ROMA Nella suggestiva cornice della sala Protomoteca in Campidoglio a Roma, lo scrittore e giornalista lametino Antonio Cannone ha ricevuto il prestigioso Premio “Piersanti Mattarella” dedicato al presidente della Regione Sicilia assassinato dalla mafia. Cannone, nella cinquina dei finalisti, ha raggiunto il secondo posto nella sezione inchiesta con il libro “Quando la ‘ndrangheta sconfisse lo Stato”, il suo ultimo lavoro che approfondisce con nuovi elementi la vicenda dell’agguato mortale al sovrintendente di polizia, Salvatore Aversa e alla moglie, Lucia Precenzano avvenuto a Lamezia Terme il 4 gennaio 1992. Nel libro, la testimonianza del primogenito della coppia uccisa, Walter con dichiarazioni inedite. Di grande rilevanza poi ulteriori elementi come la condanna al Pm dell’epoca per “gravi colpe” e “negligenze non spiegabili e inescusabili”. Il primo posto è andato a Paolo Intoccia con il libro “L’imputato imperfetto-Storia del processo Andreotti”. Poi gli altri finalisti oltre a Cannone, Rino Di Stefano con “Il caso Maiorana Pellizza”; Catia Liburdi con “La memoria negata” e Valentina Petrini con “Il cielo oltre le polveri”. Parte integrante della serata capitolina, il convegno dedicato al “Recupero del senso del dovere” che ha preceduto la premiazione. Oltre al presidente del Premio, Orazio Santagati, presenti fra i relatori, il Generale Serafino Liberati, il vicepresidente della Camera dei deputati, Sergio Costa, l’onorevole Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo e stretto collaboratore di Piersanti Mattarella, Elisabetta Garzo, presidente del Tribunale di Napoli e Angelo Melome, Console della Repubblica del Congo.
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