decisamente in calo. In considerazione di questo indebolimento del quadro economico Confindustria auspicava da una parte il sostegno al potere di acquisto delle famiglie e dall’altra agli investimenti delle imprese». Lo ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi nel corso della sua audizione in Senato sulla manovra di fronte alle Commissioni Bilancio congiunte. «È una legge di bilancio da una lato ragionevole – ha aggiunto – dall’altro incompleta. È positivo il taglio del cuneo anche se relativo solo alla parte lavoratori. È completamente assente pero’ il tema della competitività del sistema produttivo».
«Secondo noi l’errore della mancanza di misure sugli investimenti non è una torto alle imprese ma indebolisce strutturalmente la scelta della legge di bilancio e la valutazione da parte dei mercati. Su 30 miliardi di misure espansive della manovra solo il 9,4 % è dedicata alle imprese». Ha detto a proposito delle poche risorse al sistema produttivo Bonoli che ha poi aggiunto: «Se poi sommiamo gli effetti dell’avvio della delega fiscale, siamo in presenza di una rarissima occasione in cui una manovra espansiva toglie soldi al sistema produttivo. Sostanzialmente siamo in negativo di 1 miliardo. Non c’è traccia del famoso piano industria 5.0, questo ci preoccupa molto».
«In questa fase bisogna sostenere le famiglie a basso reddito. I nostri studi stimano che con il rinnovo del taglio del cuneo contributivo e l’avvio della revisione degli scaglioni dell’Irpef tra i 9 mila ei 35 mila euro di reddito si avrà un effetto benedico tra i 560 euro e i 1.400 euro». Ha poi detto il leader di Confindustria: «Non mi interessa la minore Ires se io assumo, perché non abbiamo problemi in questo momento di occupazione», anzi «abbiamo mancanza di profili, mancano 800 mila profili». Ha afferma il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi , dicendo che «Lì ci sono risorse che si possono prendere e mettere su Industria 5.0 e investimenti» audizione sulla manovra 2024 in Parlamento. Per gli incentivi all’assunzione «ritengo non corretto utilizzare risorse pubbliche, come imprenditore perché creare posti lavori e assumere è il mio mestiere. Prendere soldi pubblici per fare il mio mestiere non mi piace», spiega Bonomi .
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